Parigi ha accolto un simposio sull’argomento. Un giornalista di “Famille Chrétienne” era presente in incognitodi Arthur Herlin
L’eutanasia per gli adulti non è ancora stata legalizzata in Francia, ma la principale loggia massonica del Paese, il Grande Oriente di Francia, già dibatte su una legge sul fine vita adattata ai minori.
Un giornalista di Famille Chrétienne ha potuto assistere a una conferenza intitolata “La fine della vita dei bambini”, organizzata il 3 ottobre nel tempio della loggia per la commissione nazionale di salute pubblica e di bioetica del Grande Oriente di Francia.
Per l’occasione era presente anche il senatore belga Philippe Mahoux, padre della legge che ha depenalizzato l’eutanasia in Belgio nel 2002 e di quella del 2014 che l’ha estesa ai bambini.
“Il grande giorno, anche se di fronte a un pubblico ridotto”, il senatore ha potuto esporre la propria visione dell’eutanasia, “un gesto ultimo di umanità, che è un gesto di vita!”, ha spiegato il giornalista.
La sua riflessione ha assunto poi la forma di una campagna promozionale: “Lo scandalo non è la morte, ma la sofferenza e la malattia, tanto più quando si tratta di un bambino”.
Il senatore ha anche fatto un appello alla semplificazione ai politici francesi perché offrano “uno spazio di libertà”, chiedendo un’eutanasia “senza limiti di età”.
Predicare ai convinti
Secondo il giornalista di Famille Chrétienne, nessuna obiezione ha ostacolato il discorso. Evidentemente il senatore predicava a persone già convinte. “Spazzava via le critiche con le mani”.
I suoi oppositori, ha affermato, hanno “una visione elitista della pratica medica, di individui animati da convinzioni religiose”.
Com’era da aspettarsi, gli oratori successivi si sono dati battaglia sul “discorso che glorificava l’individualismo”, ha scritto il giornalista.
L’unico problema, sottolineato da un “habitué del luogo”, il deputato del PS di Rhone Jean-Louis Touraine, è il blocco all’Assemblea Nazionale delle misure a favore dell’eutanasia degli adulti, una tappa previa indispensabile per permettere ai partecipanti a questo dibattito di esercitare la propria pressione sul fine vita dei bambini.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]