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Cardinal Parolin: “con la fine dell’embargo, più libertà a Cuba”

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Centro Televisivo Vaticano - pubblicato il 17/09/15
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Così il Segretario di Stato alla vigilia del viaggio di Papa Francescodi Alessandro Di Bussolo

Il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, individua in un intervista al Centro Televisivo Vaticano i temi principali del viaggio di Papa Francesco a Cuba e negli Stati Uniti, dal 19 al 28 settembre. Dallo storico disgelo tra Cuba e gli Usa, alla crisi migratoria, dalla canonizzazione di padre Junipero Serra all’incontro mondiale delle Famiglie. Gli Stati Uniti, spiega il cardinal Parolin, “hanno una lunga storia di accoglienza degli immigrati”. E sul sistema economico capitalistico, criticato nell’enciclica Laudato Sì: “le cose non stanno andando nel verso giusto, c’è bisogno di un cambio”.

Ecco la sua risposta sulla richiesta di eliminazione dell’embargo degli Usa contro Cuba:

Sì, è ben nota la posizione della Santa Sede su questo tema dell’embargo, che è una posizione contraria, al di là di quelle che possono essere le motivazioni, esiste un dato di fatto, e cioè che l’embargo, questo tipo di sanzione, provoca disagi, sofferenze nella popolazione che lo subisce. E’ da questo punto che la Santa Sede affronta la questione, e che a livello delle Nazioni Unite, nelle assemblee generali, ha appoggiato sempre le mozioni che chiedono una revoca dell’embargo a Cuba. E quindi c’è da sperare, come dicono i vescovi, c’è da augurarsi, c’è da auspicare, che una misura di questo genere, cioè una liberalizzazione a livello di vincoli e di legami, soprattutto a livello economico, possa portare però anche una maggiore apertura dal punto di vista della libertà e dei diritti umani, un fiorire di questi aspetti fondamentali per la vita delle persone e dei popoli”

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