Intervista al cantante dei “The Sun” Francesco LorenziLa guerra – tutte le guerre – quali giustificazioni hanno? Si può combattere in nome di Dio? Mentre conflitti più o meno dimenticati nella nostra frettolosa quotidianità continuano a travolgere milioni di persone che perdono casa, famiglia, vita, si levano le voci dei leader religiosi – primo di tutti papa Francesco – per negare legittimazione a chi pretende di uccidere dietro la bandiera di una "guerra santa". A queste voci si aggiunge, con la forza pacifica ma travolgente della musica, la rock band cristiana dei The Sun, che i lettori di Aleteia hanno imparato già a conoscere. E' imminente il lancio del nuovo album "Cuore Aperto" mentre in questi giorni è uscito il singolo "Le case di Mosul" con un video a quale abbiamo partecipato anche noi di Aleteia e di cui il frontman, cantante e autore Francesco Lorenzi ci racconta la genesi…
Come nasce questo testo: “le case di Mosul”?
Lorenzi: Essenzialmente è questo. Nell'estate dell'anno scorso sono rimasto sconvolto dalla notizia di assassinio del professor Mahmoud Al’Asali che viene ucciso dal califfato davanti ai suoi studenti egli testimoniava con forza la sua contrarietà alla persecuzione contro le minoranze cristiane e yazide. Lui, uno studioso di legge coranica. Quel giorno lessi tutti gli articoli disponibili a riguardo, sperimentando una empatia viscerale verso il professore e verso i tanti Giusti che hanno dato loro stessi in nome della Verità. Mi ritrovai in uno stato simile a quello che sperimento quando medito la Passione di Cristo. Dare la vita di fronte ai propri studenti per rendere testimonianza alla giustizia, per custodirli dall’oblio della paura e della menzogna: esiste forse un esempio attuale d’amore e onestà intellettuale più potente di questo? Ho pianto di dolore per il martirio di questo Giusto. E quel pianto mi ha interpellato, facendo nascere in me la necessità impellente di scrivere, di immedesimarmi in ciò che quest’uomo portava nel cuore…
…e poi?
Lorenzi: Mentre facevamo le registrazioni dell'album stavo leggendo un libro di Aldo Cazzullo “La guerra dei nostri nonni”. Mia cugina Elena me lo aveva regalato a Natale allegando un biglietto con le foto del mio bisnonno Antonio Manea, cavaliere di Vittorio Veneto. Mentre leggevo le tante testimonianze contenute nel libro, mi sono reso conto che la guerra in Italia, cento anni fa, non era stata meno brutale di quella in corso oggi in Medio Oriente. Mi ha sconvolto il modo con il quale alcuni italiani con gradi di comando superiore trattavano quelli di grado inferiore, rendendosi protagonisti di atti tremendi, senza alcuna umanità, senza alcuna compassione ed empatia. Quanto ho pianto leggendo i diari di quei giovani soldati!.
In che modo queste due esperienze così diverse hanno portato alla scrittura del testo de "Le case di Mosul"?
Lorenzi: Entrambe mi hanno aiutato a capire che il problema NON sta nell’Islam, ma nella mancanza di educazione all’Amore, alla verità, al rispetto, alla pacifica convivenza e all’empatia, di generazione in generazione, di epoca in epoca. Da quel momento in poi, il ricordo dei miei due bisnonni e due nonni – rispettivamente soldati nella prima e seconda guerra mondiale – mi ha guidato durante la scrittura de "Le case di Mosul". La canzone, per questo, pur radicandosi nel presente, poggia su valori universali che attraversano le epoche, le culture e i differenti credo religiosi. Spero di essere riuscito a comunicare tutto questo e che la forza delle immagini nel video aiuti tutti a non "distrarsi" di fronte a quanto accade nel mondo, identificandosi nella corsa di ogni uomo e nel sorriso di ogni bambino che apre con fiducia le mani al mondo…
Produzione esecutiva:
Francesco Lorenzi – Aleteia Italia srl;
Regia: Andrea Scorzoni;
Design / Animation : Manuel Succi
Post Produzione: Bruno Urso e Fabrizio Urso; Distribuzione: Artist First Digital S.r.l.
E il video, com'è stata la collaborazione con Aleteia?
Lorenzi: Ho raccontato le mie impressioni ad Andrea Scorzoni, responsabile artistico di Aleteia, al quale mi lega un rapporto fraterno e anche professionale: il mio racconto deve averlo colpito perché ha deciso di proporlo ad Aleteia che lo ha coprodotto. C'è voluto del tempo per dare spazio alla riflessione: nel toccare questi temi c'è sempre il rischio di cadere nel particolare shock e mancare, anche inconsapevolmente, di rispetto a chi questa tragedia la vive sulla propria pelle. Da qui è nata l'idea di sviluppare la tecnica di mix tra immagini reali e al computer che dialogano tra di loro. Un lavoro lungo e complesso ma che ci dà la possibilità di esprimere con intensità e rispetto quanto abbiamo condiviso. Un intento che, a giudicare dalle prime reazioni, è stato recepito da chi guarda il video e accoglie un messaggio contro l'indifferenza nel mondo… C'è chi scrive nei commenti online che abbiamo avuto coraggio, ma io non sono d'accordo. Credo che sia solo ciò che è giusto dire e fare oggi, ma in questa epoca parlare di impegno, di non indifferenza, ti fa apparire coraggioso.Aleteia, però, lo fa quotidianamente, quindi sono grato di aver trovato dei fratelli in questo…
Tu e i The Sun conoscete bene la situazione della Terra Santa, avete anche suonato lì. Avete mai pensato ad altri luoghi del Medio Oriente per la vostra testimonianza?
Lorenzi: C'è il desiderio di portare la musica a persone che hanno bisogno di normalità. In Palestina, quando ci è stato richiesto e ne abbiamo avuto la possibilità, abbiamo suonato mettendo insieme musulmani e cristiani. Per il concerto di Betlemme, tuttavia, ci sono voluti mesi di preparazione per coordinarci con chi era sul campo: la musica deve servire a mettere insieme le persone..
Che ricordi hai della Palestina?
Lorenzi: Abbiamo avuto il modo di essere portati da persone che ci hanno permesso di capire e che nonostante il conflitto lavorano per la pace. Le azioni del Papa l'anno scorso nel suo viaggio e ora con il riconoscimento spero porti a risultati felici, anche se è una strada tortuosa….
Prossimi appuntamenti dei The Sun?
Lorenzi: L'album “Cuore Aperto” esce il 16 giugno e la tourné inizierà invece il 18 di giugno con diverse tappe. Ci sono due versioni: una standard e una deluxe con un doppio album con inediti e un dvd con oltre un'ora di filmati del nostro viaggio in Terra Santa. Se i primi sono con Sony questo è autoprodotto e l'abbiamo scelto per avere un prodotto che ci rappresentasse di più. Il 19 apriremo noi l'evento di benvenuto al Papa a Torino in piazza San Carlo.