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Cardinal Parolin: «Dopo Parigi ci vuole una mobilitazione generale . Giubileo aperto ai musulmani»

Card. Pietro Parolin Vatican secretary of state at the conference for the 40th anniversary of the 'Institute Jacques Maritain, at the French Embassy to the Holy See in Rome at the Villa Bonaparte.. Signature: ©MASSIMILIANO MIGLIORATO/CPP

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Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 16/11/15
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Dal Segretario di Stato al Rettore della Pontificia Università Lateranense, la mano tesa della Chiesa verso l’Iran e l’Islam in generaleL’etimologia della parola “Pontefice” risale al ruolo semi sacrale svolto in epoca pre-romana di chi “gettava i ponti”, prima da una sponda all’altra del Tevere, ora tra coloro che sono in contrasto, tra Dio e l’uomo. Gettare ponti sembra essere la missione che Dio ha dato alla Chiesa cattolica e dunque – in tempi così difficili – non desta sconcerto, quanto invece ammirazione, le iniziative in atto di coloro che sono “collegati” al pontefice, Papa Francesco. Ad iniziare dal suo Segretario di Stato, monsignor Parolin che in una intervista al quotidiano dei vescovi francesi dice:

In questo contesto di guerra, che senso assume il prossimo Giubileo della misericordia?

«Nel mondo lacerato dalla violenza, è il momento giusto per lanciare l’offensiva della misericordia. Si può capire che dopo gli attentati ci sono sentimenti di vendetta ma bisogna davvero combatterli. Il Papa vuole che il Giubileo serva alle persone per incontrarsi, comprendersi e superare l’odio», spiega il Segretario di Stato vaticano. «Dopo gli attentati, questa finalità esce rafforzata. Riceviamo la misericordia di Dio per adottare questo atteggiamento verso gli altri. La misericordia è anche il più bel nome di Dio per i musulmani, che possono essere coinvolti in questo Anno santo, come l’ha voluto il Papa» (Vatican Insider, 16 novembre).

Il contatto tra il Vaticano e l’Iran è sempre più cercato, gli scambi si fanno più fitti, si capisce che Teheran deve svolgere un ruolo in quella regione e se viene accompagnato, può dare un contributo alla pace. La Santa Sede si farà di nuovo mediatrice con gli USA come con Cuba?

Parolin, che ha sottolineato come la Santa Sede attenda Hassan Rouhani (presidente iraniano, ndr) dopo che, a causa degli attentati di Parigi, il presidente iraniano ha rinviato la visita in Francia e in Vaticano che era prevista nei giorni scorsi, è anche tornato, in risposta ad una domanda sui raid militari della Russia, sulla questione della risposta della comunità internazionale: la Santa Sede «non sostiene direttamente le determinazioni concrete» ma certo «afferma, come fatto da Papa Francesco varie volte, la legittimità di fermare l’ingiusto aggressore: poi sulle modalità, è la comunità internazionale che deve trovarsi d’accordo e trovare anche le forme» di intervento.
«Pellegrinaggio e Misericordia nelle tre grandi Religioni Monoteiste» è il tema del XVIII convegno dell’Opera Romana Pellegrinaggi, nonché del XII Coordinamento Tecnico Nazionale, che si svolge da ieri a mercoledì.

A rimarcare questa strategia culturale ci pensa l’università del Papa, cioé la Pontificia Università Lateranense che per bocca del suo Rettore, monsignor Enrico dal Covolo ha deciso di moltiplicare i momenti di incontro e confronto perché “Dialogare con l’Islam è possibile, anzi è necessario. Perché Vangelo e Corano raccontano l’amore di Dio per l’uomo” che spiega: “Proprio in questi giorni di dolore per i gravi fatti di Parigi, siamo sempre più convinti della necessità di alimentare un dialogo costruttivo con l’Islam. Occorre guardarci negli occhi, e scoprirci uomini e donne in ricerca di Dio e dei suoi sentieri di Pace. Questo vale soprattutto alla vigilia del Giubileo della Misericordia, nella cui Bolla di indizione Papa Francesco ha voluto sottolineare come proprio l’Islam si riferisca a Dio come il Misericordioso. Mentre nel mondo c’è chi vuole seminare terrore prendendo in ostaggio un dio che non è mai terrore e morte, noi prendiamo il sentiero della libertà approfondendo con l’Islam la Misericordia che unisce popoli e culture diverse”. “Dobbiamo coltivare con ogni uomo di buona volontà la passione per la speranza – rimarca il Rettore della PUL – perché Misericordia è il vero nome di Dio, di cui la storia è il racconto. Il grido ‘dov’è tuo fratello?’ si ripete oggi sulle frontiere del nostro tempo liquido, pure abitate da angeli di misericordia, chiamando le coscienze a cercare simmetrie per incarnare quella fede che rispetta la dignità di ogni uomo contro l’Apocalisse della ragione”.

Per questo il prossimo 3 dicembre, presso l’aula magna della PUL si terrà una Tavola rotonda, aperta al pubblico, sul tema La Misericordia nella tradizione Cristiana ed Islamica. Dialogo aperto proprio con l’Iran paese che ha condannato le stragi di Parigi definite “crimini contro l’umanità” dal presidente Hassan Rohani che ha cancellato anche il viaggio in Italia ed in Vaticano dopo aver appreso del massacro in Francia.

Un percorso di confronto – sviluppato nella prospettiva teologica, giuridica e filosofica – che sarà condotto dall’arcivescovo Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, e vedrà gli interventi del prof. Mohammad Ali Shomali, direttore del Centro islamico d’Iran a Londra, e del prof. Antonio Pitta, docente di Esegesi del Nuovo Testamento alla PUL, per un dibattito a più voci sul tema La Misericordia nella Bibbia e nel Corano.

A seguire, il confronto su Diritto e Misericordia, che vedrà gli interventi del prof. Abolfazl Sajedi, docente presso la Scuola teologica di Qom, e del prof. Manuel Arroba, Preside Institutum Utriusque Iuris della PUL. A guidare studenti, religiosi e laici, sul tema Filosofia e Misericordia saranno invece il prof. Abdolhossein Khosropanah, direttore dell’Istituto di filosofia e saggezza islamica di Qom, e il prof. Emmanuele Vimercati, decano della Facoltà di Filosofia della PUL.

L’annuncio dell’evento arriva dopo il monito profetico di Papa Francesco: è una bestemmia utilizzare il nome di Dio per giustificare la strada della violenza e dell’odio. Si raccoglie così l’invito del Santo Padre a fare del Giubileo una straordinaria occasione di incontro e conoscenza reciproca tra le principali religioni monoteistiche. Un momento di riflessione e di scambio di buone pratiche, per costruire, insieme, un ponte di cultura, umanità e fede. Nel corso della visita all’università di Qom, dello scorso aprile, monsignor Enrico dal Covolo ha siglato un accordo di alleanza culturale tra l’ateneo iraniano e la PUL.

La pace passa attraverso la reciproca conoscenza.

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