Come dice il Salmo, il cuore è mutevole e niente è meno duraturo delle emozioni!
“Amico è bello, Amico è tutto, è l’eternità
è quello che non passa, mentre tutto va”
Ogni amore domanda l’eternità, e l’amicizia non fa eccezione. Non per nulla se vogliamo definire una relazione affettiva parliamo di un legame, e chiunque si lega in fondo al suo cuore dice “per sempre”, o non si lega affatto.
Proprio ieri una donna divorziata mi diceva “l’unico sentimento che dura per sempre è l’amicizia”. Questa frase mi ha colpito moltissimo, perché esprime al tempo stesso una forte delusione sul matrimonio e un’altrettanto forte illusione sull’amicizia.
Illusione che, a ben guardare, c’è pure nella canzone di Renato Zero, che racconta sì della bellezza della comunione, del desiderio di un’appartenenza reciproca, del gusto di riversare il proprio cuore in quello dell’amico, ma non riesce ad andare oltre la mera affettività, non sa dare un perché a questo amore.
Alla fine dei conti l’amicizia ne risulta banalizzata, si riduce a qualcosa di sentimentale e adolescenziale. Come può durare un’amicizia così, costruita solo sull’emotività e sul sentimento? Come dice il Salmo il cuore è mutevole e niente è meno duraturo delle emozioni! Per durare un’amicizia deve essere adulta, anzi, prolungare un’amicizia adolescenziale potrebbe perfino essere una disgrazia.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=j4hK74GjurA]
La differenza maggiore tra l’amicizia adolescenziale e quella adulta è che la prima non ha un perché, un obbiettivo comune verso cui puntare, un Terzo che unisca gli amici: il suo perché è l’amicizia stessa, il mero piacere di stare insieme. Se non supera questo stadio l’amicizia non è affatto un bene per la persona, perché resta sostanzialmente autoreferenziale, è più una complicità che un’amicizia, non è un’invito a crescere, una pro-vocazione che mi porta fuori di me, anzi finisce con l’incoraggiare una specie di sindrome di Peter-Pan, una fuga dalle responsabilità della vita.
Tutti abbiamo vissuto un’amicizia così, ma è una fase transitoria che deve essere superata, perché l’amicizia tra adulti è un’altra cosa. Non guarda al passato, ma al futuro. La sua cifra emotiva non è la nostalgia, ma la speranza, il suo desiderio non è tornare a fare insieme le cose che si facevano da ragazzi, ma il camminare insieme verso una terra promessa, collaborare in un’impresa che ci supera entrambi e diventa il Terzo che ci unisce, il fondamento della nostra unione.
Però è vero anche che l’amicizia non è solo per i cavalieri templari, per uomini votati anima e corpo ad una missione, anzi, in qualche modo l’amicizia deve mantenere un carattere giocoso e leggero, che rischia di essere confuso con un tratto adolescenziale, ma deve essere preservato, perché appartiene in modo essenziale alla natura dell’amicizia.
L’amicizia è leggera perché è libera. Per questo gli amici, diversamente dagli sposi ad esempio, non devono prendersi troppo sul serio. Nessun dovere lega gli amici, nessun obbligo reciproco, ed è molto bello, e in alcuni momenti necessario, poter godere di questa libera gratuità, perché è grazie ad essa che posso trovare nell’amico uno spazio di riposo. L’amico è colui che ci permette di “staccare”, sollevandoci dalla responsabilità quotidiana.
Nei momenti di fatica e di tensione interiore perfino l’amore più bello può diventare un peso, non c’è coppia sposata che a volte non vorrebbe separarsi per brevi momenti, non c’è madre che a volte non senta il desiderio di “prendersi una vacanza” dai propri figli. Questo non vuol dire che l’amore è finito, ma semplicemente che ci si sente sopraffatti dal peso dei propri doveri e si desidera appunto prendersi una vacanza. È naturale e va accettato senza paura.
Nell’amicizia invece questo non dovrebbe mai accadere. Proprio perché è un rapporto libero non dovrebbe essere fonte di stress o tensione, se accade vuol dire che uno dei due è entrato in una logica più possessiva. Un amico non dovrebbe mai essere “pesante”, se lo diventa vuol dire che qualcosa non va.
Perché possa restare un luogo di riposo l’amicizia deve rimanere assolutamente libera, per poter essere un luogo di riposo deve conservarsi leggera, ma questo significa anche che gli amici devono imparare a sopportarne la precarietà, devono cioè garantire e tutelare la libertà dell’altro nel rapporto. Un amico non dirà mai “non posso vivere senza di te” o qualcosa del genere, perché se lo facesse metterebbe addosso al suo amico una catena che finirebbe con l’uccidere l’amicizia stessa.
Così l’amicizia non ha da offrire altra garanzia che se stessa. Due amici non possono invocare a tutela del futuro nulla se non la medesima amicizia che li unisce. Per questo ci vuole una certa maturità affettiva per avventurarsi sui sentieri dell’amicizia, altrimenti uno cercherà di usare l’amico per colmare i propri vuoti e inevitabilmente finirà con il voler consolidare il legame strutturandolo, tentando di legare l’altro a sé..
L’amicizia non può essere questo. Se c’è, c’è, se non c’è, non c’è. Non ha reti di sicurezza, non offre garanzie, da una parte invoca l’eternità, come ogni amore, ma dall’altra non può mai pretenderla.
Proprio questa leggerezza, d’altra parte, rende l’amicizia anche molto resistente e fa sì che difficilmente possa essere messa in crisi dai fattori contingenti. Un rovescio economico o una crisi professionale, ad esempio, può avere ripercussioni molto serie sulla vita di coppia, ma difficilmente due amici cesseranno di esserlo perché uno dei due ha perso il lavoro o non riesce a pagare un mutuo. Grazie alla sua leggerezza, l’amicizia è il più flessibile dei legami e sa adattarsi ai continui cambiamenti delle persone nel tempo ed al mutamento delle condizioni del rapporto, pur rimanendo se stessa.
In effetti sembra un paradosso, ma un’amicizia adulta, specie tra due persone stabili emotivamente ed affettivamente, coniuga insieme leggerezza e durata, precarietà ed eternità. Quanto più è leggera e flessibile, tanto più un amicizia durerà nel tempo.