In realtà i numeri al rialzo sono sinonimo di maggiori controlli. Alla Banca Vaticana chiusi sinora 4800 conti sospetti. Frutto del lavoro dell’AIF
«Allo Ior sono stati chiusi circa 4800 conti non in linea con la normativa antiriciclaggio vaticana. Ora non è in discussione il profilo degli utenti, ma i potenziali profili di anomalia delle transazioni sulle quali si attiva l’Aif». Lo spiega a Repubblica René Brulhart, capo dell’autorità di vigilanza sulle Finanze del Vaticano (22 dicembre).
LE INDAGINI
«Più che il numero di rapporti che l’Aif ha inviato all’Ufficio del Promotore di Giustizia (Pg) vaticano – che sono alla base di indagini per potenziali casi di riciclaggio e di provvedimenti di congelamento di proventi di atti potenzialmente illeciti – mi preme dire una cosa del secondo rapporto di Moneyval».
SISTEMA TRASPARENTE
In tre anni di intenso lavoro, con la collaborazione interna e il sostegno politico necessario, prosegue Brulhart, «abbiamo posto in essere un sistema funzionante al fine di garantire la massima trasparenza nelle finanze della Santa Sede, incluso lo Ior».
LAVORO DI INTELLIGENCE
«L’Aif fa un lavoro di intelligence, segnala le attività che essa ritiene sospette. Si parla di sospetti e non di crimini. Spetta poi al Pg condurre le indagini e verificare. In questo lavoro Moneyval rileva come il tribunale vaticano abbia chiesto e ricevuto l’assistenza giudiziale reciproca (rogatorie) di altri Stati, e l’abbia a sua volta fornita. Ciò significa che si sta lavorando a livello sia interno che internazionale», aggiunge.
330 SEGNALAZIONI SOSPETTE
Moneyval dice che da gennaio a settembre 2015 sono 329 le segnalazioni sospette. «Si tratta di segnalazioni dovute in larga misura al continuo esame dei conti dello Ior e relative a sospetti di evasione fiscale, truffa, inclusa la bancarotta fraudolenta, la corruzione o reati nel settore finanziario come l’aggiotaggio
PIU’ CONTROLLI
Avvenire (21 dicembre) ha interpellato Tommaso Di Ruzza, direttore dell’Autorità di informazione finanziaria (Aif) e membro della Delegazione della Santa Sede al Comitato Moneyval, per chiarire meglio il nesso tra la crescita delle segnalazioni è l’incremento delle attività illecite
«Non necessariamente c’è un nesso – premette Di Ruzza – L’incremento indica una sempre maggiore consapevolezza degli enti che segnalano e la soglia per le segnalazioni è calibrata verso il “basso”, cioè l’obbligo di segnalazione scatta molto preventivamente. Bisogna poi tenere conto di due ulteriori fattori».
DUE ELEMENTI DETERMINANTI
I fattori a cui si riferisce sono il programma di verifica e chiusura dei conti presso lo Ior non conformi alla normativa antiriciclaggio vaticana ed il monitoraggio dell’adesione degli utenti dello Ior a programmi di voluntary disclousure nei Paesi di residenza. «Attività a fronte delle quali l’Aif ha fornito istruzioni per la segnalazione», conclude il direttore dell’Aif..