A prima vista l’argomentazione sembra avere una certa logica, ma si possono sollevare varie obiezioni
A prima vista l'argomentazione sembra avere una certa logica. Praticare l'aborto del proprio figlio non è la stessa cosa che iniettarsi dell'eroina. Anche se la droga distrugge la salute del consumatore, bisogna riconoscere che un aborto non si colloca sullo stesso piano: nessuna donna ricorre all'aborto per piacere. Per questo, nessuno deve insinuare che la legalità incentiva l'aborto per motivi banali. Saranno sempre casi di “assoluta necessità”.
Non temo di affermare che nessuno che abbia un minimo di stabilità mentale ricorre a un intervento chirurgico, di qualsiasi tipo, per piacere.
Sollevo tuttavia tre obiezioni a questa argomentazione:
1) La sequenza stessa del ragionamento – quando si depenalizza un'azione che di per sé è sgradevole non si prevede un aumento considerevole di azioni di quel tipo – potrebbe essere applicata ad altri casi. Pensiamo alle persone che vengono investite. Se ci fosse una legge che depenalizza gli automobilisti che investono le persone, non è prevedibile pensare che la maggior parte dei conducenti inizierebbe a passare con la macchina sopra ai passanti: nessuno provocherebbe con piacere lesioni a terzi. Significa quindi che la legge è superflua? Ci sono perfino casi di omicidio involontario di passanti, con pene che non sono lievi. Non bisognerebbe dichiarare l'innocenza dei conducenti, visto che non hanno investito nessuno a cuor leggero e già basta loro la tortura della propria coscienza? E anche in caso di omicidio volontario, eccettuando forse la partecipazione a organizzazioni terroristiche o mafiose, chi uccide non lo fa a cuore leggero: ha soppesato i pro e contro e ha concluso che l'assassinio era il modo migliore di risolvere la questione (leggete i gialli di Agatha Christie, tanto istruttivi al riguardo quanto alle motivazioni). Bisognerà restringere la penalizzazione dell'omicidio ai casi manifestamente compulsivi o ripetitivi?
Un altro esempio. Ricordando i film del Far West e ammettendo che in essi ci sia qualcosa di vero, i cittadini si difendevano con le pistole. La maggior parte delle persone non sparerebbe a un avversario a cuor leggero, ma è stato considerato un progresso di civiltà non proseguire con quel tipo di giustizia. Il dibattito sulla liberalizzazione delle armi va avanti negli Stati Uniti, ma la convinzione generalizzata sembra sconsigliare la facilità ad acquisirle. E sicuramente in Europa la questione è risolta. Perché? Posso assicurare da parte delle centinaia di persone che conosco che se avessero un'arma non la userebbero mai a cuor leggero. Cambiamo allora la legge depenalizzando indiscriminatamente il porto di armi? E quando un poliziotto ferisce qualcuno con un'arma, sicuramente non lo ha fatto con piacere; ad ogni modo, in genere viene richiesta un'indagine il cui risultato può non essere favorevole all'agente in questione. Perché? In sostanza: l'argomentazione non regge. Il fatto che l'aborto sia una cosa che ripugna chi lo pratica non rende superfluo il suo divieto. Anche se la donna decide di abortire per ragioni che ritiene consistenti, la società ha il diritto di ritenerle sempre meno decisive della vita del feto, che di per sé è una ragione suprema.
Ometto, per non dilungarmi, il raziocinio che si applica ai medici che praticano aborti. Se non lo fanno per il piacere della chirurgia, ho già più dubbi sul fatto che non lo realizzino per il piacere del denaro: nessuno dubita che le cliniche abortiste non siano propriamente in deficit.
2) Curiosamente, l'argomentazione funziona meglio se applicata al padre. Anche se si riconosce che nessuna donna si incamminerà a cuore leggero verso una sala in cui si praticano aborti, non è così certo che il padre del bambino non vi porti a cuore leggero la madre della creatura. “Sei rimasta incinta? Meglio che tu abortisca quanto prima”. È tanto diverso da ciò a cui assistiamo spesso?
Dall'altro lato, anche se è vero che nessuno abortisce per piacere, bisogna ricordare – ecco finalmente un'argomentazione politicamente scorretta! – una piccola osservazione di G. K. Chesterton: “Nessuno si sposa sonnambulo né genera figli dormendo”. Se è vero che nessuno abortisce per piacere, non è più così certo che ai momenti in cui si genera una nuova creatura si possa applicare a cuor leggero la stessa descrizione. La legge di depenalizzazione dell'aborto è un'altra tappa nella deresponsabilizzazione, soprattutto maschile, dalle conseguenze degli atti sessuali liberamente voluti. È come suggerire agli uomini di essere sessualmente irresponsabili, perché le donne saranno “abortivamente” responsabili e sensate.
3) Aggiungo, infine, che non consta che nei Paesi in cui le leggi penalizzano l'aborto queste siano mai state applicate a cuor leggero e per piacere. Anche in questi casi, vogliono porvi fine.
Padre João Paulo Pimentel, autore di questo articolo e che Aleteia ringrazia di cuore per la generosità nel contribuire al sito, ci ha offerto altre due riflessioni di grande importanza, pubblicate da Aleteia il 6 luglio 2015 e il 9 luglio 2015.
[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]