Anche per la trasferta a Cuba e negli Stati Uniti ci sono stati due viaggi: quello di alcuni circoli mediatici e intellettuali e quello della genteNella vignetta sono riprodotti un democratico e un repubblicano che discutono davanti a Papa Francesco. «Sul cambiamento climatico è con me», dice il primo. «Sulla vita è con me». Leggermente più distante c’è Gesù, che chiosa: «Scusatemi, ma io sono ben sicuro che sia con me».
È una sintesi di quanto accaduto in questi giorni, tanto più che ai due esponenti politici si sarebbero potuti sostituire senza problemi altrettanti prelati, uno progressista e uno conservatore.
Gli adepti della polarizzazione, i crociati in servizio permanente effettivo, quanti riducono la fede a ideologia, a sinistra come a destra, e faticano ad «afferrare» Francesco perché non riescono a inserirlo nei propri schemi precostituiti. Invece di partire dalla realtà, la interpretano con le lenti fuorvianti della semplificazione.
Come spesso accade, anche per la trasferta papale a Cuba e negli Stati Uniti ci sono stati due viaggi. Quello che hanno voluto vedere alcuni circoli mediatici e intellettuali, e quello della gente. Tanta gente, che si è riversata commossa nelle strade. Quella gente che sabato sera nel Boulevard Benjamin Franklin di Philadelphia dopo una veglia che assomigliava più a uno spettacolo hollywodiano, si è lasciata entusiasmare guardando al Papa e ascoltando le sue parole.
Francesco sa di vivere in un tempo in cui la lamentazione, il richiamo nostalgico al passato, i proclami e le contrapposizioni tipiche di certi «cultural warriors» servono soltanto a esaltare i propri seguaci. Non raggiungono il cuore dei tanti «feriti» del nostro tempo. Cioè non evangelizzano.
Nel cuore degli americani probabilmente rimarrà il poetico richiamo ai padri fondatori contenuto nel discorso al Congresso. Ma non c’è dubbio che due messaggi importanti Papa Bergoglio li ha dati nei discorsi ai vescovi. Quello ai vescovi degli Stati Uniti e quello ai vescovi e cardinali provenienti da tutto il mondo presenti all’incontro delle famiglie.
La famiglia oggi è attaccata, i giovani non si sposano più, gli Stati introducono legislazioni sulle unioni omosessuali. «Come pastori – ha detto Bergoglio – noi vescovi siamo chiamati a raccogliere le forze e a rilanciare l’entusiasmo per la nascita di famiglie più pienamente rispondenti alla benedizione di Dio, secondo la loro vocazione! Dobbiamo investire le nostre energie non tanto nello spiegare e rispiegare i difetti dell’attuale condizione odierna e i pregi del cristianesimo, quanto piuttosto nell’invitare con franchezza i giovani ad essere audaci nella scelta del matrimonio e della famiglia».
Con le sue parole e i suoi gesti Francesco indica la via per un cambiamento per passare da un «un cristianesimo che “si fa” poco nella realtà e “si spiega” infinitamente nella formazione», a un cristianesimo testimoniato come «buona notizia». Da cristiani che trovano la loro consistenza e talora si esaltano nel fare analisi di dottrina agli altri, a cristiani capaci di «perdere tempo» con le famiglie. Capaci di vicinanza a quelli che sono «perduti, abbandonati, feriti, devastati, avviliti e privati delle loro dignità».
Perché se l’annuncio del Vangelo è l’incontro con lo sguardo misericordioso di Gesù «anche una donna samaritana con cinque “non-mariti” – ha detto Francesco – si scoprirà capace di testimonianza» e magari «un maturo pubblicano si precipiterà giù dall’albero e si farà in quattro per i poveri ai quali – fino a quel momento – non aveva mai pensato».
I più grandi nemici di Gesù duemila anni fa non sono stati i peccatori, le prostitute, i pubblicani o i ladroni. Sono stati gli uomini di religione dell’epoca, i dottori della legge, coloro che si consideravano giusti e perfetti. Non avevano bisogno di salvezza, di misericordia, di aiuto. Sono gli stessi che oggi devono incasellare Papa Francesco nei loro piccoli schemi e pregiudizi, per non lasciarsi mettere in discussione, per non lasciarsi provocare, per non lasciarsi spiazzare.
Nel suo viaggio americano, in tanti hanno imparato a conoscere Francesco e la sua testimonianza che «spiazza». Con il Vangelo.