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Preghiera e castità non sono una “terapia ripartiva” per gli omosessuali

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 15/12/15
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Monta la polemica sul metodo Courage dopo un’inchiesta de L’Espresso

Omosessualità e preghiera: l’inchiesta del settimanale L’Espresso (6 dicembre) ha provato ad alzare un polverone intorno alle attività di Courage Italia.

Courage è nata a New York nel 1980 e si è diffusa nel mondo, arrivando anche nel nostro Paese con l’apertura di circoli autorizzati dal Pontificio consiglio per la famiglia. Il servizio che si offre alle persone omosessuali è un “accompagnamento spirituale”, con l’obiettivo di incoraggiare la castità e seguire l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità.

LA RICOSTRUZIONE DE L’ESPRESSO

Secondo L’Espresso, quelli di Courage sono «circoli di pochi, convinti ultracattolici che con la guida di un prete messo a disposizione dalla Curia si convincono che possono “guarire” e tornare eterosessuali». Un giornalista del settimanale che ha partecipato ad uno degli incontri dell’associazione scrive: «Nel solco della dottrina cattolica intende l’uomo unicamente come peccatore. L’unico modo di essere accettato agli occhi del Signore per chi è lesbica, gay, bisessuale o transgender e allo stesso tempo credente. Nessuna indicazione concreta per chi soffre e reprime i propri istinti. Per chi cerca parole di conforto, amore e compagnia».

UNA SERATA A “COURAGE”

La serata con i membri di Courage a cui ha partecipato il giornalista «si chiude con una preghiera comune mano nella mano. Le dinamiche sono simili a quelle delle sette. Nei giorni successivi scatta un bombardamento continuo di sms, telefonate e inviti per non mollare il gruppo».

POLEMICHE A REGGIO EMILIA

L’11 dicembre, scrive la Gazzetta di Reggio, «l’arrivo a Reggio Emilia dell’associazione Courage, il movimento internazionale di orientamento ultracattolico che organizza gruppi di auto-aiuto che servirebbero a “guarire” dalle pulsioni omosessuali, ha scatenato una grossa polemica. E non solo nella città emiliana».

COSA E’ REALMENTE COURAGE

Prova a far chiarezza sulla vicenda Courage, il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire (12 dicembre): «L’Apostolato Courage – fondato nel 1980 dal servo di Dio Terence Cooke, arcivescovo di New York, per aiutare chi è attratto da persone dello stesso sesso a vivere la propria condizione in modo coerente con gli insegnamenti della Chiesa – ha organizzato nei giorni alcuni momenti di preghiera a Reggio Emilia, Torino e Roma».

SESSUALITA’ E PAROLA DI DIO

Si tratta di iniziative «che fanno parte di un percorso, liberamente proposto e altrettanto liberamente accolto da chi decide di aderirvi, fondato su due obiettivi: la riflessione sulla propria sessualità e l’accoglienza della Parola di Dio come regola in base alla quale organizzare la propria vita».

NESSUNA “TERAPIA RIPARATIVA”

Difficile cogliere in questo programma spirituale «un’offesa alle condizioni delle persone omosessuali e, soprattutto, la volontà di proporre una ‘terapia riparativa’. Pratica psicoterapeutica ormai desueta e che vuol dire tutto e niente, ma che per le lobby gay si è trasformata in una parola d’ordine per una sorta di indignazione a comando».

CASTITA’ COME SCELTA DI VITA

Sul caso si è registrato anche l’intervento diretto di Courage Italia che in un comunicato sottolinea come «molte persone ritengono legittima e attraente una proposta di vita affettiva in armonia con l’antropologia cristiana». Inoltre, si fa notare, «la castità non è un ‘obbligo’ ma viene vissuta come scelta di amore per Dio e per gli altri». Scelta che merita rispetto «indipendentemente dall’orientamento sessuale». Respinta con molta fermezza l’accusa di praticare terapie di guarigione: «Ogni uomo o donna che partecipa liberamente alle attività di Courage sa che lì può trovare aiuto spirituale, accoglienza e amicizia, ma non una terapia medica, come viene ricordato all’inizio di ogni incontro».

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