Adel Termos ha visto il secondo attentatore suicida avvicinarsi alla folla e ha sacrificato la propria vitaSull’onda dei terribili attentati terroristici di Parigi, è emersa la storia di un atto diverso che sta dando alla gente una rinnovata fiducia nell’umanità.
Un giorno prima degli attacchi parigini, due attentati suicidi in Libano hanno provocato la morte di 45 persone e il ferimento di più di 200. L’ISIS ha poi rivendicato la responsabilità dell’attentato, che ha avuto luogo vicino a una moschea nel sobborgo di Beirut Burj al-Barajneh.
Il numero dei morti di questi due attacchi del 12 novembre sarebbe stato più elevato se non fosse intervenuto un padre di famiglia, la cui rapida azione ha salvato molte vite a costo della propria.
Testimoni oculari hanno riferito alla CNN che Adel Termos, 32 anni, e altri fedeli della moschea sono andati a vedere cosa fosse successo dopo l’esplosione della prima bomba.
“Adel ha notato un uomo che correva giù dalla collina gridando ‘Allah akbar, Allah akbar!’”, ha raccontato un testimone. Secondo Public Radio International, Termos lo ha bloccato al suolo, facendo scoppiare l’attentatore.
“Ci sono molte, molte famiglie, probabilmente centinaia di famiglie, che devono il fatto di non aver perso un proprio membro al suo sacrificio”, ha scritto a Beirut il blogger e medico Elie Fares.
“Sono viva e sono felice, e orgogliosa di mio marito, che ha tenuto alto il nome della nostra famiglia e ci ha onorati”, ha affermato alla CNN la vedova di Termos, Bassima.
Burj al-Barajneh è un quartiere a maggioranza sciita, e l’attacco suicida ha avuto luogo all’esterno di una moschea sciita. L’ISIS è un movimento sunnita.
Il Libano ha risentito molto del conflitto in Siria, inclusa un’ondata di attentati con bombe e di attacchi suicidi nel 2013 e nel 2014, ha riferitoThe Guardian.
Il duplice attentato di giovedì scorso è stato uno dei più sanguinosi dalla fine della guerra civile che ha flagellato il Paese dal 1975 al 1990.
“Le esplosioni precedenti hanno colpito anche zone del Libano abitate da sciiti e sono state rivendicate da militanti che affermano che è il prezzo della partecipazione di Hezbollah alla guerra civile siriana”, si legge su The Guardian.
“Il gruppo combatte in Siria accanto alle forze del Presidente Bashar Assad”.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]