Lo scopo è condizionare il «Sinodo reale»Com’era prevedibile, anzi scontato, è già cominciato il «Sinodo mediatico» il cui scopo strategico è quello di condizionare il «Sinodo reale», la condotta dei padri sinodali e le riflessioni sinodali. E nel calderone dei lobbisti c’è di tutto: quelli che stanno contro e quelli che stanno a favore (di ogni cosa); quelli cosiddetti conservatori, quelli invece cosiddetti liberali; quelli interessati nel futuro e nella missione della Chiesa e quelli che non ci credono ma approfittano per trarre vantaggi di ogni tipo.
Il target è fin troppo palese: polarizzare ogni cosa e farlo in modo tale di riuscire, se possibile, a incastrare papa Francesco, costringendolo a prendere posizione a favore degli uni o degli altri, oscurando il più possibile il Vangelo, troppo scomodo se preso sul serio e con coerenza.
Quest’è la verità di fondo e quanto accade sulla stampa, anzi, soprattutto sulla stampa, non è altro che espressione di questa strategia in cui gli uni e gli altri, seppure in posizioni antagonistiche, finiscono per camminare a braccetto: una sorta di tacito patto spurio.
Preparando il nostro lavoro per coprire il meglio possibile il Sinodo abbiamo incontrato tre giornalisti (Stati Uniti, Belgio e Francia) che si trovano da giorni a Roma per conto delle loro testate con il compito di seguire i lavori della XIV Assemblea sinodale. Si tratta di tre colleghi decisamente e trasparentemente «contro Papa Bergoglio»: lo dichiarano, anzi lo confessano, lo argomentano e lo ribadiscono in ogni istante. La conversazione, gradevole e ricca di spunti, a un certo punto cambia rotta all’improvviso. Uno dei colleghi, di fronte alla nostra obiezione «indica un solo passaggio documentato dove a tuo avviso papa Francesco sta travolgendo la dottrina», risponde con celestiale ingenuità: «Non ce n’è nessuno, ma non è questo il problema. L’importante, poiché lui con il suo stile e modo di fare il Papa sta destrutturando la sacralità del papato, è dare una percezione di una Chiesa sull’orlo del tradimento del Vangelo».
Restiamo trasecolati e dopo un attimo di smarrimento domandiamo: «Chiesa percepita? E cosa sarebbe?».
Risposta: «Che il Popolo di Dio, i fedeli, l’opinione pubblica, insomma tutti, anche i non credenti, a prescindere dell’esistenza e non di buone e solide ragioni, abbiano l’impressione e la consapevolezza che questo Papa è il peggio che poteva succedere alla Chiesa dopo il Concilio».
La nostra replica è semplice: «Ma se non è vero che esistano ragioni oggettive e dimostrabili, come te stesso riconosci, come è possibile pensare e agire in questo modo? Come è possibile fare del giornalismo ingannando i tuoi lettori in questo modo?».
Risposta del mio interlocutore: «No!, non hai capito. Non c’è inganno. Occorre aprire strade per correggere quanto deciso dal Conclave».
Domando: «Cioè un nuovo Papa?».
Risposta: «Sì, o almeno portare all’estremo il logoramento di Francesco e abbassare il suo profilo. Poi si vedrà».
Insomma: al centro c’è solo un obiettivo, papa Francesco. Lo vorrebbero chiuso in una sagrestia polverosa, muto e silenzioso, il più lontano possibile dalla «carne di Cristo» e di ogni incarnazione del Vangelo.
Forse i soliti ignoti, famosi o anonimi, non hanno fatto i conti non solo con Jorge Mario Bergoglio ma neanche con la stragrande maggioranza del popolo di Dio.