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Film per penetrare nel mistero della Misericordia

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Jaime Septién - Aleteia - pubblicato il 21/12/15
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Un momento propizio per riflettere e testimoniare il perdonoIl sacerdote gesuita Sergio Guzmán ha pubblicato sull’edizione digitale di El Observador una selezione di film che aiutano ad approfondire l’Anno Giubilare della Misericordia, “un momento propizio per riflettere, vivere e testimoniare il perdono e il mistero della misericordia”.

Nella Bolla Misericordiae Vultus, papa Francesco sottolinea che “ci sono momenti nei quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre”.

Per questo, il sacerdote ed esperto di cinematografia raccomanda una serie di pellicole di vari generi, nazionalità e culture che “possono aiutare a contemplare il volto della misericordia manifestato in storie umane che toccano il cuore”. Riportiamo il suo commento, perché i lettori di Aleteia ne possano scegliere qualcuna che sia di loro gusto:

In un mondo migliore, di Susanne Bier (Danimarca, 2010, 113 min.)

Vincitore dell’Oscar per il Miglior Film Straniero, il film racconta la storia di Anton, medico che divide il proprio tempo tra un’idilliaca città della Danimarca e un caotico campo di rifugiati in Africa. Da entrambe le parti ci sono abuso, abbandono, rabbia e desideri di vendetta. Elias (figlio di Anton) soffre per il bullismo di uno dei suoi compagni fino a quando un altro ragazzo, Christian, lo difende. Anton viene colpito da un meccanico di fronte ai suoi figli e a Christian, e si difende porgendo l’altra guancia. Christian pensa che la cosa non possa finire lì e progetta con Elias una “vendetta” (titolo originale del film). Ecco il dilemma tra applicare la legge del taglione (occhio per occhio, dente per dente) e porgere l’altra guancia (cfr. Mt 5, 38-39), che può essere un modo per affrontare l’aggressore e cercare vie per il perdono, la riconciliazione e la pace… e accedere così a un mondo migliore.

Cambio de planes, di Pedro Arango (Spagna, 2011, 110 min.)

Qualche giorno prima del Natale, Manolo – un uomo di circa 40 anni, lontano dalla moglie, che comunica poco con i figli e ha una vita decadente e di routine – si trova in ospedale con Antonio, un ragazzo di 15 anni con un cancro in fase terminale. Antonio sa di essere malato, che morirà, ma ha molta vita dentro, e la vuole condividere contagiando tutti. In questo bel film vedremo come tra questi personaggi e i loro rispettivi familiari e amici si intesse una rete di misericordia, perdono e generosità. Risuonano qui le parole di papa Francesco nella Bolla Misericordiae Vultus: “Gesù chiede anche di perdonare e di donare. Essere strumenti del perdono, perché noi per primi lo abbiamo ottenuto da Dio. Essere generosi nei confronti di tutti, sapendo che anche Dio elargisce la sua benevolenza su di noi con grande magnanimità” (n. 14).

Quasi Amici, di Éric Toledano e Oliver Nakache (Francia, 2011, 109 min.)

Quasi Amici è la storia di due uomini – uno miliardario tetraplegico che dipende da un’équipe di infermieri e assistenti per sopravvivere, l’altro un immigrato appena uscito di prigione che vive dell’assistenza pubblica – che a poco a poco, con umorismo, coraggio e senza ricatti spezzeranno le barriere e supereranno i limiti per trovare una migliore qualità di vita e scoprire cosa significhi essere amici. Il film ci può aiutare a riflettere sulla compassione e sulla vera amicizia attraverso il contrasto, la complementarietà e l’apertura all’altro. Ovviamente possiamo ricordare ciò che dice il libro del Siracide sull’amicizia: “Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova, trova un tesoro. Per un amico fedele, non c’è prezzo, non c’è peso per il suo valore. Un amico fedele è un balsamo di vita” (Sir 6, 14-16).

Monsieur Vincent, di Maurice Cloche (Francia, 1947, 111 min.)

Questo film – vincitore dell’Oscar per il Miglior Film Straniero nel 1949 – ci presenta la vita di San Vincenzo de’ Paoli (1581-1660), un sacerdote che ha dedicato la sua vita ad alleviare le miserevoli condizioni di vita dei contadini poveri della Francia, soprattutto dopo la guerra della Fronda (1648-1653). Ha fondato la Congregazione della Missione, e con Luisa di Marillac la Compagnia delle Figlie della Carità. Era un uomo di fede che ha assunto il conflitto, la persecuzione e il rifiuto della gente della città nel suo affanno di praticare le opere di misericordia: visitare i malati, nutrire gli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, dare alloggio ai pellegrini, redimere i prigionieri, seppellire i morti. È un ottimo film che ci ricorda che la fede, “se non ha opere, è per se stessa morta” (Gc 2, 17).

Uccidere un usignolo, di Robert Mulligan (Stati Uniti, 1962, 129 min.)

All’epoca della Grande Depressione, in un paese del Sud Atticus Finch (Gregory Peck) è un avvocato che difende un uomo nero accusato di aver violentato una donna bianca. Anche se l’innocenza dell’uomo risulta evidente, la sentenza del giudice è così prevedibile che nessun avvocato accetterebbe il caso, tranne Atticus Finch. Agire con giustizia e misericordia attira al protagonista molte inimicizie, ma lui resta saldo nella difesa dell’uomo. “Non sarà inutile in questo contesto richiamare al rapporto tra giustizia e misericordia. Non sono due aspetti in contrasto tra di loro, ma due dimensioni di un’unica realtà che si sviluppa progressivamente fino a raggiungere il suo apice nella pienezza dell’amore”, leggiamo nella Bolla Misericordiae Vultus (n. 20). Il film è un classico del cinema statunitense che non smette di commuoverci e di farci pensare.

 

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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