Il pontefice si è ispirato al poverello d’Assisi in quanto patrono dell’ecologia e sulla nozione di integralitàIn che senso il Papa si è ispirato a San Francesco per scrivere l'Enciclica "Laudato Si"? Per il solo fatto che il poverello d'Assisi sia l'autore del "Cantico delle Creature"? In realtà Bergoglio ha scavato molto più a fondo nel pensiero francescano. Allora andiamo a scoprire come è nata questa "ispirazione" così utile alla stesura della sua Enciclica "ecologica".
SANTO PATRONO DELL'ECOLOGIA
Il pontefice scrive quasi all'inizio del documento, senza giri di parole: «Credo che Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità. È il santo patrono di tutti quelli che studiano e lavorano nel campo dell’ecologia, amato anche da molti che non sono cristiani».
SIMBOLO DELLA CURA PER L'AMBIENTE
San Francesco, un "totem" dell'ecologia, dichiarato patrono da Giovanni Paolo II nel 1979 a poco più di un anno dalla sua elezione pontificia. «Tale proclamazione – spiega ad Aleteia padre Pietro Messa, docente di storia del francescanesimo presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e scrittore – è stata innanzitutto il riconoscimento da parte del magistero che l’Assisiate era diventato simbolo della cura per l’ambiente».
MESSAGGIO SUL CREATO PER TUTTI I CATTOLICI
Inoltre, aggiunge Messa, «il Papa venuto dal blocco sovietico sapeva che vi erano temi trascurati dai cattolici e portati avanti – a volte in modo strumentale – da altri ma prescindendo, se non persino contrapponendosi, alla dimensione religiosa dell’uomo. Proclamando il Santo d’Assisi patrono dell’ecologia ha in contemporanea richiamato tutti a non dimenticare la dimensione trascendente dell’ecologia e i cattolici a riconoscere che la salvaguardia del creato è un aspetto importante della vita cristiana».
I LIMITI DELLA LIBERTA' UMANA
Lo stesso, evidenzia l'esperto di storia del francescanesimo, «farà per il tema della pace con l’incontro interreligioso di pellegrinaggio, digiuno e preghiera compiuto ad Assisi nell’ottobre 1986; e non è un caso che pochi anni dopo, nel 1989, cadendo il Muro di Berlino ha fine il blocco comunista, un sistema che negava l’importanza del senso religioso. Ma crollando le ideologie si è diffusa, come dice l’enciclica, "l’idea che non esistano verità indiscutibili che guidino la nostra vita, per cui la libertà umana non ha limiti", incentivando una bramosia senza riguardo per nessuno, neppure il creato».
IL LEGAME TRA WOJTYLA E BERGOGLIO
Papa Francesco, evidenzia ancora Messa, «riprende da Giovanni Paolo II il legame tra san Francesco e l’ecologia, ma in un contesto storico diverso in cui il "mercato senza regole" e "il consumismo senza etica" la fanno da padroni con gravi conseguenze». L'operazione del Santo Padre è dunque di innestare il messaggio francescano nell'attualità del terzo millennio. Facendo evolvere la sua riflessione verso la nuova nozione di "Ecologia integrale".
L'ECOLOGIA "INTEGRALE" DI SAN FRANCESCO
La testimonianza di San Francesco, scrive Bergoglio nell'Enciclica, «ci mostra anche che l’ecologia integrale richiede apertura verso categorie che trascendono il linguaggio delle scienze esatte o della biologia e ci collegano con l’essenza dell’umano. Così come succede quando ci innamoriamo di una persona, ogni volta che Francesco guardava il sole, la luna, gli animali più piccoli, la sua reazione era cantare, coinvolgendo nella sua lode tutte le altre creature. Egli entrava in comunicazione con tutto il creato, e predicava persino ai fiori e "li invitava a lodare e amare Iddio, come esseri dotati di ragione"».
UN MESSAGGIO "VIOLATO" DA MOLTI
L'esempio di San Francesco oggi però oscurato da tutti coloro, osserva padre Messa, che «mentre combattono per la salvaguardia dell’ambiente in contemporanea promuovono l’aborto, il relativismo etico e l’immanentismo; similmente altri pur facendosi paladini della famiglia non hanno scrupoli a continuare con la deforestazione e l’inquinamento. E gli esempi che si possono portare di tale schizofrenia in cui si assolutizza un aspetto a scapito di altri sono molti».
IL RICHIAMO DEL PAPA ALLA "NUOVA" INTEGRALITA'
Ecco allora che il papa, nel documento, «richiama più volte il valore dell’"integralità»". A questo proposito «viene in mente Bonaventura da Bagnoregio – un autore più volte citato nell’enciclica, nota padre Messa – il quale affermava che la bellezza è l’armonia di parti ottimamente colorate, oppure l’espressione di Hans Urs von Balthasar secondo cui "la verità è sinfonica"». Dunque l'ecologia integrale del terzo millennio è un'ecologia con una visione di insieme, che guarda costantemente verso il prossimo, che riscatta proprio quella delle origini teorizzata da San Francesco d'Assisi.
Proprio la lauda del poverello d’Assisi che da cui proviene il titolo "Laudato si’" dell’enciclica, come ha ben illustrato Carlo Paolazzi ne "Il cantico di frate sole" (Assisi 2010), conclude lo studioso, «mostra la bellezza dell’amore misericordioso che si prende cura dell’altro».