Abbiamo ascoltato il punto di vista di due autorevoli commentatori cattolici, che espongono due tesi differenti. Ma in comune sostengono che il consenso di Bergoglio sia ormai vastissimo
Nell’opinione pubblica che percezione si ha dell’azione papale? Realmente quella di rovesciare il Vangelo con le sue azioni, la sua linea? Oppure questo papa, visto il consenso crescente, fa paura a qualcuno? Chi lo teme?
Sono interrogativi che emergono in queste ore cruciali in cui il Sinodo prepara le conclusioni e Papa Francesco è stato al centro dell’attenzione mediatica prima per la lettera dei presunti cardinali contestatori, poi per la bufala del tumore al cervello.
Luis Badilla su Il Sismografo (21 ottobre) arriva ad una conclusione molto netta: «Lo vorrebbero chiuso in una sagrestia polverosa, muto e silenzioso, il più lontano possibile dalla “carne di Cristo” e di ogni incarnazione del Vangelo. Forse i soliti ignoti, famosi o anonimi, non hanno fatto i conti non solo con Jorge Mario Bergoglio ma neanche con la stragrande maggioranza del Popolo di Dio».
“NESSUN POTERE OSCURO”
Riccardo Cascioli, direttore de La Nuova Bussola Quotidiano, commenta ad Aleteia: «Se c’è una paura, un timore, è quello sbandierato da un gruppo di persone che si aspettano da questo papato una sorta di rivoluzione, di rovesciamento delle posizioni del magistero. Io sinceramente vedo un coro generale di adulazione sulla stampa sia cattolica che laica. Non condivido chi come Badilla evoca poteri oscuri. Intorno al papa vedo un consenso almeno di chi rappresenta le opinioni più “forti”. Poi si sa che ogni leader ha persone che lo sostengono e altre che lo temono».
“MANIPOLAZIONI” DELLA STAMPA
Piuttosto Cascioli, più che “paura” del papa, denuncia il «disorientamento generale che la stampa, non solo quella cattolica, cerca di generare». Il giornalista fa l’esempio de «la Civilta Cattolica, diventata una sorta di partito in occasione del Sinodo, che spinge in una sola direzione. Su diverse testate vedo artifizi giornalistici su alcuni passaggi di interventi papali, come quelli che dicono “no” al gender. E’ come se si volesse far percepire il messaggio che vanno bene, ad esempio, le unioni gay. Un’operazione che non è reale. Non è certo questo il messaggio che vuol far passare il papa».
UN PAPA “SPIAZZANTE”
Secondo il vaticanista de La Stampa Andrea Tornielli «è evidente alla maggior parte delle persone che guardano con occhi trasparenti al papa, che lui stia mostrando uno sguardo autenticamente evangelico sulla realtà. E’ altrettanto evidente – spiega Tornielli ad Aleteia – che questo sguardo evangelico possa essere spiazzante: mette in discussione, chiama al cambiamento, alla conversione, è una testimonianza che smuove, che non lascia tranquilli. Ogni qual volta accade questo, è naturale che ci siano delle reazioni negative. D’altro canto non è facile per nessuno mettersi in discussione, mentre è semplice ragionare secondo i proprio schemi».
BERGOGLIO COME GESU’
Il vaticanista sostiene che questa «preoccupazione», esiste, ma non è diffusa tra la gente. Non intacca il grosso dell’opinione pubblica, ma «alcuni gruppi, elites, personalità». Un po’, fa notare Tornielli, come Gesù che si vide osteggiato dai dottori della legge e dagli uomini delle istituzione. «Eppure dalla sua parte “conquisto” tanti peccatori, avvicinò tanta gente che era lontana dalla Chiesa».
“STUPITO DA CHI LO TEME”
«Mi stupisce – sentenzia il vaticanista – non il consenso che oggi ha il papa, quello oggi ci può essere e domani no, come lui stesso ha ribadito più volte. Ciò che mi stupisce è la preoccupazione di chi è preoccupato che il papa sia troppo popolare! Abbiamo discusso per tanti anni che la chiesa era debole, attaccata dai media, vulnerabile. Ora dovremo essere tutti contenti che il papa riesca a parlare fuori dalla chiesa e che la sua testimonianza risulti attraente».