È appena tornato dalla Macedonia, dove ha supervisionato l’opera di accoglienza alle frontiereIl freddo sta arrivando nei Balcani e nelle repubbliche dell’est europeo in cui si affollano migliaia di rifugiati siriani, per questo padre Ángel non capisce il fatto che i politici non facciano nulla. “Li faranno morire di freddo”, denuncia.
Il fondatore di Mensajeros por la Paz ha offerto la sua testimonianza a La Tarde de COPE appena tornato a Madrid dalla Macedonia, dove ha supervisionato l’opera di accoglienza dei rifugiati.
È intervenuto anche il comandante della Guardia Civil José María Dueñas, responsabile del servizio dell’imbarcazione Río Segura, che riscatta gli immigrati nelle acque del Mediterraneo mentre i politici fanno i conti sulla distribuzione di queste persone, siriani che devono fuggire dal proprio Paese non trovando un luogo in cui riposare in questo pellegrinaggio incessante.
La partita si gioca su due campi: nel Mediterraneo e alle frontiere dell’Europa dell’est – Serbia, Croazia, Macedonia e Slovenia.
Dopo aver riscattato 633 persone, l’imbarcazione Río Segura della Guardia Civil – che fa parte dell’Operazione Tritone – è arrivata nel porto di Taranto. Imbarcazioni di Medici Senza Frontiere e della Marina italiana hanno salvato gli immigrati che viaggiavano su barche ormai alla deriva.
Una delle donne che si trovavano su una di queste imbarcazioni era incinta e ha partorito su una delle barche di Medici Senza Frontiere. La sua storia richiama l’attenzione.
Si chiama Collins e viene dal Camerun. È stata sequestrata dai membri di Boko Haram, e dopo essere stata prigioniera per due mesi è riuscita a fuggire, ma suo marito no. Alcune settimane dopo Collins ha scoperto di essere incinta e ha deciso di cercare un futuro migliore per suo figlio. Ha iniziato un duro viaggio di 6 mesi fino alla Libia, affrontando mille difficoltà fin quando non è riuscita a trovare un posto su una barca per andare in Europa.
La sua è una storia a lieto fine, ma bisogna guardare con preoccupazione all’est europeo. Medici Senza Frontiere denuncia che ci sono circa 3.000 persone bloccate alla frontiera tra Serbia e Croazia.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]