Far nascere il belloLe civiltà tramontano perché invecchiano e muoiono: così l’Occidente manifesta i segni del disfacimento. Basta pensare come i princìpi della cultura dominante mostrano la loro fragilità. “Time is money” si dice (non a caso in inglese) per dire che il tempo è denaro. Grande sciocchezza. Ricordo con quanta intensità San Josemaría diceva che il tempo è poco per amare. Il tempo è grazia non denaro. La democrazia e la libertà d’espressione, due punti cardini della civiltà occidentale, lasciano spazio alla sensazione che chi realmente governa siano le lobby finanziarie attraverso lo strumento della comunicazione, per imporre i loro indirizzi attraverso l’apparente libertà. L’emancipazione femminile, frutto del fermento cristiano (al di fuori del cristianesimo la donna è avvilita), si sta tramutando nel suo opposto: mai come oggi la donna è costretta a faticare più dell’uomo. La valorizzazione della persona (eredità cristiana anche questa) si è ridotta alla concezione individualistica della società con la conseguenza negativa (fra le altre) del disprezzo della famiglia e delle comunità intermedie. Le arti, dapprima idolatrate, portano in sé un germe di dissoluzione: la bellezza e l’armonia sono relegate agli ambiti commerciali. Non è una visione pessimista è l’evidenza del compito che spetta ai cristiani. Tocca a noi far nascere il gusto del bello, dello splendore dell’amore, della fiducia di conoscere la verità. C’è da fare per i giovani: occorre educarli con l’esempio e con il coraggio.