La bellezza diventa noiosa quando diventa uniformedi Mauricio Artieda
C’è qualcosa di profondamente infelice negli standard di bellezza della nostra società. Sono come un collo di bottiglia: anziché riscattare la bellezza che esiste in ogni persona, valorizzandone le molteplici espressioni, si esauriscono in un unico modello, sul quale scaricano tutte le proprie esigenze estetiche e a cui richiedono la nostra sottomissione e obbedienza.
La bellezza diventa noiosa quando diventa uniforme. Si deforma, si falsifica. Ho visto ragazze belle distruggere la propria bellezza cercando di adeguarsi a una taglia, a una razza, a colori e a un modo di comportarsi a loro del tutto estraneo. La bellezza, ripeto, non può essere un collo di bottiglia.
Permettetemi di fare un po’ il teologo per giustificare la mia ultima affermazione. La creazione è bella perché Dio la crea, e Dio crea per amore perché Dio è amore. In fondo, all’origine della bellezza c’è un atto profondo e sereno di amore divino. Questo amore si effonde nella creazione producendo molteplici forme di bellezza, e tra queste, come sappiamo, la più perfetta è l’uomo, unico essere amato di per sé e creato a immagine e somiglianza di Dio. La bellezza che possiede l’uomo, quindi, è più profonda di quella di qualsiasi altro essere creato perché è una partecipazione diretta alla bellezza infinita di Dio Uno e Trino.
Questa bellezza trinitaria, che supera e comprende l’unità e la molteplicità, si esprime in ogni uomo in modo radicalmente diverso e unico. Faccio un esempio che ci aiuterà a comprendere le conseguenze di quanto detto finora: la bellezza di un’eclissi lunare è metafisicamente più simile alla bellezza di un fiore della bellezza fisica di due donne scelte a caso. Ciò vuol dire che da un punto di vista cristiano la bellezza non è mai un collo di bottiglia uniformante in cui si possono – e men che meno si devono – collocare o categorizzare le persone.
Ciascuno di noi esseri umani possiede una grande bellezza, e non solo una bellezza interiore o spirituale, ma anche fisica. Il fatto che la società sia diventata incapace di scoprirla è un altro problema. Un problema che non dovrebbe far sì che migliaia di uomini e donne rinuncino a considerare quella bellezza in sé o sentano il bisogno di entrare tra le fila degli infelici che attraverso diete e operazioni cercheranno di passare per il collo di bottiglia di una bellezza falsa, tanto moderna quanto noiosa, che non è altro che una macchina deprimente di uniformazione estetica.
È probabile che il piccolo principe avesse ragione, l’essenziale è invisibile agli occhi, ma con la bellezza la frase deve cambiare, perché la bellezza è visibile; in ogni caso è invisibile a uno sguardo annebbiato o stordito da standard estetici fortemente sessualizzati. Rinunciamo a questi standard ma non alla bellezza, altrimenti la bambina di questo video si sentirà inadeguata in quel tutù, si scioglierà i capelli e inizierà una dieta rigorosa pensando che non ci sia niente di bello in lei… e questo non è vero!
Credo che a volte, come sembra fare la bambina, si debba dimenticare un po’ l’opinione del mondo e celebrare con gioia che la nostra bellezza si basa sull’amore meraviglioso di Dio. Sono i nostri occhi, il nostro colore, la nostra razza e i nostri gesti divertenti i tratti con cui Dio ha pensato da tutta l’eternità la nostra esistenza. Rinunciare a quella bellezza per l’opinione di qualche cieco non vale e non varrà mai la pena.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]