Chiedono che il Sinodo sia scandaloso per i moderni quanto Cristo lo è stato per gli apostoliIndirizzata al papa e ai padri sinodali, la “Lettera aperta al Sinodo da più di 100 convertiti”, diffusa da poco, li esorta a “sostenere l’insegnamento di Cristo sull’indissolubilità del matrimonio con la stessa fedeltà e la stessa testimonianza gioiosa e coraggiosa che la Chiesa cattolica ha mostrato nel corso della storia”.
I firmatari spiegano che l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio e la sessualità, ora tanto criticato anche all’interno della Chiesa, li ha aiutati ad essere attratti dalla Chiesa, soprattutto perché questa sosteneva tali verità quando la società ha iniziato a rifiutarle.
Nella lettera, indirizzata ai padri sinodali a metà settembre, i firmatari si oppongono alle proposte di allentare la disciplina ecclesiastica per i divorziati risposati, incluso il “percorso di penitenza” sostenuto da alcuni padri sinodali.
Queste proposte, affermano, non affrontano “la vera crisi della famiglia” che sottosta al problema del divorzio e ad altre problematiche come la contraccezione, la convivenza e l’attrazione omosessuale.
Il testo si chiude con la speranza che la testimonianza da parte dei firmatari del potere dell’insegnamento della Chiesa rafforzi i padri sinodali.
Interpellata sull’origine della lettera, l’organizzatrice Margaret McCarthy, dell’Istituto per Studi su Matrimonio e Famiglia, ha dichiarato di aver capito quanto fosse importante la questione del matrimonio e del divorzio per il cristianesimo delle origini. L’insegnamento di Gesù sull’indissolubilità del matrimonio scandalizzò anche i discepoli, che dissero “Allora non sarebbe meglio non sposarsi per nulla?”
L’insegnamento di Gesù rende il matrimonio un attraente “segno di eternità”, ha affermato, perché ci aiuta a incontrare Dio. “Lo stesso vale per il desiderio dei figli dei primi cristiani e per l’elevata visione delle donne e della creazione da parte del cristianesimo, che indicano una convinzione e una pratica molto diverse da quelle dei pagani”.
“Molti di noi convertiti sono stati attirati dalla determinazione della Chiesa cattolica su questioni riguardanti l’esistenza umana incarnata, non semplicemente perché volevamo essere moralmente rigorosi, ma soprattutto perché era un’espressione della capacità di attrazione di Cristo, il Verbo fatto carne”.
La lettera è stata firmata da più di 130 persone entrate nella Chiesa cattolica da adulte, molte mentre lavoravano come ministri protestanti.
Tra i firmatari figurano il professore di Oxford John Finnis, la direttrice della Coalition Against Reproductive Trafficking Alana Newman, il sociologo Mark Regnerus, l’editore di The Stream Jay Richards, l’autrice di Thrill of the Chaste Dawn Eden, lo studioso biblico Scott Hahn, Elizabeth Kantor di Regnery Publishing, Thomas Farr del Berkley Center for Religion, Peace, and World Affairs e i suoi colleghi Timothy e Rebekah Shaw, l’autore David Mills e i filosofi J. Budziszewski, Laura Garcia e Sherif Girgis.
David Mills, ex direttore esecutivo di First Things, ha affermato che lui e sua moglie hanno scoperto l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio quando erano episcopaliani.
“Avendo scoperto la profonda saggezza della Chiesa quando insegnava qualcosa che era rifiutato da quasi tutti quelli che conoscevamo”, ha detto, “abbiamo visto che ne dovevamo far parte”. Il Sinodo, ha aggiunto, deve parlare chiaramente alla gente nel modo in cui la Chiesa ha parlato a lui.
Definendosi un “ritornato”, visto che aveva lasciato la Chiesa quando aveva 14 anni, il filosofo della Baylor University Frank Beckwith è ritornato in parte perché ha trovato attraente l’insegnamento della Chiesa.
La sua preoccupazione è che “anche se il Sinodo non ha il potere ecclesiale di cambiare gli insegnamenti cattolici su tali questioni, possa offrire le sue conclusioni al mondo in un linguaggio fuorviante che possa servire da catalizzatore per assicurare che la prossima generazione di cattolici sia privata del fatto di conoscere e di vivere la pienezza degli insegnamenti della Chiesa”.
“Se non fosse per la misericordia saremmo tutti perduti, perché la verità ci sfida volutamente in questo campo”, ha affermato un altro firmatario, il sociologo dell’Università del Texas Mark Regnerus. “La verità senza misericordia è crudele, ma la misericordia che ignora la verità è anch’essa una crudeltà, e non ha senso”.
Crescendo come presbiteriano, ha detto, era “piuttosto ignaro” relativamente alle questioni matrimoniali. Leggere un breve riassunto della Teologia del Corpo di Giovanni Paolo II “ha aperto tutte le luci”, e lo ha lasciato imbarazzato “per la mia esigua tradizione e per il mio pensiero semplicistico e individualistico su questi argomenti. Mi ha davvero istruito, e continua a farlo”.
Il testo completo della lettera e la lista dei firmatari possono essere trovati qui.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]