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Cosa sono i mandala?

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José Luis Vázquez Borau - pubblicato il 28/05/15
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L’utilizzo di figure geometriche che esprimono simboli spirituali è proprio di varie tradizioni, anche del cristianesimo
Il termine indù mandala significa “circolo”. Si tratta di una forma di yantra o diagrammi geometrici rituali, alcuni dei quali in corrispondenza di un attributo divino determinato o di una forma di ammaliamento, mantra, della quale diventa la cristallizzazione visiva. Si trovano in tutto l’Oriente, sempre con la finalità di servire come strumenti di contemplazione e concentrazione.

Il mandala come immagine mentale

Il mandala è un’immagine mentale che può essere costituita mediante l’immaginazione. Nessun mandala è uguale all’altro perché espone la situazione psichica del suo autore, ovvero integra struttura tradizionale e libera interpretazione. I suoi elementi di base sono figure geometriche contrapposte e concentriche. Per questo si dice che il mandala è sempre la quadratura del cerchio.

In un senso meramente psicologico, bisogna assimilare a mandala tutte le figure che hanno elementi racchiusi in un quadrato o un cerchio, come il cerchio zodiacale, il labirinto e anche l’orologio. Il mandala, insomma, è innanzitutto un’immagine sintetica del dualismo tra differenziazione e unificazione, varietà e unità, esteriorità e interiorità, diversità e concentrazione.

Come molte creazioni culturali e artistiche o allegoriche, il mandala deve avere un rapporto con l’interesse primordiale di organizzazione sia psichica che interiore. La contrapposizione del cerchio, del triangolo e del quadrato svolge il ruolo fondamentale dei migliori e più classici mandala orientali. Anche quando il mandala allude sempre all’idea di centro, presenta anche gli ostacoli per ottenerlo e assimilarlo. Il mandala realizza in questo modo la funzione di aiutare l’essere umano e riunire ciò che è disperso intorno a un asse.

Templi a forma di mandala

La costruzione dei templi a forma di mandala ha l’obiettivo di monumentalizzare il vivere e di “deformare” il mondo fino a renderlo adatto a esprimere l’idea di ordine supremo nella quale l’uomo può penetrare come entrerebbe nel proprio spirito. Nei mandala di grandi dimensioni, disegnati al suolo mediante fili o polvere colorati, si tratta della stessa cosa.

Il simbolismo dei mandala

Il simbolismo dei mandala al momento di contrapporre figure chiuse si basa su alcune caratteristiche generali. Il cerchio dentro il quadrato è la composizione più evoluta. Lo stesso succede con il triangolo. Il cerchio esterno, tuttavia, ha sempre una funzione unificatrice. Lo Shri-Yantra è uno degli strumenti mandalici superiori. È costituito intorno a un punto metafisico centrale, che non figura nel disegno. Questo centro virtuale è circondato da una combinazione di nove triangoli, immagine dei mondi trascendenti. Il mondo intermedio, o sottile, è raffigurato in una triplice aureola che circonda i triangoli. Ci sono poi un loto con otto petali, che significa rigenerazione, altri di sedici e un cerchio triplo, che completano la rappresentazione del mondo spirituale. La loro inclusione in quello materiale è raffigurata da un triplice quadrato con denti che esprimono l’orientamento nello spazio.

I mandala sono quindi disegni in genere circolari o che combinano diverse figure geometriche in modo simmetrico. In tutti loro esistono un punto o una figura centrale che irradia al di fuori e un limite esterno. Rappresentano varie cose, sia l’universo che la persona, l’umanità intera o la divinità. Tengono conto degli elementi propri della cultura e delle convinzioni di chi li esegue. La loro origine è orientale, vengono associati all’induismo e al buddismo, e i più noti sono i mandala tibetani che i monaci buddisti elaborano dall’VIII secolo a.C.

Esistono tuttavia testimonianze dell’esistenza dei mandala in varie culture, ed è possibile scoprirli anche nella natura. Nel cristianesimo l’uso del cerchio per inscrivere un personaggio, oltre alla sua ubicazione sulla sommità di un elemento architettonico, evoca la sfera celeste. La mandorla porta a un’altra dimensione: è una figura geometrica disegnata con due cerchi che si intrecciano. Nella loro intersezione c’è una persona, per la quale si deve passare per percorrere il cammino tra i due cerchi, i due emisferi o i due mondi, quello terreno e quello celeste.

Cristo in una mandorla del timpano della porta di una chiesa rivela il simbolismo di passare dall’esterno della chiesa all’interno di essa, e quindi annuncia il passaggio dei vivi dal mondo terreno a quello celeste. La mandorla viene allora utilizzata per esprimere un passaggio o una porta.

Il mandala come risorsa terapeutica

I mandala sono assai utilizzati per la meditazione, mediante il disegno o l’osservazione. Il processo di osservazione consiste nello scegliere un mandala già fatto, sedersi in un luogo comodo e adattare la respirazione, raggiungendo uno stato di benessere e rilassamento mediante l’osservazione della figura, focalizzando tutta l’attenzione.

Una tecnica di rilassamento orientale consiste nell’impiegare mandala già disegnati solo con le linee e lo sfondo bianco e colorarli. Mediante questa focalizzazione nel dipingere il mandala si riesce a ripristinare la tranquillità e a raggiungere uno stato di rilassamento, rafforzando la creatività. Questa tecnica psicoterapeutica è raccomandata sia in ambito terapeutico che nella terapia dell’arte e come tecnica di rilassamento individuale e di gruppo; per ogni tipo di persone, è una pratica semplice con la quale si ottengono ottimi risultati, raggiungendo stabilità mentale ed equilibrando la nostra energia. Secondo la tradizione del mandala, questo rappresenta l’essere umano, manifestando la sua creatività aiutando a collegare l’essenza dell’essere e facendo sì che la saggezza interna appaia in forma di pace, calma ed equilibrio di fronte a qualsiasi circostanza che stiamo vivendo.

Questi disegni sono disposti in modo tale da rimanere ancorati all’inconscio collettivo, come ha affermato Carl Gustav Jung assumendo che il mandala è una rappresentazione della totalità della mente che ingloba sia il conscio che l’inconscio: “Anche se siamo uomini con la nostra vita personale, siamo anche, dall’altro lato, in grande misura, rappresentanti, vittime e promotori di uno spirito collettivo, la cui vita equivale a secoli. Possiamo certamente immaginare una vita sulla base dei nostri desideri e non scoprire mai che siamo stati principalmente comparse del teatro del mondo. Esistono però fatti che influiscono sulla nostra vita, e questo tanto più quanto più vengono ignorati”.

Che importanza possono avere oggi i mandala?

La routine nella quale siamo immersi può destabilizzarci in ogni momento. Abbiamo bisogno di recuperare sacche di pace che ci ossigenino e ci animino. In questa ricerca ci possono aiutare alcune attività semplici che ci riappacifichino o ci consolino. Una di queste pratiche, alla portata di chiunque, è la pittura dei mandala. Questi simboli ci portano dal molteplice all’uno, dalla dispersione alla concentrazione, e ci servono come appoggio per meditare.

Non è necessario essere esperti d’arte, di disegno o di spiritualità. Dipingere mandala è un esercizio umile che ci permette di fermare la routine, rafforzando la creatività e la pazienza, aiutandoci a sperimentare il silenzio (così necessario per trovarci e allo stesso tempo per intavolare un rapporto con il Trascendente). Potremmo dire che dipingere un mandala è una forma di praticare la meditazione attiva.

La tradizione cristiana ha incorporato i mandala come elementi propri fin dalle sue origini. Molti segni presenti nell’architettura, nella pittura e negli elementi della liturgia seguono questo schema per esprimere il Mistero. È allora interessante saperli riconoscere e, perché no, esortarci a entrare in questo esercizio che può essere un’esperienza che trasforma.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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