Il protocollo lo prevederebbe, ma il Presidente russo potrebbe non arrivare in tempoIl Presidente russo Vladimir Putin potrebbe avere un’udienza con papa Francesco ai margini del summit sullo sviluppo che si svolgerà questo mese all’ONU a New York, ma solo se Putin vi arriverà in tempo, come ha affermato l’inviato vaticano alle Nazioni Unite.
Secondo il protocollo diplomatico, il papa dovrebbe avere un incontro bilaterale con il Paese che presiede il Consiglio di Sicurezza dell’ONU e con il suo Capo di Stato. A settembre si tratta della Russia, e quindi di Putin.
Il pontefice parlerà all’ONU il 25 settembre, quando si rivolgerà ai leader mondiali prima dell’apertura ufficiale del meeting sullo sviluppo sostenibile. Putin dovrebbe rivolgersi al gruppo due giorni dopo.
La missione russa ha affermato mercoledì che non si pensa che Putin possa arrivare il 25 settembre, il che rende la prospettiva di un incontro con il papa non troppo probabile.
Di cosa parlerà il papa?
Il principale diplomatico vaticano all’ONU, l’arcivescovo Bernardito Auza, ha detto che papa Francesco parlerà all’Assemblea Generale in spagnolo e affronterà un’ampia gamma di questioni, tra le quali il terrorismo, i cambiamenti climatici, la povertà e il movimento di migranti e rifugiati nel mondo.
“Ci sono tanti temi importanti, ed ha solo 30 minuti per parlare”, ha detto ai giornalisti l’arcivescovo Auza, rappresentante permanente della Santa Sede, nel quartier generale della missione a New York (The New York Times, 9 settembre).
I predecessori di papa Francesco si sono rivolti quattro volte all’Assemblea Generale dell’ONU dall’inizio dell’attività delle Nazioni Unite. L’ultimo è stato Benedetto XVI nel 2008.
Il Vaticano non progetta di issare la propria bandiera di fronte al quartier generale ONU quando arriverà il papa, anche se l’Assemblea Generale dovrebbe approvare questa settimana una risoluzione che permette agli Stati osservatori non membri di farlo. L’unico altro Stato osservatore non membro delle Nazioni Unite è la Palestina.
I palestinesi e i loro sostenitori hanno promosso la risoluzione sulla bandiera. La Santa Sede, che riconosce lo status di Stato alla Palestina, non la promuoverà, ha spiegato l’arcivescovo Auza, né isserà la bandiera vaticana per la visita del papa. “Assolutamente no”, ha dichiarato il presule. “Non abbiamo intenzione di farlo”.
Questa decisione indica lo sforzo del Vaticano di rimanere neutrale su una questione delicata come quella del conflitto mediorientale.
Su altre questioni, non ci si aspetta che il papa mantenga la neutralità. Ha parlato chiaramente della necessità di ridurre la disuguaglianza di reddito nel mondo e di una maggiore accoglienza da parte dei Paesi ricchi del mondo, soprattutto quelli europei, nei confronti di migranti e rifugiati.
In quella che sarà la sua sua prima visita negli Stati Uniti, è tra l’altro previsto un incontro con gli immigrati, così come ci si aspetta che esprima la propria posizione parlando ai legislatori a Washington e soprattutto quando si rivolgerà alle famiglie cattoliche a Philadelphia, senza i vincoli rappresentati da quelli che l’arcivescovo Auza ha definito “costrizioni protocollari”.
Il presule non ha voluto offrire dettagli su quello che dirà il papa, tranne che sottolineerà il messaggio per il quale “dovremmo considerare queste persone gente come noi”.
“Il Santo Padre è un uomo dalle mille sorprese”, ha proseguito il suo inviato, ricordando il suo recente viaggio nelle Filippine, in cui durante un incontro con i giovani il pontefice ha messo da parte il discorso che aveva preparato e ha parlato a braccio.
Durante la sua visita a New York, il papa risiederà nella residenza ufficiale della missione della Santa Sede, in un palazzo di quattro piani sulla East 72nd Street.
A differenza di quanto aveva fatto Benedetto XVI, non incontrerà i cardinali. Cenerà solo con pochi membri della sua delegazione e i suoi pasti saranno molto frugali. L’arcivescovo Auza ha ricordato che il medico del papa ha raccomandato che la cena sia limitata a pesce e riso bianco, forse petto di pollo. Nella sua stanza, il pontefice vuole solo acqua naturale e banane.
La delegazione papale sarà composta da circa 40 persone. La mattina di venerdì 25 settembre Francesco parlerà prima al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, e ad alcuni membri del suo staff, poi ai membri dello staff delle Nazioni Unite in una piccola lobby nel palazzo del Segretariato, prima di rivolgersi all’Assemblea Nazionale come preludio all’incontro sullo sviluppo.
Gli altri due incontri bilaterali del pontefice alle Nazioni Unite si svolgeranno con l’attuale e il prossimo presidente dell’Assemblea Generale, provenienti rispettivamente da Uganda e Danimarca.