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L’Italia dei paradossi: sì alla mostra con Cristo nell’urina a Lucca, no all’arte sacra a Firenze

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 14/11/15
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Anche l’arte diventa fonte di discriminazione. Dall’esaltazione della blasfemia al “divieto d’accesso” per gli scolaretti. Paradossi in ToscanaChiamatela pure arte. Ma blasfema. Al Photolux Festival di Lucca, dal 21 novembre al 13 dicembre prossimi, verrà esposta “Piss Chirst”, una fotografia realizzata da Andres Serrano, fotografo statunitense, che ha immortalato un crocifisso immerso in un bicchiere pieno della sua urina (Il Giornale, 13 novembre).

ANNI DI SCANDALO
Sono anni che l’opera crea scandalo. Succede dalla sua prima esposizione nel lontano 1987 negli Usa. In quel caso due senatori repubblicani portarono il caso anche in Parlamento. Di recente lo scatto fotografico ha provocato già le proteste dei corsi quando venne mostrata ad Ajaccio a settembre dello scorso anno.

LA DENUNCIA
A denunciare il fatto sono stati due esponenti locali leghisti in una nota: «È inammissibile – affermano i consiglieri regionali Manuel Vescovi ed Elisa Montemagni – che si sostengano iniziative di questo genere, dove vengono esposte opere che offendono pesantemente il cristianesimo».

IL DIRETTORE SI GIUSTIFICA
Secondo il direttore del festival, Enrico Stefanelli, invece, l’opera ha pieno diritto ad essere esposta. «Lo spirito del festival – ha detto – è quello dell’equilibrio in un contesto di libertà». «Quell’opera – continua – non è nata come un oltraggio o una contestazione del Cristo, quanto piuttosto della mercificazione delle immagini. Poi dobbiamo collocarla nel periodo storico in cui è stata realizzata, negli anni ’80».

PROTESTE CONTRO IL MINISTERO
Il deputato di Area popolare, Alessandro Pagano ha chiesto al ministero dei Beni culturali di ritirare il patrocinio e i finanziamenti «alla oscena mostra fotografica Photolux al Festival di Lucca. Si tratta di un percorso a tema ‘Sacro e profano’ che vede esposte una serie di opere molto discusse tra cui anche la nota ‘Piss Christ’» (askanews.it, 13 novembre).

“DIVIETO D’ACCESSO”
Se da un lato la mostra blasfema – peraltro il festival è finanziato anche da Comune di Lucca, Provincia e Regione Toscana – comunica un’immagine offensiva del Cristo, dall’altro è scattato un clamoroso “divieto d’accesso” per gli alunni della scuola elementare Matteotti di Firenze.

LA SENSIBILITA’ DEI NON CATTOLICI
Il consiglio interclasse del 9 novembre scorso ha deciso di annullare, per tutte le terze elementari della scuola, la già programmata visita alla mostra “Bellezza Divina” in corso a Palazzo Strozzi. Motivazione usata per cancellare dalla vista le opere di Van Gogh, Chagall, Fontana, ma anche Picasso, Matisse e Munch? «Per venire incontro alla sensibilità delle famiglie non cattoliche visto il tema religioso della mostra» (La Nazione, 13 novembre).

PROTESTA GENERALE
Parole che hanno letteralmente scioccato la stragrande maggioranza di padri e madri. «Ma come – si sono chiesti nell’immediato tam tam che si è scatenato dopo la comunicazione – vuol dire che d’ora in poi i nostri figli non potranno più studiare storia dell’arte, in gran parte basata proprio sull’arte sacra». Contrariato anche il sindaco Dario Nardella che su facebook ha stigmatizzato la scelta del consiglio interclasse.

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L’IMAM: ANDRO’ ALLA MOSTRA
Anche l’imam Izzedin Elzir (capo della Comunità islamica fiorentina e presidente dell’Ucoii), smonta la tesi del “divieto”: «Io e i miei figli andremo alla mostra e invito tutti ad andarci. Spesso vengono cancellate queste visite per non dare noia, ma vorrei ripetere per l’ennesima volta che il crocifisso per un musulmano non è una cosa che non rispettiamo, lo rispettiamo perché è il simbolo di una fede religiosa e noi rispettiamo la fede e il simbolo della fede”».

UN FINTO MORALISMO
Il moralista deve rinascere ogni volta, l’artista una volta per tutte, chiosa Intelligonews (13 novembre). Aveva ragione Karl Kraus e chissà cosa direbbe ora nel vedere che l’arte sacra viene vietata anche a coloro i quali potrebbero apprezzarla più di tutti. Perché puri.

 

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