l gruppo jihadista Al Shabab assalta un bus per fare strage di cristiani. Ma i passeggeri islamici fermano la carneficina
«Ammazzateci tutti musulmani e cristiani, oppure lasciateli andare». Con questo gesto di estremo coraggio e lucida follia un gruppo di kenioti musulmani ha evitato l’ennesima carneficina di civili cristiani ad opera del gruppo jihadista somalo Al Shabaab.
La comitiva si trovava a bordo dell’autobus Nairobi-Mandera nei pressi di El Wak, nord del Kenya, a pochi chilometri dal confine con la Somalia (La Stampa, 22 dicembre).
LA SPARATORIA E LA “DIVISIONE”
L’inseguimento, una sventagliata di mitra, tre persone ferite, una morta, il pullman che si ferma, la gente che scende secondo il racconto fatto al quotidiano keniano The Nation dal vice capo della polizia Julius Otieno e dal governatore della provincia Ali Roba. Un passeggero cerca di fuggire nella boscaglia ma i guerriglieri di al-Shabaab, lo uccidono sparandogli alla schiena. Fanno capire che non scherzavano. Che è questione di vita o di morte. Poi cercano di dividere il gruppo in base alla religione: «I non cristiani possono risalire bordo» (Corriere della Sera, 22 novembre).
SCAMBIO DI VESTITI
E nessuno si è mosso. La risposta, secondo il governatore: «Uccideteci tutti, o lasciateci andare». Un testimone di nome Abdirahiman ha detto al quotidiano The Standard che, quando si sono accorti dell’attacco, i musulmani sul pullman da sessanta posti avevano già cercato un modo per proteggere i cristiani: «Ad alcuni abbiamo dato i nostri vestiti, per impedire che fossero individuati per l’abbigliamento».
L’ATTACCO DEL 2014
Dopo un attacco simile avvenuto circa un anno fa, in cui i terroristi presero d’assalto un autobus nella stessa zona e uccisero 28 passeggeri non musulmani, separandogli dagli islamici, la polizia ha fornito scorte armate ai pullman in transito nell’area (Avvenire, 22 dicembre).
AL SHABAB RIVENDICA L’ASSALTO
Tuttavia il portavoce della polizia, Charles Owino, ha spiegato che il bus attaccato non era scortato perché aveva saltato un posto di blocco predisposto alla fornitura della protezione.
Intanto Sheikh Abdiasis Abu Musab, portavoce militare di al-Shabab, ha rivendicato la responsabilità dell’assalto. «Ci siamo noi dietro l’attacco», ha detto in un comunicato a Reuters. «Alcuni nemici cristiani sono morti e altri sono rimasti feriti», ha aggiunto (La Presse, 22 dicembre).