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5 cose che avrei voluto sapere prima di sposarmi

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La Opción V - pubblicato il 20/05/15
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Come va il tuo matrimonio? Hai trovato similitudini nella tua esperienza?Succede molto spesso che mia moglie e io riceviamo commenti sul nostro matrimonio che ci fanno sorridere: “Sembrate tanto felici”, “Vi comportate come degli sposini novelli”, “Non capireste i nostri problemi perché il vostro matrimonio è eccellente”, “Voi non discutete mai”.

Sorridiamo non perché le cose che ci vengono dette ci rendono felici, ma perché ben poche persone conoscono la nostra vera storia. E tutte le coppie ne hanno una, anche noi.

Non molto tempo fa, Consuelo e io siamo stati sul punto di divorziare. Le cose non andavano bene e il nostro matrimonio era in crisi. Non lo dico alla leggera. Eravamo arrivati al punto di non ritorno – o almeno era quello che pensavamo.

Abbiamo seguito una terapia matrimoniale con sacerdoti e consulenti matrimoniali che cercavano di aiutarci a restaurare quello che una volta era stato il nostro matrimonio. È stato uno dei momenti più dolorosi che ho vissuto.

Riflettendo su quel periodo della mia vita, penso che se avessi capito pienamente certe cose quando mi sono sposato avremmo potuto evitare la crisi che abbiamo attraversato. Eccone cinque:

1. Non esiste un piano B

Il mio matrimonio è per tutta la vita e finisce solo con la morte. Suona un po' lugubre, ma è la verità. Quando ho promesso di amare mia moglie per tutta la vita, mi sono impegnato a far sì che il nostro matrimonio funzionasse indipendentemente dalla situazione nella quale ci trovavamo.

La mia mentalità era che mi sarei lasciato delle opzioni. Se essere sposato non avesse funzionato o se stare con Consuelo non fosse durato o lei non mi avesse reso felice, volevo essere sicuro di avere una via d'uscita, o peggio ancora un'altra opzione, ma nel matrimonio non c'è un piano B. Avere un piano B e tenere la porta aperta per fuggire o per altre possibilità mi privava del fatto di impegnarmi e dedicarmi totalmente a mia moglie e al nostro matrimonio.

2. Il matrimonio non riguarda la mia felicità

Molte coppie commettono questo errore. Lo sento continuamente. Io stesso lo credevo nel 2000 il giorno delle nostre nozze. Pensavo dentro di me: “Consuelo è mia moglie e il suo dovere è rendermi felice. È questo che fanno le mogli. E se lei non mi rende felice, dovrò trovare qualcuno o qualcosa che lo faccia”.

La verità è che il matrimonio riguarda molto più della mia felicità. E lei non ha tutta la responsabilità della mia felicità. La felicità è soggettiva e relativa, e come uomo la mia definizione di felicità cambia talmente che non c'è modo per cui possa rimanere aggiornata a tutte le mie esigenze. Il matrimonio riguarda l'amore e il rispetto reciproco e l'onorare Dio attraverso la nostra fedeltà. Non si tratta della mia felicità.

3. La comunicazione è più efficace del silenzio

Sono una persona introversa. Sono anche un uomo. Per questo, per me parlare dei miei sentimenti è strano e scomodo quanto pilotare un aereo. Automaticamente, quando qualcosa mi infastidisce o mi fa arrabbiare mi isolo e resto in silenzio. Arriva un momento in cui reprimo talmente quei sentimenti che inizio a cercare forme pregiudizievoli per canalizzare la mia rabbia, depressione o quello che mi sta dando fastidio.

Quello di cui mi sono reso conto è che nessuno mi ama e mi cura e nessuno può assistermi come fa mia moglie. Posso essere certo che lei tratterà le mie insicurezze ed emozioni con delicatezza. E se sono fastidioso con lei, è l'unica persona che può farci qualcosa – e allora perché non parlare con lei?

4. Aiutare lei fa bene a me

Raccomando sempre il libro “I cinque linguaggi dell'amore” a quanti si sposeranno o sono già sposati. Il modo in cui vedevo il mio rapporto con mia moglie è cambiato. Com'è naturale, cerchiamo di amare gli altri come vorremmo essere amati, ma se questo non è il loro linguaggio d'amore i nostri sforzi sono vani. Anche se aiutare mia moglie è qualcosa che devo fare per avere un matrimonio felice e salutare, mi sono reso conto di un fenomeno interessante. Quando faccio qualcosa per lei, ne beneficio io. Non mi fraintendete, dobbiamo servire non per quello che riceviamo in cambio, ma è molto positivo ricevere qualcosa in cambio quando aiutiamo i nostri coniugi. Mi sembra che quando l'aiuto (ad esempio a lavare i piatti), questo riempia il suo “serbatoio d'amore” al punto che vuole fare lo stesso per me. Suona bene, no?

5. Le differenze non sono un segno di disfunzione

In qualsiasi relazione – di lavoro, familiare, di amicizia… – ci saranno differenze. È normale e accettabile. Per qualche ragione, molti di noi inseriscono il matrimonio in una categoria diversa. Crediamo che se litighiamo o discutiamo è perché dev'esserci qualcosa di male nel nostro matrimonio. Saltiamo subito alla conclusione che il nostro matrimonio ha una disfunzione o è danneggiato in qualche modo.

E quando pensiamo che il nostro matrimonio abbia una disfunzione, iniziamo a pensare al piano B, smettiamo di comunicare e di provare. Nel matrimonio, però, il conflitto è normale.

Il modo in cui scegliamo di affrontare i momenti negativi è quello che determina quanto è salutare o danneggiato il nostro matrimonio. Mi sono reso conto che il fatto di considerare le differenze qualcosa di normale mi ha aiutato a non fossilizzarmi su alcuna offesa, mi ha aiutato a chiedere perdono molto più rapidamente e a lavorare sodo per risolvere le divergenze non appena si manifestano.

Come potete indovinare da ciò che ho scritto all'inizio e dai commenti che riceviamo regolarmente, Consuelo e io abbiamo un matrimonio spettacolare, ora. È meglio di quello che era. È anche meglio di ciò che era il giorno in cui ci siamo sposati. Soprattutto ora che so queste cinque cose sul matrimonio.

E il tuo matrimonio? Hai trovato qualche similitudine nella tua esperienza? Cosa aggiungeresti a questa lista?

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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