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La segnaletica dell’educatore

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mons. Gualtiero Sigismondi - La Voce - pubblicato il 12/06/15
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Alcune nozioni di scuola guida per animatori ‘senza foglio rosa’ o educatori che si mettono al volante ‘senza patente’Volge al termine la stagione estiva che, come di consueto, ha visto un notevole spiegamento di animatori impegnati ad animare il Grest o il campo-scuola organizzati da molte parrocchie, che negli ultimi anni si sono dotate della struttura pastorale dell’oratorio senza equipaggiarla di educatori ma solo di animatori. Troppo spesso accade di vedere in circolazione animatori ‘senza foglio rosa’ o educatori che si mettono al volante ‘senza patente’. Forse è utile richiamare alcune nozioni di scuola guida, non con l’intenzione di ritirare la patente ma con l’obiettivo di stimolare chi l’ha presa a verificare se è scaduta.

Dare precedenza: esplorare la “frontiera” della pastorale giovanile  tenendo bene a mente che essa deve essere saldamente ancorata a quella vocazionale.

Strada sdrucciolevole: prestare attenzione a non separare la pastorale giovanile da quella familiare, poiché la famiglia è la prima e indispensabile comunità educante.

Strada senza uscita: evitare di ridurre l’oratorio a uno “spazio aggregativo”, confermando la sua funzione originale e originaria di “laboratorio della fede”.

Caduta massi: tracciare percorsi di pastorale giovanile personalizzati, che sappiano farsi non generico richiamo ai valori ma provocazione, apertura di orizzonti.

Divieto di sosta: superare lo stallo di una pastorale giovanile legata ai “grandi eventi” o dissipata da una serie di “iniziative prive di iniziativa”.

Incrocio pericoloso: spronare i giovani a coniugare solitudine e comunione, sollecitandoli a stabilire relazioni autentiche, e non semplici connessioni o contatti.

Salita ripida: incoraggiare le giovani generazioni a puntare in alto, allenandole al sacrificio, al silenzio, alla sobrietà, alla solidarietà e, soprattutto, alla speranza.

Obbligo di catene a bordo: trasmettere ai giovani il fascino per le cose grandi, sostenendoli nel faticoso incedere dello sguardo – prima ancora che dei piedi! – verso le vette.

Limite di velocità: coniugare con le virtù teologali anche quelle cardinali, non rinunciando al “carattere asimmetrico” della relazione educativa.

Stop: coniugare mitezza e fermezza, pazienza e audacia, esercitando l’autorità di dire dei “no” che abbiano la stessa dolcezza del “sì”.

Divieto di transito: accostarsi ai giovani senza invasioni di campo, ben sapendo che nemmeno lo Spirito santo vuole operare senza il consenso della libertà umana.

Divieto di sorpasso: attendere con dolcezza e rispetto i tempi di maturità di ciascuno, riconoscendo che “ogni anima ha la sua pienezza del tempo”.

Divieto di segnalazioni acustiche: osservare e proporre, abbassando il tono delle inutili lamentazioni e riducendo il frastuono delle sterili esortazioni.

Raffiche di vento: esortare i giovani a distinguere le “folate di vento” delle ambizioni, che causano tristezza, dalla “brezza leggera” dei desideri che portano alle sante aspirazioni.

Direzione obbligatoria: avvicinare i giovani con “entusiasmo sincero” senza limitarsi a dare loro fiducia, ma stimandoli degni di fiducia.

Tutte le direzioni: spingere i giovani a prendere il largo, evitando di confinarli nella trincea del paternalismo che, se non riesce a possedere, non rinuncia a trattenere…

L’elenco potrebbe continuare, ma il semaforo delle battute a mia disposizione è diventato rosso: non vorrei correre il rischio di perdere il foglio rosa rilasciatomi dalla redazione de La Voce! Mi sia concesso solo lo spazio per un’ultima battuta: il Grest e il campo-scuola hanno occupato interamente la corsia riservata agli esercizi spirituali?

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