separateurCreated with Sketch.

Papa Francesco se n’è andato. E ora?

Pope Francis delivers Mass at the Basilica of the National Shrine of the Immaculate Conception in Washington, DC, on September 23, 2015. AFP PHOTO / VINCENZO PINTO

whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Tom Hoopes - pubblicato il 28/09/15
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

Aspettate. Cos’è accaduto?Il jet dell’Alitalia è appena decollato, gli emoticons del papa sono stati messi via, le suore entusiaste devono essere andate tutte a casa e le masse hanno lasciato le vie di Philadelphia.

Ancora una volta viviamo in un Paese come gli Stati Uniti d’America senza papa.

Cos’è accaduto? Cose dovevamo trarre da questa visita?

Penso che John Boehner lo sappia.

Lo Speaker della Camera statunitense in genere evita i giornalisti. La sera della visita papale non lo ha fatto. Il giornalista politico Robert Costa ha raccontato come lo Speaker lo abbia visto in piedi vicino alla rotonda del Campidoglio e gli si sia avvicinato.

Ha insistito nel ripetere ogni dettaglio del suo incontro con papa Francesco quel giorno (“Aspetti, aspetti”, diceva mentre tiravo via il braccio, “Mi faccia finire!”)

“Il papa mi ha detto: ‘Per favore, preghi per me. Per favore, preghi per me”, continuava a ripetere Boehner come sotto shock.

Boehner, cattolico, si è dimesso la mattina dopo.

Mi ha ricordato la storia che il defunto giornalista della NBC Tim Russert raccontò sulla sua visita a Giovanni Paolo II in Vaticano.

“La porta si è aperta, e c’era il papa vestito di bianco. È entrato solennemente nella stanza. Ero lì per convincere Sua Santità che era suo interesse apparire nello show Today, ma i miei pensieri si sono presto spostati dalle classifiche [dei programmi della NBC] all’idea di salvezza. Ero lì con il Vicario di Cristo. Ho semplicemente esclamato: ‘Mi benedica, Padre!’”.

Questo è il potere di una visita papale.

Il papa era lì. Il successore di Pietro. Quello che Cristo ha definito la roccia. L’unico a cui Cristo ha detto di rafforzare i suoi fratelli era lì.

E questo ha qualcosa di più del potere della celebrità.

È il fenomeno descritto in Atti 5, 15, quando le persone “portavano gli ammalati nelle piazze, ponendoli su lettucci e giacigli, perché, quando Pietro passava, anche solo la sua ombra coprisse qualcuno di loro”.

L’ombra di Pietro ha poteri magici? Sicuramente no. Il pescatore di Galilea meritava tanta agitazione? Assolutamente no.

Era Gesù Cristo che cercavano – e sapevano dove trovarlo. Nel suo vicario sulla terra.

Quando papa Francesco ha fatto le sue prime dichiarazioni sul suolo americano, alla Casa Bianca, alcuni critici hanno criticato il fatto che non abbia menzionato Gesù Cristo. “Come ha osato?”, hanno scritto su Twitter, Facebook e blog.

Quando è stato sottolineato che neanche papa Benedetto ha menzionato Gesù alla Casa Bianca, hanno detto “Beh, avrebbe dovuto!”

Non ho visto nessuno sottolineare che San Giovanni Paolo II ha assunto lo stesso approccio diplomatico – anche se lo ha fatto – o che Francesco abbia proclamato Cristo in ogni evento pubblico – ma è vero anche questo.

Non ho neanche visto nessuno sottolineare che quando sei un papa proclami Cristo con la tua stessa presenza. È questo che mette alcuni di noi a disagio quando vediamo il papa in una fila di figure religiose. Sembra strano in quella sede. È una figura singolare, non solo “uno del mucchio”.

Alla Casa Bianca vestito di bianco sembra stridente come un’ostia o un cero pasquale – una presenza potente che deve ogni aspetto del suo potere a Gesù.

La gente lo ha notato.

Ruth Smart di Brooklyn ha parlato all’Associated Press del fatto di averlo visto a Central Park, a New York, ma avrebbe potuto parlare a San Luca del fatto di cercare l’ombra del papa nelle strade di Gerusalemme.

“Mentre passava, si sentiva una pace rinfrescante, come se stesse stendendo una grande coperta sulla folla”, ha detto all’Associated Press. “Anche quando la gente è esplosa in un boato, era pura gioia”.

Il potere della presenza papale è stato descritto così nella copertura dell’evento. È stato pace, gioia… e incoraggiamento.

La sua visita non pianificata ha incoraggiato le Piccole Sorelle dei Poveri nella loro causa contro il mandato HHS dell’Amministrazione Obama. “Ci ha dato grande energia e tutte sono uscite molto fortificate”, ha detto suor Constance Veit a NBC News. “È stata una boccata d’ossigeno”.

I vescovi hanno espresso la stessa risposta, riassumendo la sua visita sul National Catholic Register come “incoraggiante”.

Il papa ha affrontato i non cattolici nello stesso modo. “Non ha assunto il tono di correggere o criticare le persone”, ha detto alla Catholic News Agency padre Chris Pollard. Francesco ha “usato quello che loro trovano già familiare e su cui concordano, cercando di portarli qualche passo più vicino alla fede cristiana”.

Ha funzionato.

Prima che arrivasse, il The New York Times ha trattato il papa come un incidente di traffico, ma descrivendo la sua visita tutto si è dissolto in una gioia lirica.

“I commenti politici che sono seguiti alle sue dichiarazioni a Washington all’inizio di questa settimana sono sembrati svanire”, ha riferito ilTimes, citando una donna di 70 anni che lo ha visto e ha affermato: “Sono ebrea, e questo è comunque il momento più bello della mia vita”.

Quando il papa ha parlato agli allievi di una scuola di Harlem, ha terminato il suo discorso dicendo: “Prima di lasciarvi vorrei darvi un ‘compito a casa’ – va bene? E’ una richiesta semplice ma molto importante: non dimenticatevi di pregare per me, perché io possa condividere con tante persone la gioia di Gesù”.

Le loro preghiere hanno funzionato.

Ora è andato via. Ma ci ha detto cosa fare: andare da Gesù.

 

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

Top 10
See More