Fanno scalpore gli arresti in Vaticano di mons. Vallejo Balda e della “lobbista” Chaouqui. Ma non facciamo di ogni erba un fasciodi Michele Zanzucchi
È vero, come dice padre Lombardi, che «è stata tradita la fiducia del papa». Però la gravità di quello che è accaduto – una montagna di file “sensibili” sono stati inoltrati a due noti giornalisti che da tempo scavano nei bassifondi vaticani – non risiede solo nell’atto di divulgare file segreti, ma anche nei fatti di cui si parla. Fatti tutti da verificare, così come le accuse gratuite e i teoremi elaborati da Nuzzi e Fittipaldi, autori dei due libri in uscita. Papa Francesco non lascerà correre tanto facilmente quanto è accaduto.
Tuttavia non ritengo che ci si trovi dinanzi a un Vatileaks 2. Le differenze con lo scandalo precedente legato al “maggiordomo” Paolo Gabriele sono macroscopiche.
Primo, non ci sono più maggiordomi e segretari “onnipresenti” e servitori vari. Il papa porta con sé la sua cartella nera. Non è stato violato il suo appartamento e la sua intimità.
Secondo, i due personaggi arrestati agiscono evidentemente della sorte perché già emarginati dagli organismi nei quali erano stati eletti a gran sorpresa di tanti. Con grande probabilità, si tratta semplicemente di vendetta.
Terzo, lo scandalo viene fuori perché stanno cominciando a funzionare i meccanismi di autocontrolloistituiti dal papa, e questo non può essere che un bene.
Quarto, le questioni in ballo sono “solo” di soldi, e non di altra natura.
Quinto, non si cerchino paragoni impossibili, i tempi sono diversi. Papa Francesco non è papa Benedetto: se il primo è nel pieno della sua energica riforma della Chiesa, Ratzinger non sembrava avere le forze per reagire, come hanno dimostrato di lì a poco le sue dimissioni.
Che nella Chiesa cattolica vi siano mele marce non è una novità. E non fa scandalo. Se il Vaticano saprà reagire e entrare non solo nella questione giudiziaria dei due arrestati e dei loro eventuali complici, mandanti o conniventi, ma entrerà anche nel merito di quanto descritto nelle carte trafugate e saprà creare meccanismi più efficaci di scelta dei principali collaboratori del papa, l’autogol apparente si trasformerà in un bel gol a favore della trasparenza e della povertà della Chiesa.