L’eutanasia e le cure palliative«Oggi l’eutanasia offre una risposta legale d’evitamento che soffoca sul nascere i progressi che ancora ci sono da fare nell’accompagnamento della sofferenza psicologica e spirituale» afferma riferendosi alla situazione del proprio Paese la dottoressa Catherine Dopchie, oncologa belga impegnata nel campo delle cure palliative anche a domicilio
.Lo scrive Ferdinando Cancelli aggiungendo che in Belgio l’eutanasia è depenalizzata dal 28 maggio 2002: da allora il numero dei decessi provocati non ha fatto che crescere e inoltre, questa è la cosa più inquietante, di pari passo è l’impostazione stessa della medicina palliativa che sta soffrendo e sta progressivamente mutando. Il quotidiano «La Croix», da cui è tratta la citazione, si soffermava su questo cambiamento il 21 maggio scorso.
A farsi strada è ormai un approccio definito di «cure palliative integrali» all’interno delle quali trova spazio, tra gli altri modi di «aiutare» il paziente, quello di farlo morire su sua richiesta. Le federazioni regionali di cure palliative in Belgio «hanno a poco a poco adottato» tale «nuova definizione» di cure palliative e la morte per eutanasia «non è più vista come uno scacco» di tali cure ma come «un’opzione complementare o persino equivalente» a qualsiasi altro atto palliativo. Tale mutamento, affermano alcuni medici, «ha fagocitato e snaturato la vera cultura palliativa».