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“Ratzinger come Dante, ci trascina in una storia d’amore”

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Marinella Bandini - Aleteia - pubblicato il 21/12/15
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Viaggio con il prof. Pierluca Azzaro nelle “Omelie di Pentling”: campanili, grattacieli e quella vecchietta…Supermarket, grattacieli e campane. Le città di oggi e quelle di 2000 anni fa, il Kosovo e Auschwitz. Ratzinger è così, “parla per immagini, non per concetti. Ama le immagini e questo ha una profonda radice teologica. Le Sacre Scritture sono tutte per immagini, Gesù parlava per immagini, le parabole”. Chi parla è il “suo” traduttore, il professor Pierluca Azzaro. È lui che traduce l’opera omnia di Joseph Ratzinger – Benedetto XVI in italiano. E che ha appena curato la traduzione delle “Omelie di Pentling”, dieci brevi testi, omelie appunto, pronunciati dall’allora cardinale negli anni ’80-’90, in occasione di alcuni periodi di riposo nelle cittadina bavarese. Questo libro “serve a sfatare molti luoghi comuni”. Il primo è che Ratzinger parli “difficile”. Niente di più falso, anzi “fesserie” liquida la cosa il professore. Anzi, si sbilancia “a volte dico che Ratzinger assomiglia un po’ a Dante. A Dante possono accedere tutti: i bambini ma anche i grandi teologi”. È un libro pieno di immagini: “Il fine di Ratzinger non è quello di parlarsi addosso, di parlare di sé, di glorificare se stesso. Lui ha un amore veramente profondo per il Signore”.

Come dice lo stesso Ratzinger “pregare incessantemente” non è dire continuamente “Ave Marie” ma “avere una passione che mi agita costantemente come l’amato che pensa sempre alla persona che ama, qualsiasi cosa faccia”. Ecco – incalza Azzaro, “Ratzinger in queste omelie dà proprio questa impressione: qualsiasi cosa faccia, scriva, tratti, emerge sempre questo amore per Gesù. E questo trascina”. Come nei grandi film o romanzi d’amore: “I testi di Ratzinger hanno questa poesia, esprimono questa sua grande storia d’amore con Gesù, che ci coinvolge”.

Il cardinale, poi diventato Papa, “si esalta nelle omelie, dà il meglio di sé”. E “come si accorgerà ognuno che leggerà questo libro, siamo in quel momento tutti parrocchiani della parrocchia di Pentling, di Ratzinger”. Lo stesso Papa emerito, nella prefazione scritta per questo libro ci invita ad andare a Messa con lui e con lui porci in ascolto del Signore. Sono “prediche per i piccoli” i cui contenuti sono “accessibili a tutti”.

Il professor Azzaro ci riporta un episodio, raccontato dagli allievi di Ratzinger, che esprime bene il suo approccio alla teologia: il giovane professore un giorno entrò in chiesa e vedendo una vecchietta in ginocchio che pregava disse: “Vedete quella vecchietta in ginocchio che prega? Sa molto più di teologia lei che non io”. Una storia che ricorda quella raccontata durante il primo Angelus da Papa Francesco, quando una anziana donna andò da lui a confessarsi: “(…) ‘Il Signore perdona tutto’, mi ha detto: si cura. ‘Ma come lo sa, lei, signora?’. ‘Se il Signore non perdonasse tutto, il mondo non esisterebbe’. Io ho sentito una voglia di domandarle: ‘Mi dica, signora, lei ha studiato alla Gregoriana?’, perché quella è la sapienza che dà lo Spirito Santo”. A proposito. Evitare di cadere in facili contrapposizioni, che piacciono tanto ai media: “Si è creata una contrapposizione tra Francesco, che parlerebbe in modo semplice, semplicistico, e Papa Benedetto, che parlerebbe in modo forbito, quasi inaccessibile. Queste prediche dimostrano che non è così. Ambedue questi pontefici hanno il fine ultimo di trasmettere la bellezza della fede”.

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