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Quella che emerge dal Sinodo è una Chiesa libera, vivissima e fedele

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mons. Bruno Forte - Il Sole 24 Ore - pubblicato il 19/10/15
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Quale immagine di Chiesa emerge dal Sinodo dei Vescovi sulla famiglia che è in corso in queste settimane in Vaticano? Come protagonista diretto, “segretario speciale” di questa assemblea sinodale nominato da Papa Francesco, non esiterei a rispondere che si tratta di una Chiesa libera, vivissima e fedele.

È una Chiesa libera quella che si sta manifestando negli interventi e nei dialoghi sinodali: lo è per desiderio preciso del Papa, che ha invitato i vescovi rappresentanti di tutte le Chiese del mondo in comunione con Roma a esprimersi in totale franchezza. “Non c’è niente di cui si possa dire: di questo non si può parlare!”.

E l’invito è stato raccolto con entusiasmo, tanto da poter dire che non ci siano situazioni significative per la vita delle famiglie nel “villaggio globale” che non siano state in qualche modo evocate o rappresentate nell’aula sinodale. D’altronde, è lo stesso tema del Sinodo che porta naturalmente a riferirsi alla rete complessa di condizioni, di sfide, di possibilità e di problemi che toccano le famiglie nei diversi contesti del pianeta. Dalle lacerazioni connesse alla guerra in Siria o alla situazione dell’Iraq e dell’intero Medio Oriente, alle difficoltà economiche e sociali del Sud del mondo, alla crisi dell’istituto familiare nell’Occidente europeo e americano, alla variegata considerazione della famiglia in Paesi come la Cina e l’India, è veramente il mondo intero e la realtà familiare nei suoi molteplici aspetti e problemi ad essere al centro della riflessione.

Un dato che emerge è quello della rilevanza riconosciuta dovunque alla famiglia nella crescita della persona. Perfino lì dove si riscontra un rigetto dell’idea di sposarsi per creare una famiglia, come avviene fra le fasce giovanili del Nord occidentale, resta diffuso fra gli stessi giovani un “desiderio di famiglia”, che rivela soprattutto il bisogno di riferimenti affidabili che l’età giovanile porta inevitabilmente con sé. L’esame di coscienza sul modo in cui la Chiesa si pone in questa complessità di situazioni mostra luci e ombre: non basta affermare il valore della realtà familiare se poi non si pone al centro dell’azione pastorale la cura delle famiglie, estesa ad abbracciare anche le più diverse situazioni di famiglie ferite (divorziati risposati e no, separati, coppie in crisi…). Dal punto di vista socio-politico, poi, la ferma denuncia di molte carenze di attenzione e di sostegno alla famiglia è stata largamente presente.

La Chiesa che parla con piena libertà delle sfide, dei problemi e delle risorse delle famiglie nei diversi contesti non può non sentirsi interpellata da quanto viene presentato in Sinodo: è una Chiesa viva quella che si sente palpitare nel dibattito sinodale. Lo è anzitutto per la testimonianza diretta di innumerevoli iniziative pastorali suscitate e vissute al servizio delle famiglie, per accompagnarle e integrarle nella vita della comunità cristiana e della società civile. Lo è anche dove si denunciano le carenze, sia da parte dell’azione della Chiesa stessa, che da parte delle istituzioni politiche e sociali. Tutt’altro che indifferente alla complessità dei contesti e delle forme di governo che li caratterizzano, spesso è la comunità cristiana che porta avanti azioni di denuncia e di promozione umana, sollecitando alla giustizia i detentori del potere.

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