A Roma una mostra di autori contemporanei da tutto il mondo per reinterpretare la figura di Sant’Antioco.Si è aperta oggi (e sarà ospitata a Palazzo Valentini fino all’8 novembre) la mostra romana dedicata al patrono della Sardegna, Sant’Antioco, medico, missionario e protomartire morto nel I secolo a causa della persecuzione romana, dopo aver curato e ancor più convertito alla fede in Cristo moltissimi pagani.
Ad inaugurare la mostra curata da Roberto Lai, le istituzioni romane rappresentate dalla consigliera Gemma Azuni (anch’essa sarda di origini) che ha voluto accogliere Antioco nella Città Eterna, come modello esemplare di dedizione agli ultimi, quella che – secondo la consigliera capitolina – è anche la vocazione della città. A fare le “veci” del Santo il vescovo di Iglesias, monsignor Giovanni Paolo Zedda, che ha voluto ricordare la “testimonianza e la coerenza di fede di Antioco, dimostrata dalla sua azione concreta nei confronti dei poveri e dei malati e la sua allegrezza di fronte al martirio. Un punto di riferimento per chiunque voglia costruire il bene comune”. Parole confermate dal messaggio che Monsignor Angelo Becciu, sostituto alla segreteria di Stato vaticana, ha inviato salutando i presenti e ringraziando il lavoro che permette anche nel “continente” (come spesso i sardi si riferiscono all’Italia peninsulare), di conoscere questo straordinario Santo che è il Patrono della Sardegna.
L’occasione è anche quella che permette una riflessione sullo studio della storia sacra, non solo per farne memoria, o per questioni liturgiche, ma perché – come ha ricordato Oliviero Diliberto, ordinario di Istituzioni giuridiche antiche a La Sapienza ed ex ministro di Giustizia nonché ex segretario dei Comunisti Italiani – fondamentali per la comprensione dell’Italia così com’è. Citando lo storico marxista Delio Cantimori “Non si può capire la storia d’Europa e dell’Occidente, senza una profonda conoscenza della storia del cristianesimo, della Bibbia e della sua esegesi“.
A cimentarsi con il tema di Antioco artisti da tutto il mondo, non solo italiani e non solo sardi che hanno rivisitato e perfino reinventato l’iconografia classica del Santo di origini africane che evangelizzò la Sardegna compiendo miracoli e predicando il Vangelo di Cristo.