Una domanda sulla teoria del Modalismo (eresia trinitaria)Vorrei chiedere un pensiero sulla Santissima Trinità. Non capisco perché la Chiesa non abbia accettato la teoria del Modalismo. Sulla enciclopedia Motta è definita una eresia trinitaria fiorita nei secoli II e III. Essa sostiene che nella Trinità il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non sono persone distinte ma modi diversi di manifestarsi e di agire di una unica persona divina. Non mi sembra che quando Gesù dice di se stesso «Chi ha visto me ha visto il Padre» sia lontano dal concetto espresso dal Modalismo.
Gianluca Panicucci
Il lettore, per le domande che fa, penso sappia quanto la dottrina della Chiesa cattolica dice sul mistero del Dio Uno e Trino, e che si trova ben definito nei numeri 253-256 del Catechismo della Chiesa cattolica, ai quali rimando per intendersi. Ora quello è il mistero e se ne danno due spiegazioni, quella della fede che è lì detta e non ammette alterazioni e quella della ragione che cerca in qualche modo di esplicitare come quel mistero non sia contraddittorio. Si noti, se fosse possibile per noi una spiegazione razionale non sarebbe un mistero, e di un mistero l’unica cosa che possiamo dire è che per lo meno non è una proposizione assurda e irrazionale.
Intanto il Modalismo è una teoria che razionalmente è contraddittoria, perché un Dio che assume facce diverse e agisce in modi diversi secondo diverse situazioni, suppone che non sia Eterno e Immutabile. Un Dio mutabile, poi, suppone che in Lui vi sia potenza e non sia tutto ciò che deve essere, cioè che non è perfetto. Un Dio che non è perfetto e in più è mutabile non è un Dio. Infatti o Dio è l’essere perfettissimo, immutabile e eterno perciò necessario, o non lo è, se non lo è non ci interessa, perché non è il nostro Dio.
Ancora, o Dio è Trino o non lo è, se non lo è, siamo come gli ebrei e i musulmani; se lo è, dobbiamo spiegare come lo possa essere sempre ed eternamente, e non a modi o a momenti o a episodi.
Se una madre generasse eternamente il figlio, da lui non potrebbe essere dissociata, né il figlio dalla madre. Così il figlio (in quanto generato) sarebbe della stessa natura della madre ed entrambi costituirebbero l’essere umano, e l’essere umano sarebbe l’unica natura che entrambi costituirebbero. Gesù vuol dire questo: il Padre genera eternamente il Figlio, e ciò non può essere un modo, altrimenti il Padre: o diventa Figlio, mutamento che abbiamo escluso in Dio; oppure, se non genera, non è né Padre né Figlio, perché anche Dio non potrebbe esser Padre senza generare; oppure se Dio è Padre in principio ed eternamente, allora quando è nel modo di Figlio si contraddice, un Dio che fa il rimpiattino per me fa ridere. Ora se il Padre genera eternamente il Figlio da esso non si dissocia e nello stesso tempo generandolo lo pone della sua stessa natura, le due relazioni o persone insieme allo Spirito Santo che, procedendo dalle altre due persone, ne è uguale nella natura, costituiscono l’unico Dio, l’unica natura divina.
Se mi si permette l’esempio: lo Spirito Santo è il cordone ombelicale fatto d’amore che lega il Padre e il Figlio in una sostanza o natura che è Dio stesso. In genere si fa l’esempio del triangolo equilatero: in cui i tre lati e i tre angoli sono distinti e non separati, uguali ma relativi e insieme costituiscono la natura del triangolo, di fatto sono il triangolo. Ma questo non è detto del tutto bene, perché le persone divine non si dividono tra di loro l’unica divinità, ma ciascuna di esse è Dio tutto intero: come dire l’angolo A del triangolo è tutto intero il triangolo nonostante sia relativo al B e questo è tutto il triangolo nonostante sia relativo a C, e così via.
Com’è comprensibile una cosa del genere? La madre è pienamente umana come pienamente umano è il figlio, ma se fossero inseparabili costituirebbero proprio per questo una sola natura o sostanza: l’essere umano sarebbe unico ma costituito da una madre che genera un figlio, entrambi pienamente umani e nello stesso tempo unici nell’essere. Ora, dice Agostino, che è proprio l’eternità di correlazione tra Padre e Figlio e Spirito Santo che distingue tra loro le persone ma non le divide, dunque formano un solo Dio. Il nostro Dio è unico, ma non solitario perché è trino, e non sono tre dèi, ma unico Dio in tre persone.
Il discorso è poco comprensibile per le nostre menti, tuttavia come si capisce non è contraddittorio, non stiamo dicendo che il quadrato è tondo o che il 3 è il 5, ma che non è contraddittorio che possa esserci un ente che in se stesso sia costituito da tre relazioni uguali e distinte, e ciò che rende comprensibile la faccenda è l’elemento o caratteristica di tale Ente di essere eterno. Il concetto di eternità lega le persone tra loro impedendo che si separino e si diversifichino in tre soggetti autonomi e indipendenti, così permangono tra di loro in eterna correlazione, costituendo l’unico Dio di cui essi sono l’unica natura.
Il Modalismo suppone che Dio cambi nei momenti da cambiare, ma un Dio che muti è poco credibile… Lui l’eterno per eccellenza. Quindi Gesù dice bene che è uguale al Padre (Gv.10,30) nella divina natura, e come il Padre opera sempre così anche lui opera (Gv. 5,17), nel senso che il Padre eternamente genera e il Figlio è eternamente generato, e la loro correlazione d’amore è di fatto lo Spirito Santo. Per questo Dio è bene ed è amore, perché la distinzione ma non la separabilità delle persone costituiscono il nucleo atomico dell’amore, dove Dio eternamente è giovane e vitale in quanto eternamente generatore di vita, di amore e di bene. Un Dio monolitico, solitario e fermo sarebbe come un morto, se è vivo lo deve alle tre Persone che lo costituiscono e sono capaci di sprigionare quella forza etica che si chiama amore. Un Dio che cambiasse faccia al mutar degli eventi, non sarebbe né Figlio né Padre, perché se Gesù mentre si rivela Figlio rivelasse il Padre sarebbe come dire che mentre sono tondo mi vedi quadrato. Gesù rivela il Padre in quanto è uguale nella sua natura divina (Gv 14, 10), mentre il Padre «è più grande di me» (Gv 14,28) perché esattamente nella persona di genitore è distinto dal Figlio e logicamente anteriore dal generato. Gesù nelle sue espressioni è preciso più di quanto si creda.
Insomma il Modalismo è una teoria molto riduttiva del mistero di Dio e non regge alla critica della ragione, molto più logico sarebbe il monoteismo assoluto, ma un Dio solo e solitario non potrebbe spiegare di essere Amore e Bontà, termini questi che suppongono delle relazioni etiche, e Gesù dicendo che Dio ama fino a dare la vita, significa che rimanda a un concetto di Dio dove è presente l’amore e di conseguenza sono presenti reali e distinte Relazioni, che la dottrina della Chiesa ha definito come Persone divine.