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La propaganda all’eutanasia? Roba da Iene

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Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 25/11/15
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Ennesimo spot mortifero per il programma di punta di Italia UnoCon un servizio a firma di Matteo Viviani sull’eutanasia, sul fine vita, il programma di Italia Uno, Le Iene ha deciso di mostrare oltre alle storie di molti italiani, e non solo, che hanno scelto di porre fine alla propria vita, anche quella – in “differita” di una scrittrice francese che in favor di telecamere beve la mistura che la porterà alla morte in una clinica di Zurigo.

https://www.facebook.com/leiene/posts/10153859040185530?pnref=story

 

Il servizio si è concluso con l’inevitabile appello al cambio della legge in Italia senza nemmeno tentare di contestualizzare i come e i perché di una vicenda che vista la sua delicatezza meriterebbe maggiore attenzione. Ma in questo caso pare abbia vinto la ricerca dello “scoop” e delle sensazioni forti per guadagnare uno o due punti di share, e non invece la ricerca della verità o l’indagine approfondita, del resto nel servizio si mette insieme eutanasia, suicidio, sedazione, cure palliative.

Come ricorda Tempi:

L’aspetto veramente grottesco, vergognoso, orrendo e assurdo è che si presenti tutto questo come un atto decoroso, pulito, altruistico. Così si mostra la «dolcissima» Erika che passa il veleno e si manda in sottofondo la musichetta patetica. Si avvolge tutto con le lacrime, le belle parole, pure la morale sulla morte-che-è-una-cosa-naturale, il mazzo di fiori e, con un poco di zucchero, la pillola va giù. Perché dare solo l’intruglio mortifero sarebbe troppo anche per i nostri disincantati occhi di moderni. E così si dà il veleno, ma, tranquilli, subito dopo arriva il cioccolatino.

Ma anche ad essere d’accordo – e non è così – non si può non apprezzare l’unica presa di distanza dalle testate laiche online, l’unica anche ad averne parlato meritoriamente e facendo emergere quanto la puntata abbia per lo meno diviso le coscienze degli spettatori che si sono sfogati (pro o contro) su twitter. Riprendiamo le parole di Giornalettismo:

Una decisione assai discutibile, come discutibile è stata tutta l’impostazione del servizio, evidentemente a favore dell’eutanasia. Ma quello che proprio non è sopportabile è il contesto in cui tutto ciò è andato in onda.

La morte è una cosa seria, e l’eutanasia un qualcosa che va discusso in maniera intelligente, non usata per fare spettacolo o guadagnare un punto di share. Non si possono sparare in onda 26 minuti sulla morte, con la ripresa in primo piano di una vita che si spegne, tra due “stacchetti” di Ilary Blasi e una battuta di Teo Mammuccari. Non si può affrontare tutto come se fosse la consegna del tapiro d’oro o un’intervista doppia. Un servizio, tra le altre cose, in cui si mescolavano cose diverse. Dal suicidio tout court alla “sedazione palliativa”.

Un tema tanto delicato, che come si suol dire “divide le coscienze”, andrebbe trattato con i guanti. Con il rispetto che si deve a chi sta bene e a chi sta male. A chi è stata data un diagnosi fatale, e chi magari sta vedendo una persona cara soffrire. Ma soprattutto – cosa che ieri non è avvenuta – vanno rispettate tutte le sensibilità.

Una informazione a senso unico dunque, degna di uno sciacallo, oppure di una Iena

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