Putin ha deciso per un appoggio militare incondizionato ad Assad ma dovrà collaborare con la Nato per ottenere un risultato.La situazione siriana non è mai stata semplice, oggi lo è ancora meno dopo la decisione del governo russo di Putin di avviare azioni militari contro tutti i jihadisti sul territorio siriano, comprese quelle forze che si opponevano al presidente Assad fin dalla cosiddetta primavera araba. In mezzo c’è di tutto, oltre naturalmente alla popolazione schiacciata tra l’incudine dei rivoltosi e il martello delle milizie presidenziali. La questione di questi giorni è che finora gli sforzi delle truppe di Mosca non si sono concentrati sul nemico numero uno: l’Isis.
Oggi il ministero della Difesa russo fa sapere che potrebbe accogliere la proposta del Pentagono sul coordinamento nella lotta allo Stato islamico.
L’AGI riferisce che:
Intanto una massiccia ondata di raid aerei russi nell’ovest della Siria ha colpito quattro posizioni dei ribelli, ed e’ stata accompagnata da un assalto sul terreno delle forze del regime. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Pesanti bombardamenti sono segnalati su un villaggio a nord di Hama. Colpita anche la provincia di Idlib.
Secondo gli attivisti siriani, i raid russi si sono concentrati sul villaggio di al-Lataminah nella provincia di Hama e sulle citta’ di Khan Shaykhun e Alhbit a Idlib. Nell’area sono stati segnalati anche bombardamenti con missili terra-terra. Gran parte della provincia di Idlib e’ nelle mani di gruppi ribelli jihadisti, tra i quali i qaedisti del Fronte Al Nusra e altre fazioni (7 ottobre).
La Russia nel frattempo sta facendo di tutto per far spazientire la Nato, dopo uno sconfinamento di quasi 5 minuti nel cielo turco con alcuni Mig. Dal Corriere della Sera si viene a sapere che:
Intanto la Russia ha invitato la Turchia a discutere la prevenzione degli «equivoci» in Siria. Lo ha detto il vice ministro della Difesa russo Anatoli Antonov. «Il quartier generale del ministero della Difesa – ha spiegato – è pronto per la creazione di diversi tipi di gruppi di lavoro con qualsiasi Stato interessato a questa problematica» e ad «accogliere a Mosca i rappresentanti del ministero della Difesa turco». La violazione dei cieli turchi da parte della Russia era stata duramente commentata anche dalla Nato, mentre Mosca si era difesa “incolpando” il maltempo (6 ottobre).
[protected-iframe id=”8d6afea81705c13ceae76aa9f414c1b3-95521288-92902675″ info=”http://video.corriere.it/video-embed/00bd0b34-6b79-11e5-9423-d78dd1862fd7″ width=”540″ height=”340″ scrolling=”no”]
Intanto il Governo italiano sta temporeggiando, e sembra – ma al momento sono voci non confermate – che si deciderà per un intervento dei Tornado in missioni contro l’Isis, ma non in Siria, bensì in Iraq.
“E’ scontato – dice il ministro della Difesa Roberta Pinotti davanti alle commissioni esteri e difesa di Camera e Senato – che il governo riferirà al Parlamento” qualora l’ipotesi diventasse realtà. “Stiamo valutando possibili, ulteriori ruoli per l’utilizzo dei velivoli in teatro – prosegue il titolare della Difesa – ma non c’è nulla di deciso”. “Una cosa è certa – aggiunge il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni – l’Italia non ha preso nuove decisioni sull’utilizzo dei nostri aerei e, se dovesse prenderle, il governo non lo farebbe di nascosto ma coinvolgerebbe, come è ovvio e doveroso, il Parlamento. In attesa di capire come evolverà la vicenda, un primo faccia a faccia con il principale alleato della coalizione c’è stato oggi a Sigonella tra il ministro della Difesa, Roberta Pinotti ed il capo del Pentagono, Ash Carter (Ansa, 6 ottobre).
La questione dell’uso dell’arsenale italiano in zona di guerra, superando l’attuale missione che è solo di pattugliamento e ricognizione, potrebbe far parte del prossimo dibattito politico in sede parlamentare che dovrà affrontare il rifinanziamento delle missioni all’estero. Al momento il nostro principale impegno è nel Libano dove le regole d’ingaggio (cioè quelle di combattimento) non prevedono l’uso della forza.
Qui una infografica sul controllo della Siria da parte delle varie forze in campo