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Dall’Europa stop all’utero in affitto

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Aleteia - pubblicato il 17/12/15
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Prima vera vittoria politica del fronte ampio e bipartisan sulla cosiddetta “gestazione per altri”, Strasburgo approva un emendamento che condanna la praticaSì alle nozze gay, no alla maternità surrogata. Riunito in sessione plenaria a Strasburgo, l’Europarlamento ha votato la relazione a firma dell’eurodeputato rumeno Cristian Dan Preda (PPE) sui diritti umani, la democrazia nel mondo nel 2014 e la politica dell’Ue nel merito. Un documento che tratta diverse questioni: dalla sviluppo alla migrazione ai rifugiati, dalla libertà di pensiero alla pena di morte. Il rapporto sui diritti umani ha assorbito un emendamento dell’eurodeputato popolare slovacco Miroslav Mikolasik (PPE) che marca un momento di grande importanza per il fenomeno. Il paragrafo in questione (il 114) afferma che il Parlamento europeo “condanna la pratica della maternità surrogata, che mina la dignità umana della donna, visto che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usate come una merce; considera che la pratica della maternità surrogata, che implica lo sfruttamento riproduttivo e l’uso del corpo umano per profitti finanziari o di altro tipo, in particolare il caso delle donne vulnerabili nei Paesi in via di sviluppo, debba esser vietato e trattato come questione di urgenza negli strumenti per i diritti umani”.

Filippo Savarese, portavoce nazionale di Generazione Famiglia ha commentato a Intelligonews la notizia. Quanto agli effetti italiani sul ddl Cirinnà ammonisce:

Ora il Parlamento si fermi; tutti hanno capito che la stepchild adoption serve per legittimare il mercato dei figli sfruttato all’estero e poi “importato” in Italia. Noi ribadiamo la richiesta al parlamento italiano di interrompere immediatamente l’esame di questo disegno di legge perché è contro la famiglia e i diritti umani come oggi anche il parlamento europeo ha sancito”. In particolare, sul fatto che il problema sia stato inserito nel quadro dei diritti umani, Savarese ha detto: “Si tratta di una presa di coscienza importante: finalmente vediamo l’Unione Europea usare il concetto di diritti umani nella migliore delle sue accezioni, la tutela dei più deboli, ovvero i bambini che non possono essere considerati come merce di scambio. L’altro principio altrettanto importante che viene affermato è che il corpo della donna non può essere mercificato”.

Su Avvenire i particolari del voto.

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