Si tratta di supplenti che da settembre non vengono pagati. Lo sblocco degli stipendi solo a gennaio. E intanto c’è chi bussa alla porta della Chiesa
Un Natale amaro per 30mila supplenti che non ricevono lo stipendio da settembre. La loro situazione si sbloccherà solo tra fine dicembre e gennaio come annuncia il Ministero della Pubblica Istruzione (Orizzontescuola.it, 21 dicembre).
Si sono ritrovati in questa incredibile situazione a causa di fondi insufficienti e ritardi nelle procedure burocratiche per l’emissioni degli stipendi (Lettera43, 21 dicembre).
MANCANZA DI COPERTURE
«In pratica, – ha affermato Giuseppe D’Aprile (dirgente UIL scuola) sul proprio profilo facebook – le spese per le supplenze ricadranno sull’esercizio finanziario 2016 per mancanza di copertura su quello del 2015. Una circostanza ampiamente prevedibile che si è fatta ricadere sui supplenti, lasciandoli senza stipendio. Resta il fatto che i supplenti passeranno il Natale senza soldi» (La Stampa, 22 dicembre).
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DRAMMA QUOTIDIANO
Per alcuni di questi docenti la quotidianità è ormai drammatica. C’è chi come M.N., ha bussato le porte della Chiesa, recandosi alla mensa dei poveri di Torino perché non ha la possibilità neppure di comprarsi il cibo.
L’AIUTO DELLA MENSA
«Mi sono organizzato per avere libera l’ora tra le undici e mezzogiorno: fino a venerdì, quando si è conclusa la sostituzione malattia che stavo facendo, andavo alla mensa del Sacro Cuore, poi tornavo a scuola. Ora ho accettato una supplenza fino al 30 giugno in due serali, avrò più tempo. So di non essere il solo insegnante a fare questa vita. Non ci pagano da settembre: chi è solo e non è ricco di famiglia a questo punto non ce la fa più».
M.N., 60 anni, abilitazione in Metodologie operative nei servizi sociali, laurea in Psicologia, insegna soprattutto nei corsi serali da sedici anni. A Torino è un riferimento per il suo impegno per i diritti dei disabili e degli immigrati (La Stampa, 21 dicembre).
“NON POSSO PAGARE LE BOLLETTE”
La sua testimonianza è drammatica: «Arrivare alla mensa è ammettere una discesa. Ma se da settembre a Natale hai ricevuto in tutto lo stipendio di quindici giorni e sei indietro con affitto e bollette, allora pensi di essere fortunato a vivere a Torino, dove l’aiuto alimentare a chi è in difficoltà non manca». Ai volontari della mensa ha spiegato la situazione, lo hanno accolto. «Spero che il mio problema non duri a lungo, spero di poter lasciare il posto ad un’altra persona».
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