La prima volta che si partecipa alla Messa si può rimanere confusi, se non si conosce il motivo di ogni cosaDi Jen Schlameuss-Perry
La prima volta che si partecipa alla Messa si può rimanere molto confusi. I non cattolici possono sentirsi disorientati e farsi molte domande.
Sia che si tratti di non cattolici che assistono a una Messa con il partner cattolico che di gente che chiede informazioni sulla fede, se non è cresciuta frequentandola, la prima volta che vi si assiste (e la seconda, e la terza…) si può rimanere piuttosto confusi, o sentirsi come “fuori luogo”. Ecco alcune delle domande più comuni poste dalle persone per le quali la Messa è una cosa “nuova”, con le relative risposte.
1. A cosa serve tutto quel sedersi, alzarsi e inginocchiarsi?
La chiamiamo “Aerobica cattolica”. È così che ci manteniamo in forma. È uno scherzo! Durante la Messa, ogni atteggiamento ha la sua funzione e il suo significato.
Quando ci sediamo, ci dedichiamo all’ascolto attivo, dando tutta la nostra attenzione alle letture, all’omelia e ad alcune preghiere.
Ci alziamo per due ragioni: per ascoltare il Vangelo (durante le altre letture tratte dalla Bibbia rimaniamo seduti) e per riconoscere che siamo alla presenza di Cristo, visto che il Vangelo è la Parola di Dio che ci parla nel presente. Ascoltiamo della vita di Gesù e di ciò che ha detto, restando così in piedi in onore e in rispetto nei Suoi confronti.
A volte, stare in piedi insieme dimostra la nostra unità nella preghiera come Corpo di Cristo (come quando recitiamo il Credo o le preghiere di richiesta generali), e stiamo insieme in piedi anche quando ci prepariamo a ricevere il Corpo di Cristo nell’Eucaristia (vedere # 4).
Inginocchiarsi è un atteggiamento penitenziale e reverenziale. Riconosciamo la nostra natura peccatrice e la necessità della guarigione di Dio, per cui ci inginocchiamo davanti alla Presenza Reale di Cristo nell’Eucaristia (la maggior parte deve farlo durante la consacrazione, mentre le preghiere di consacrazione eucaristica sono realizzate dal sacerdote) chiedendo quella guarigione.
2. Cosa significa quel movimento che si fa sul volto prima di leggere il Vangelo?
Questa è una delle mie domande preferite, perché anche molti cattolici non conoscono la risposta. Prima di leggere il Vangelo, quando la comunità è in piedi e pronta ad ascoltare, ci facciamo il segno della croce (in genere con il pollice o facendo la croce con pollice e indice) sulla fronte, sulle labbra e sul cuore, il che significa che stiamo dicendo a Dio che manterremo sempre il Vangelo nella nostra mente, sulle nostre labbra e nel nostro cuore.
Se teniamo il Vangelo in questi tre luoghi, tutti i nostri pensieri, le nostre parole e i nostri desideri saranno allineati con Gesù. È un promemoria fisico del fatto che abbiamo bisogno non solo di ascoltare il Vangelo, ma anche di viverlo ogni giorno. Molti, ma molti cattolici non lo sanno, fanno solo uno “scarabocchio” sulla testa e sul torso.
3. Perché tutti sembrano sapere cosa sta accadendo e cosa succederà in seguito?
Questa è una delle cose più belle della Messa cattolica. Il modo in cui lo facciamo in un luogo è lo stesso in cui lo fanno in tutte le parti del mondo, ed è più o meno lo stesso che si è fatto fin dal I secolo. È un periodo molto lungo per arrivare a capire come fare qualcosa.
Dalle preghiere che recitiamo fino alle letture bibliche che si leggono, agli atteggiamenti e alle risposte con cui partecipiamo, tutto è pianificato ed è uniforme in tutte le lingue. È impressionante, visto che, se hai familiarità con questo, puoi solo immergerti nella celebrazione, mettere da parte tutto ciò a cui stavi pensando prima e lasciare che il rituale si svolga. In questa bella routine ci sono fluidità, bellezza e consolazione per la stanchezza e le preoccupazioni.
Costruito su questa routine c’è un ciclo di letture bibliche che cambiano ogni settimana (ma sappiamo quello che verrà dopo), canzoni e preghiere di richiesta (le intenzioni) che cambiano settimanalmente e un’omelia che deve variare in base al Vangelo. Nulla, quindi, è esattamente lo stesso, ma sempre all’interno dello stesso formato. Diventa più facile man mano che si procede. La maggior parte delle parrocchie, inoltre, ha un messale sui banchi, con cui si può seguire tutto l’ordine della Messa. Molte parrocchie utilizzano messali completi.
Uno degli aspetti più belli di tutto questo è che se si è in viaggio si può andare a Messa anche se è in un’altra lingua, e pur non comprendendo le parole esatte, si sentirà sempre che ci si trova in un ambiente e in una celebrazione familiari.
4. Cos’è quell’ostia che ricevete tutti, e posso riceverne una anch’io?
La fonte e il culmine di tutto ciò che facciamo come cattolici è l’Eucaristia, nota anche come Santa Comunione. Nel Vangelo Gesù ha detto: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,51). Noi cattolici lo prendiamo alla lettera. Nell’Ultima Cena, Gesù ha preso il pane e il vino, li ha benedetti e ha detto: “Questo è il mio corpo”, “Questo è il mio sangue”, e “Fate questo in memoria di me” (Lc 22). Lo prendiamo letteralmente dal Vangelo di Luca.
Quello che celebriamo nella Messa è il sacrificio di Gesù per noi sulla Croce. Egli ha fatto questo sacrificio una volta per tutte, ma ci ha anche detto che dobbiamo parteciparvi. La nostra celebrazione di questo sacrificio non è un sacrificio nuovo, ma porta al presente l’unico Sacrificio. L’ostia e il vino sono trasformati in presenza reale e vera di Gesù, nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Per noi non è un simbolo, è una realtà. E così, chiediamo che solo coloro che sono uniti con noi in questa convinzione attraverso la Chiesa cattolica partecipino nel ricevere la Comunione.
5. Perché i cattolici iniziano le loro preghiere con il segno della croce?
Questa pratica tende ad essere particolarmente scomoda e difficile per i protestanti che si uniscono ai cattolici per adorare (o si uniscono alla Chiesa cattolica). Come cattolici, c’è un paio di ragioni per cui iniziamo ogni preghiera con “Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo”, mentre facciamo il segno della croce sul nostro corpo.
In primo luogo, rivolgiamo un appello a tutto l’essere di Dio, la Santissima Trinità. Questo ci ricorda che quando preghiamo, anche se ci concentriamo su uno dei membri della Santissima Trinità (come quando preghiamo in modo specifico Dio Padre, Gesù o lo Spirito Santo), ci stiamo sempre rivolgendo a un Dio trinitario. Le tre persone sono sempre presenti, formano l’unico Dio.
L’altra parte di questo atto di fare il segno della croce su di noi è il promemoria del fatto che mentre ci rivolgiamo alla Santissima Trinità nella nostra preghiera ci accostiamo a Dio con umiltà, comprendendo che saremo salvati solo dal sacrificio che Gesù ha fatto per noi sulla croce. Tutto il nostro rapporto con Dio inizia e finisce con questo atto disinteressato di Gesù, e siamo chiamati a imitare quell’amore che Egli ha per noi, a compiere sacrifici per gli altri. Comunichiamo con Dio con la speranza di diventare un po’ più come Cristo, il che significa che dobbiamo essere il più dediti possibile, come ha fatto Gesù.
6. Perché tutti immergono le proprie dita nell’acqua quando entrano in chiesa?
L’acqua, sia nel fonte battesimale che nei recipienti appesi alle pareti all’ingresso della chiesa, è acqua benedetta. Quando entriamo in chiesa, immergiamo le mani nell’acqua e facciamo il segno della croce su noi stessi per ricordare il nostro Battesimo, visto che attraverso di questo facciamo il nostro ingresso nella Chiesa (come cristiani), riceviamo la nostra identità di figli adottivi di Dio e la prima chiamata rivolta da Dio a vivere in un altro modo.
Entriamo nel tempio con questo segno per ricordarci che siamo figli di Dio e che siamo nella Sua casa, condividendo con altri figli di Dio (i nostri fratelli) il cibo più speciale che Egli possa donarci, l’Eucaristia. Diciamo che la Chiesa è il “corpo di Cristo”, e quest’acqua ci ricorda che la nostra famiglia parrocchiale e la famiglia di tutti i credenti nel mondo compongono questo corpo. Apparteniamo gli uni agli altri, siamo responsabili degli altri, siamo chiamati a condividere la nostra fede e la nostra vita con i fratelli. E tutti siamo uniti. Ci è stato perdonato il peccato originale attraverso quest’unico Battesimo.
7. Perché tutti entrando in chiesa si inginocchiano prima di andarsi a sedere ai banchi?
È un’altra di quelle cose che molti cattolici non sanno, per cui mi fa molto piacere condividerla. Quando entriamo in chiesa, dopo aver ricordato ciò che siamo nel Battesimo, ci ricordiamo di ciò che ci porta lì: la presenza di Gesù nell’Eucaristia. Nella chiesa c’è un luogo particolarmente importante chiamato Sacrario o Tabernacolo. È lì che viene conservato Gesù Eucaristia presente nelle ostie consacrate in una Messa precedente (pane trasformato nella Presenza Reale di Cristo). Le teniamo lì per emergenza e perché vengano portate da un sacerdote quando va a visitare malati, anziani e ospedali.
Visto che crediamo che Gesù è realmente presente nell’Eucaristia, ci inginocchiamo con un ginocchio in direzione del Tabernacolo, un gesto chiamato “genuflessione”. Come in tempi molto antichi, facciamo una genuflessione come riconoscimento del fatto che il nostro Re Gesù Cristo è davvero lì. La nostra risposta alla sua presenza è per rispetto, onore e omaggio.
8. Perché le chiese cattoliche hanno sempre una croce con il corpo di Gesù su di essa?
Chiamiamo la croce con il corpo di Gesù su di essa un crocifisso. Per i cattolici, l’apprezzamento per la croce non è per la croce in sé, ma per quello che Gesù ha fatto per noi su quella croce. Ovviamente Gesù è risorto, non continua ad essere morto in croce, ma per noi è importante entrare nell’esperienza della crocifissione. Non è stata sterile e non può essere sterile nella nostra memoria. Gesù; 100% Dio, 100% uomo, ha davvero sofferto ed è davvero morto sulla croce. Crediamo che questa azione (con la resurrezione) ci offra la salvezza.
Crediamo anche che visto che la sofferenza di Gesù ha avuto un senso, anche la nostra sofferenza ne ha. Quando guardiamo il crocifisso, ci viene ricordato che Dio conosce la nostra sofferenza. Ci viene anche ricordato che come Gesù non era solo nella sua sofferenza, non lo siamo neanche noi. E infine, come la sofferenza di Gesù non è stata la fine della sua storia, non è neanche la fine della nostra. Dio non lascia mai senza risposta questa sofferenza, e il crocifisso è la nostra bandiera per la conquista definitiva di Dio sul peccato e la morte attraverso la Sua sofferenza.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]