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Scrittore musulmano invita il papa a convertirsi all’islam dalla pagina ufficiale della CNN

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Actualidad y Anàlisis - pubblicato il 15/09/15
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E io sono d’accordo con l’idea di fondo: ai musulmani piacerebbe avere qualcuno come luiNon è frequente imbattersi in articoli amichevoli nei confronti del cattolicesimo sulla web della CNN. Un’eccezione, tuttavia, è giunta nientemeno che da un musulmano. Si chiama Haroon Moghul ed è membro dell’Institute for Social Policy and Understanding, oltre che scrittore e conferenziere.

In un articolo d’opinione pubblicato l’8 settembre, Moghul rivolge un appello particolare al papa: “Mi piacerebbe invitare Sua Santità papa Francesco a convertirsi all’islam”. Moghul chiede ai cattolici di non essere frainteso perché questa richiesta nasce da una mancanza di leadership nel mondo musulmano.

Fa poi un paragone con la figura approssimativamente più vicina al papa nell’islam per mostrare come chi dovrebbe promuovere una leadership analoga a quella del Santo Padre (soprattutto su temi come i rifugiati siriani) va invece in una direzione del tutto diversa.

Il testo dell’articolo, con la cui idea di fondo sono d’accordo (non ci si soffermi solo sull’invito a convertirsi all’islam, che è un aspetto secondario), è il seguente:

***

Caro papa Francesco, mi piacerebbe invitarla a convertirsi all’islam

Haroon Moghul

Mi piacerebbe invitare Sua Santità papa Francesco a convertirsi all’islam. Spero che i cattolici del mondo non mi fraintendano. Spero in realtà che vedano la mia apertura come un complimento… ci piacerebbe molto averlo nella nostra squadra, anche se è una questione senza speranza. Voglio dire, avete visto chi c’è nella nostra squadra?

Non esiste una figura musulmana paragonabile a papa Francesco, e senza dubbio nessuna con il tipo di palco di cui gode lui. Noi musulmani sunniti avevamo un califfo, ma non è più così dal 1924. Ovviamente abbiamo dei leader che si ispirano a un’autorità simile, tra i quali il re dell’Arabia Saudita, Salman bin Abdulaziz, i cui titoli ufficiali includono quello di “Guardiano delle due moschee sacre”.

Suona bene, vero? Virtuoso, umile, pio: guida attraverso il servizio. E chi guida? Papa Francesco è leader di 1.200 milioni di cattolici, la denominazione più grande del cristianesimo. L’Arabia Saudita afferma di essere – e viene spesso descritta come – il principale potere musulmano sunnita, guidando gli oltre 1.000 milioni di sunniti del mondo, anche se il suo governo non è eletto dai propri cittadini.

Allontaniamoci però per un momento dall’Arabia Saudita, e consideriamo quello che è accaduto sulla sua porta sul retro e al di là di essa.

Da quando Bashar al-Assad ha scatenato il suo esercito contro il popolo siriano, più o meno un milione di persone ha cercato rifugio in Libano, e un numero ancora superiore è stato ricevuto calorosamente dalla Turchia (entrambi Paesi a maggioranza musulmana).

Nel frattempo, anche se l’Arabia Saudita ha offerto sostegno finanziario ai rifugiati, si è rifiutata categoricamente di accoglierli, anche da quando le fotografie di Aylan Kurdi, due anni, il cui corpo veniva portato via da un agente dopo essere stato trovato senza vita su una spiaggia, sono diventate virali. Il Primo Ministro finlandese ha risposto offrendo la propria residenza per i rifugiati. E qual è stata la risposta dell’Arabia Saudita? Nessuna.

Forse il regno si sente disperato. Ma aspetta… quando il re Salman dell’Arabia Saudita è arrivato nel nostro Paese la settimana scorsa per sostenere riunioni di alto livello, sembra che il suo seguito abbia monopolizzato un hotel Four Seasons e abbia posto un tappeto rosso nel parcheggio perché la Guardia della moschea sacra non commettesse il grave peccato di toccare il suolo. In base ai resoconti, sono stati portati dei mobili dorati perché apparentemente l’alloggio non era abbastanza lussuoso.

La scelta del momento, l’indifferenza alla sofferenza nella sua regione, il rifiuto di accogliere i siriani sono semplicemente sgradevoli. Ma forse non sorprendono. Il re dell’Arabia Saudita, incoronato di recente, ha distinto il suo breve regno andando in guerra nello Yemen, e ha esortato altre ricche monarchie arabe a unirsi a lui. Le dittature favolosamente benestanti, totalmente inspiegabili e ufficialmente inospitali stanno bastonando un Paese povero e fragile, il che ha creato un’altra serie crisi umanitaria.

Ovviamente l’Arabia Saudita non è stata l’unico Paese a non stendere il tappeto di benvenuto. Decine di migliaia di rifugiati cercano sicurezza in Occidente, e le risposte sono state varie. Hanno affrontato resistenze da parte dei Governi di Ungheria, Slovacchia, Polonia e Repubblica Ceca, tra gli altri. Il Primo Ministro dell’Ungheria, Viktor Orban, ha detto esplicitamente che non vuole un gran numero di musulmani nel suo Paese, mentre il Governo della Slovacchia ha ammesso “200 rifugiati” a condizione che siano cristiani.

E poi c’è papa Francesco. Dire a quanti fuggono dalla guerra e dalla morte di essere coraggiosi e di resistere non basta, e allora Sua Santità ha fatto bene il fine settimana passato a esortare “ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d’Europa” ad accogliere “una famiglia di profughi”. E visto che alcuni di questi sono Paesi storicamente cattolici, non posso evitare di considerare l’appello di papa Francesco un potente rimprovero.

Aumentando il proprio impegno, ha sottolineato che questa politica sarebbe iniziata dalla sua diocesi di Roma. Le due parrocchie del Vaticano accoglieranno ciascuna una famiglia, e una o entrambe potrebbero essere musulmane.

Pensateci per un momento.

Ovviamente il Governo dell’Arabia Saudita non rappresenta tutto l’islam, e visto che si tratta di una monarchia assoluta in realtà non rappresenta neanche i sauditi. E molti musulmani hanno sicuramente fatto grandi cose per i rifugiati, mentre altri, tra i quali gli arabi del Golfo come il sultano al-Qassemi, hanno rivolto un appello perché i loro Governi cambino atteggiamento. Hamdi Ulukaya di Chobani ha promesso di donare gran parte della sua ricchezza – più o meno 700 milioni di dollari – per aiutare i rifugiati. Per quanto questa somma sia assai significativa, non è paragonabile alla ricchezza del Golfo, e soprattutto dell’Arabia Saudita.

Ad ogni modo, il re Salman è il governante della Mecca e di Medina, e anche se non voglio che rappresenti l’islam, finché governerà quelle città il suo regime sarà legato alla mia religione. Sapete cosa mi fa provare questo fatto? Vergogna. Una profonda e intensa vergogna. Il papa accoglie i rifugiati in Vaticano, mentre la delegazione saudita apparentemente giudica che gli hotel di lusso non siano sufficientemente grandiosi.

In passato, la disparità tra le necessità delle comunità musulmane e l’indifferenza dei loro Governi era un importante elemento di promozione dell’estremismo. Ora le persone si chiedono quanto segue: cosa ha ottenuto questo estremismo? In futuro, forse non solo vorranno andare da un’altra parte, ma anche essere qualcun altro.

In una chiesa di Berlino, i rifugiati musulmani si stanno apparentemente convertendo al cristianesimo “a frotte”. Alcuni osservatori affermano che queste trasformazioni sono semplicemente unescamotage per aumentare le possibilità di ricevere asilo. Non so se è vero, perché non posso sapere cosa c’è nel cuore delle persone, ma non mi sorprenderebbe se questo sentimento fosse sincero. Dopo tutto, cosa si deve provare vedendo che tutti quei Paesi benestanti che affermano di rappresentare e servire l’islam ti chiudono le porte pur sapendo che la tua vita è in pericolo?

Il popolo siriano è stretto tra una dittatura alleata alla Repubblica Islamica dell’Iran da un lato e un movimento terroristico brutale che afferma di essere lo Stato Islamico dall’altro.

Forse, dopo tutto, papa Francesco non sarà l’unico a sentire la necessità di convertirsi.

 

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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