Una dottrina perniciosa New Age che si vuole imporre nell’educazione e nella salute dei bambiniIn Occidente, a sempre più bambini viene diagnosticata una “nuova” malattia: il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD), che viene discusso a vari livelli e ha portato alcuni a reagire sottolineando il carattere “speciale” di questi bambini, che spesso non avrebbero un disturbo psichico o comportamentale, ma sarebbero “Bambini Indaco”, il germe di una nuova umanità.
Cosa sono i Bambini Indaco?
Ultimamente si parla molto di quelli che sono chiamati, in base ai contesti, Bambini Indaco, bambini azzurri, bambini cristallo, bambini di luce, bambini di grazia… Si tratterebbe di una nuova classe di piccoli – si osservino fin d’ora le innegabili sfumature razziste di tutta questa teoria – che vengono al mondo e sono speciali. E non solo: hanno la consapevolezza di essere superiori agli altri, di trovarsi in uno stadio evolutivo superiore. Molti autori parlano perfino di un DNA diverso da quello del resto dell’umanità.
Cosa avrebbero di speciale questi bambini? I Bambini Indaco sono più intelligenti e creativi, hanno più intuizione e forza interiore, tendono ad essere indipendenti e poco inclini al comportamento gregario (fino ad essere tacciati di introversione e antisocialità) e avrebbero capacità spirituali ed extrasensoriali particolari, che potrebbero arrivare a definirsi paranormali o soprannaturali.
La loro origine: tra i colori e gli extraterrestri
Come si può supporre – ma bisogna anche chiarirlo –, la storia dei Bambini Indaco non ha alcuna origine scientifica né si basa su ricerche razionali. Dietro quest’idea c’è una parapsicologa, Nancy Ann Tape, che nel 1982 ha pubblicato il libro Understanding your life through color (“Capire la tua vita attraverso il colore”), in cui, basandosi sulla presunta lettura dell’aura delle persone (il campo energetico che ci sarebbe intorno al corpo fisico), proponeva la classificazione dell’umanità in base al suo colore. Niente di scientifico, quindi, ma esoterismo diffuso alle masse.
Non sarebbe stato che un altro libro tra la miriade di scritti del New Age se Lee Carroll, un californiano laureato in Business ed Economia, non ne avesse adottato le idee. E ora viene l’excursus importante, perché Carroll è uno dei “canalizzatori” più significativi del New Age. Nel fenomeno del channeling – ovvero il contatto diretto per via telepatica con entità spirituali, superiori o extraterrestri –, spicca la trasmissione di messaggi di Kryon all’umano Lee Carroll.
Cosa o chi è Kryon? Secondo Carroll è un’entità angelica o “angelo amorevole” che comunica con lui dal 1989. Da allora, e nel corso di oltre una decina di volumi, Lee Carroll ha pubblicato i messaggi dettati da questa entità, in cui si parla di molte cose: la situazione critica attuale della Terra, l’imminenza di un cambio di epoca (avrebbe dovuto verificarsi già in date come il 1987 o il 2003), la situazione karmica speciale del mondo, l’ascesa di tutta la realtà a una nuova fase dell’esistenza senza passare per la morte, il cambiamento magnetico del DNA…
Secondo i suoi seguaci, Kryon è stato “inviato da un gruppo di maestri extrafisici che conosciamo come La Fratellanza”. Lui e il suo gruppo avrebbero iniziato a comunicare con il nostro pianeta nel 1989 “per la Convergenza Armonica, quando si è realizzata una misurazione dell’energia e del potenziale futuro dell’umanità. Visto che i risultati sono stati positivi, il gruppo di Kryon è venuto a modificare la rete magnetica del pianeta per sostenere noi umani nel nostro cammino verso l’illuminazione”.
Insieme alla sua “socia spirituale”, Jan Tober, Carroll ha coordinato il libro The Indigo Children (“I Bambini Indaco”), al quale hanno partecipato varie persone dell’orbita New Age, inclusa la stessa Tape, l’inventrice della storia dei colori. Nel testo si insegna come educare i Bambini Indaco, considerandoli del tutto speciali e meritevoli di un affetto e di una cura particolari. Come hanno segnalato alcuni autori, bisogna chiedersi se il resto dei bambini non dovrebbe ricevere questo trattamento, visto che si promuove anche la segregazione in molti aspetti della loro vita di queste creature che si ritengono uniche.
In base ai libri di Carroll, in cui raccoglie gli insegnamenti dell’“angelo” Kryon, i Bambini Indaco “stanno arrivando nel pianeta senza attributi karmici di vite passate”. I difensori di questa teoria affermano che anche i medici che hanno assistito ai parti di questi bambini del New Age dicono che sembrava emanare da loro “un’energia singolare”. La loro comparsa nel mondo, tuttavia, non risponde a un’alterazione genetica, ma sono “barlumi evolutivi”, come segnala Pedro Palao.
Una nuova religione?
Come accade sempre nel New Age, il linguaggio psicologico e pseudoscientifico si mescola con l’aspetto spirituale per proporre una nuova religione che vada al di là del religioso istituzionale attuale. Parlare di Bambini Indaco non significa soffermarsi sull’antropologia e sulla concezione dell’evoluzione dell’uomo, ma compie un passo ulteriore proponendo una nuova cosmovisione che dia senso a tutto ciò che esiste e lo trasformi in base a una nuova coscienza, radicalmente alternativa al paradigma attuale, obsoleto perché si assoggetta ai canoni scientifici e religiosi passati. Come si afferma in un libro, un Bambino Indaco “non capisce molto bene la questione del concetto di peccato, colpa, crocifissioni, virtù e peccati capitali”, visto che “la spiritualità non ha nulla a che vedere con religioni o misticismi”.
In certi libri sui Bambini Indaco possiamo leggere riflessioni sulle “missioni indaco”, che mettono l’essere umano al centro di tutta la realtà. Un uomo “che è chiamato dagli esseri supremi a cambiare il mondo”, la cui presenza “è imprescindibile per la vita del pianeta” e che, in questo modo, lo trasformerà “con la sua luce speciale”. Si tratterebbe, in ultima istanza, della “grande e definitiva evoluzione umana”.
Le religioni avrebbero fallito nella loro missione anche non assumendo l’evoluzione spirituale dell’uomo e non sapendogli offrire le risposte di cui ha bisogno. Per questo, e visto che l’essere umano si sta scollegando da ciò che è superiore, “l’essenza energetica e divina che ci collega all’origine della Creazione richiede un cambio di atteggiamenti per raggiungere la trascendenza finale”. In questo modo, i Bambini Indaco, con le parole di Histro Randelself, “sono il germe della nuova specie. Ci insegneranno il cammino che permetterà il cambiamento verso la luce”.
Né scienza né coscienza
Carlos A. Quintana, nel suo libro Señor Pata de Cabra. Crítica a la sinrazón pura, spiega che nelle riviste di medicina pediatrica “non esiste un solo studio sull’esistenza dei Bambini Indaco o di qualche fenomeno simile che possa esservi riferito anche con grande approssimazione”. Il biologo Edgardo Sepúlveda ha dimostrato lo stesso analizzando le principali riviste scientifiche del mondo dopo aver visto che i difensori dei Bambini Indaco si rifanno a “studi realizzati all’Università della California” che ovviamente non esistono. Per questo, conclude, “le affermazioni citate ai clienti del fenomeno indaco sono una menzogna assoluta”.
Cosa dice la scienza di tutto questo? Come riassume Quintana, “i Bambini Indaco non esistono come categoria oggettiva della diversità umana, non li si può definire né differenziare inequivocabilmente dalle altre persone da un punto di vista culturale o biologico, e nell’ambito scientifico specializzato non si è mai individuata questa presunta nuova categoria umana”. Lo dice la scienza… e il senso comune.
Il problema, però, non è solo di indole scientifica. Non è difficile osservare il determinismo al quale può arrivare il fatto di credere in questa dottrina al momento di educare i bambini. Come crescerà un ragazzino che il suo ambiente pedagogico – soprattutto genitori e insegnanti – ritiene così “speciale”? Vediamo ciò che afferma Pedro Palao sugli “effetti secondari” dei Bambini Indaco: “Nella maggior parte dei casi, gli indaco non si sentono compresi, costa loro integrarsi nella società, possono vivere periodi di isolamento, percepiscono che il mondo che li circonda non è fatto per loro e così, se non ricevono aiuto, possono cadere in depressioni e alterazioni emotive serie”. In breve: o vengono trattati come “speciali” o si troveranno necessariamente male.
Un’educazione pericolosa
Come si educherà un bambino che fantastica – sicuramente indotto dai suoi genitori o da qualcuno molto vicino – e le cui fantasie, qualunque siano, vengono considerate verità indiscutibili? In un manuale di domande e risposte per i genitori di questi presunti bambini speciali ho letto quanto segue: “In effetti ci sono Bambini Indaco che con grande sicurezza affermano che prima erano angeli o che non avevano mai vissuto in questo pianeta, o che la loro vera famiglia non è quella terrena… Un Bambino Indaco può conservare perfettamente la propria memoria non razionale di dove si trovava prima di incarnarsi”. A tutto questo, rispondono, bisognerebbe reagire con naturalezza.
Quanto è facile, quindi, che un presunto Bambino Indaco non finisca per essere altro che un bambino maleducato… ed educato a una serie di fantasie irrazionali e senza alcun fondamento. È anche possibile un certo isolamento sociale, separandolo dal resto dei bambini per il suo presunto carattere speciale. Potremmo affermare, come ha fatto un’autrice critica, Eliana Pérez-Egaña, che si tratta di “una frode camuffata da misticismo”. E attenzione: “Bambini Indaco” sono stati considerati non solo ragazzini affetti da ADHD, ma anche alcuni con la sindrome di Asperger e altri disturbi dello spettro autistico.
Come segnala in una delle sue pubblicazioni il Centro di Informazione e Avvertenza sulle Organizzazioni Settarie Nocive del Governo belga (CIAOSN, dalle iniziali in francese), “alcuni genitori, angosciati per l’iperattività dei figli, sono sedotti dalla teoria dei Bambini Indaco. Questa teoria fa pensare loro che il proprio figlio, di origine ‘cosmico-divina’, soffra più di mancanza di adattamento al nostro mondo che di una malattia che dev’essere curata dai medici”. Ecco i pericoli del fatto di seguire questa dottrina del New Age, come ha sottolinea l’organismo interministeriale francese dedicato alle sette in vari dei suoi documenti, avvertendo del rischio di applicare un concetto esoterico a bambini malati o disadattati.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]