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Le 3 esigenze per iniziare il cambiamento di fronte a povertà e disuguaglianza

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Jaime Septién - Aleteia - pubblicato il 29/07/15
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Secondo l’organizzazione civile messicana “Acción Ciudadana Frente a la Pobreza”
Il Messico è un Paese pieno di disuguaglianze, in cui il contrasto tra ricchi e poveri è “stridente”, per usare le parole di San Giovanni Paolo II. Di recente sono state rese note delle cifre relative alla povertà in Messico, e l’amministrazione del Presidente Enrique Peña Nieto non ne esce bene.

In questo contesto, l’organizzazione civile Acción Ciudadana Frente a la Pobreza ha presentato questo lunedì un comunicato di fronte ai nuovi dati su entrate, povertà e disuguaglianza pubblicati sia dal Consiglio Nazionale di Valutazione che dall’Istituto Nazionale di Statistica, Geografia e Informatica.

Si tratta di un comunicato piuttosto atipico in un Paese in cui esigere cambiamenti di fondo in politica economica per avere risultati reali di fronte alla povertà e alla disuguaglianza era praticamente appannaggio dei partiti politici in lotta per il potere e contro il Governo di turno.

Esigenze reali

Per l’organizzazione civile, il tema ha a che vedere con la diffusione di tre esigenze per iniziare il cambiamento di fronte alla povertà e alla disuguaglianza in Messico:

1. Meccanismi di controllo cittadino e di resa dei conti sui programmi di lotta alla povertà svolti dal Governo federale e dai Governi statali e municipali.

2. Incrementare i salari minimi e riassegnare più risorse ai programmi produttivi per le persone che vivono in povertà.

3. Garantire l’accesso effettivo ai servizi sanitari alla popolazione più povera, che rappresenta il 52% della popolazione totale del Messico (stimata in 121 milioni di persone).

“Per promuovere queste tre esigenze, creeremo l’Osservatorio della Società Civile sul Pacchetto Economico 2016 per vigilare sulle decisioni della Segreteria delle Finanze e del Congresso e promuovere queste esigenze”, hanno affermato nel comunicato i membri di Acción Ciudadana frente a la Pobreza.

Alcuni dati chiave

Per documentare le esigenze e l’allerta, l’organismo civile ha fornito questi dati:

— Le entrate sono diminuite. Quasi 12 milioni di persone vivono con un dollaro o 85 centesimi di euro al giorno. Il salario minimo rappresenta meno di un terzo del valore che aveva nel 1978 ed è fermo dal 1994.

— La disuguaglianza è aumentata. Il 10% delle persone più ricche riceve il 39,4% e il 10% delle persone più povere l’1,9% delle entrate nazionali. L’1% della popolazione concentra il 21% delle entrate e il 43% della ricchezza del Paese.

— La povertà colpisce più persone. Ci sono 3,2 milioni di persone in più con entrate insufficienti per coprire le necessità fondamentali rispetto al 2012. Le persone che soffrono la povertà in Messico sono già 63,8 milioni.

— Le carenze continuano ad essere molto rilevanti. Ci sono 70 milioni di persone senza assicurazione sociale e quasi 22 milioni di persone senza accesso ai servizi sanitari. 600.000 persone si sono “unite” negli ultimi due anni alle carenza alimentare, per cui soffrono la fame 28 milioni di messicani.

Impossibile aspettare ancora

L’organismo sottolinea che i messicani non possono aspettare ancora che “arrivi” la crescita economica. “Serve subito una nuova politica economica. Ridurre la povertà e la disuguaglianza permette di ottenere più crescita e in modo più rapido”, si legge nel comunicato.

Per i suoi redattori, il cambiamento inizia con le spese pubbliche. In termini generali, si propone una ristrutturazione di fondo delle politiche fiscale, lavorativa, produttiva, di sicurezza sociale e sanitaria.

In questo senso, i membri dell’organismo avvertono che verrà creato, come secondo passo, il Foro Plural de Acuerdos Frente a la Pobreza y la Desigualdad, la cui prima riunione preparatoria si svolgerà il 17 ottobre, Giornata Internazionale per lo Sradicamento della Povertà.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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