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Esistono casi di telepatia tra i mistici?

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Àncora Editrice - pubblicato il 17/08/15
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C’è differenza tra la telepatia e la chiaroveggenza?

Stando all’etimologia greca il vocabolo indica ciò che si prova, che si esperimenta, che si sente da lontano, quindi anche un’impressione, un sentimento, un turbamento a distanza. È un fenomeno per cui una persona è in grado di percepire i pensieri e i sentimenti di un’altra. Fa parte della conoscenza paranormale in tutte le sue modalità: nella telepatia come nella chiaroveggenza sia nel presente (telestesia) che nel passato (psicometria) che nel futuro (precognizione). La telepatia si distingue dalla telestesia o chiaroveggenza e dalla lettura dei cuori che è tipico fenomeno mistico. La telepatia fa parte delle cosiddette percezioni extrasensoriali. Sul piano umano, alcuni studiosi pensano che sia una capacità da sviluppare con tecniche ed esercizi appropriati. È spesso accompagnata da allucinazioni, tra persone lontane, indipendentemente da qualsiasi mezzo normale di comunicazione. Essa viene distinta in spontanea e provocata, ma in entrambi i casi non vi sono studi scientificamente esatti. 

Esempi. Come fenomeno mistico occorre ricordare lo stesso Cristo Gesù che conosceva esattamente i pensieri più intimi dei suoi interlocutori, come ad esempio si può leggere nel suo dialogo con la samaritana (cf Gv 4,1-42). Notevole è l’esperienza di san Giuseppe da Copertino che manifestò nella sua vita fenomeni di telepatia (vedeva cose lontane mentre accadevano). Altro caso eclatante è quello di san Pio da Pietrelcina del quale si racconta che un giorno, senza che nessuno gli avesse detto nulla, prese il breviario di un sacerdote sconosciuto che era venuto in visita a San Giovanni Rotondo e scrisse sull’ultima pagina la soluzione di un problema morale che lo preoccupava da tempo, anche se in quel momento non era nei suoi pensieri.

Interpretazione del fenomeno. La telepatia viene spiegata scientificamente da Albert Farges in questi termini: «Ciò che viaggia da cervello a cervello non è un pensiero spirituale, né una sensazione, ma vibrazioni luminose, sonore… un’immagine fisica che la coscienza al termine della corsa percepisce» [1]. La spiegazione probabilmente più attendibile sul piano umano viene data dal gesuita Carlos De Heredia che asserisce che «la vera comunicazione telepatica si verifica tra due subcoscienti, quello di chi trasmette e quello di chi riceve, e crediamo che i nostri esperimenti contribuiscano a chiarire questa ipotesi. Si tenga presente che non cerchiamo di escludere la trasmissione tra il conscio e il subcosciente, ma, dati i nostri esperimenti, siamo inclini a credere che la trasmissione telepatica si verifichi “almeno più facilmente tra due subcoscienti” … come accade nei casi spontanei»[2]. Sul piano religioso il fenomeno trova una spiegazione nell’intervento di Dio che lo concede per scopi particolari e per dare messaggi specifici a persone e ad avvenimenti; per questo motivo, secondo san Paolo appartiene alla grazia gratis data.

Luigi Borriello

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1) A. Farges, Les phénomènes mystiques, t. II, Paris 1923, p. 138.
2) C.M. De Heredia, Le frodi dello spiritismo e i fenomeni metapsichici, Roma 1955, p. 340. 

 

[Tratto da Luigi Borriello e Raffaele Di Muro, "Dizionario dei fenomeni mistici cristiani", Ancora Editrice]

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