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«Non ci sono frange anti-Bergoglio, sono polemiche che mi addolorano»

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 18/05/15
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Il cardinale Vallini allontana le ombre: nessuna frangia di cardinali rema contro il PapaLo spauracchio del corvo agitato da Luigi Bisignani attraverso le colonne de Il Tempo (17 maggio), e soprattutto l'intervista di Antonio Socci a Le Iene (16 maggio), non sono altro che l'apice di una serie di polemiche mediatiche che provano ad agitare sempre più gli equilibri intorno a papa Francesco. 

Se da una parte il consenso del pontefice cresce quotidianamente, le piazze dell'Angelus e dell'Udienza del mercoledì sono costantemente piene, e si vanno moltiplicando a livello internazionale gli apprezzamenti per il Santo Padre sopratutto dopo il contributo alla trattativa Cuba-Usa, dall'altra c'è un coro di rivelazioni che viaggia nella direzione opposta, gettando ombre sul pontificato. 

Ecco perché il cardinale vicario di Roma Agostino Vallini, in un'intervista a RomaSette (17 maggio), il settimanale diocesano della Chiesa di Roma, è intervenuto a gettare acqua sui veleni e a sgombrare il dubbio su correnti settarie interne alla Curia a cui Papa Francesco sarebbe inviso. Ma andiamo con ordine. 

FRANCESCO E LE "DUE POSIZIONI ESTREME"
Intanto in un articolo dal titolo «Sinodo. La proposta di una "terza via"» pubblicato nel suo blog (chiesa.espresso.repubblica.it, 1 maggio) il vaticanista Sandro Magister ha scritto: «Un'impressione diffusa – talora ad arte – è che la discussione presinodale si polarizzi tra due posizioni estreme: da un lato chi vorrebbe introdurre cambiamenti radicali nella dottrina e nella prassi cattolica del matrimonio, acconsentendo allo scioglimento del vincolo e alle seconde nozze; dall'altro chi si irrigidisce nel punire con una scomunica di fatto coloro che violano il dogma dell'indissolubilità».

L'IPOTESI DELLA "TERZA VIA"
Papa Francesco, nel chiudere la precedente sessione del sinodo, «aveva detto parole dure contro entrambi questi estremismi. Il desiderio ormai palese del papa, infatti – evidenziava Magister – è che la Chiesa trovi e percorra una "terza via": fedelissima al comandamento di Gesù sul matrimonio e nello stesso tempo più amorevole nei confronti di chi lo abbia violato».

"BATTAGLIA NEI SALOTTI CURIALI"
Se per Magister, Bergoglio si troverebbe nel mezzo di due "estremismi", l'analisi pubblicata da Il Foglio (5 maggio) supporta un quadro ancore peggiore per il papa. Il quotidiano riporta l'inchiesta del vaticanista Giuseppe Rusconi sull’autorevole rivista politico-culturale tedesca Cicero, e parla di «battaglia tutta interna agli ovattati saloni curiali, dove ancora si fatica a orientare la propria bussola lungo le direttrici impostate (e imposte) dal vescovo pescato quasi alla fine del mondo». 

L'ALZHEIMER E I CARDINALI
«Francesco resta con il cuore e con la mente arcivescovo di Buenos Aires. Tutto a posto, se non fosse che da due anni è vescovo di Roma e dunque Papa della chiesa universale», avrebbe confessato un ecclesiastico d’esperienza al vaticanista.  Nel suo editoriale, il direttore di Cicero Christoph Schwennicke dice che «l'annuncio delle quindici malattie che affliggono la curia, prima fra tutte quell’“Alzheimer spirituale”», avrebbero lasciato «attonito» più d’un porporato.

L'ACCUSA DI SPAEMANN
Sempre il Foglio cita un'altra autorevole fonte tedesca: l'intervista di Robert Spaemann, considerato uno dei massimi filosofi cattolici viventi, al giornale Herder Korrespondenz. Secondo Spaemann la volontà manifesta del pontefice è di separare dottrina e pastorale: «Francesco divide le due aree della chiesa, e vuole mantenerle separate». 

"FRANCESCO HA FAVORITO KASPER"
«E' irritante il modo in cui sta preparando il Sinodo», ha aggiunto il filosofo. Di solito, spiega, in un Sinodo due parti si incontrano con il Papa che gioca il ruolo di moderatore. «Tuttavia, Francesco ha già preso posizione, favorendo la posizione del cardinale Walter Kasper, escludendo l’Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul matrimonio e la famiglia dalle consultazioni presinodali e tentando di influenzare queste consultazioni».

LA MANCATA ELIMINAZIONE DELLO IOR
Il Secolo XIX (15 maggio) affronta il nodo Ior e spiega i motivi della sua mancata chiusura da parte del papa, riportando stralci del libro “La banca del Papa” firmato dal vaticanista Francesco Peloso. Il quotidiano genovese punta l'indice, in particolare, su un'omelia del pontefice del 24 aprile 2013, un mese circa dopo la sua elezione, in cui sembrava aver preso una posizione critica nei confronti dello Ior. 

SENSIBILITA' "SCOSSE" DALLE PAROLE DEL PAPA
Che qualche sensibilità fosse stata urtata, scrive il Secolo XIX, lo si capisce quel giorno stesso, quando l’edizione pomeridiana dell’Osservatore Romano pubblica l’omelia di Bergoglio omettendo però il passaggio sullo Ior. Successivamente, sulla stampa, le parole del Pontefice venivano interpretate come l’evocazione di una possibile soppressione dell’istituto. Doveva allora intervenire il sostituto della segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu, di nuovo attraverso l’Osservatore Romano, per chiarire l’incidente.

SOCCI TORNA ALLA CARICA SULL'ELEZIONE
Giovedì 16 maggio è poi arrivata su Le Iene, il popolare programma di Italia1, una nuova intervista del giornalista Antonio Socci, da sempre critico nei confronti di Bergoglio, in cui sosteneva (e non è la prima volta) «che Bergoglio venne eletto nella quinta votazione del 13 marzo (la sesta in totale), con una serie di procedure che avrebbero trasgredito quanto previsto dalla Costituzione apostolica. Pare che siano state conteggiate schede che avrebbero dovuto non essere valide oltre alla violazione nel numero stesso di elezioni» (Il Giornale, 17 maggio).

LA REAZIONE DI VALLINI
Infine lo scorso weekend agitato dal corvo di Bisignani. Ecco allora comparire su RomaSette l'intervento duro del cardinale Vallini. Scontri nella Curia con una frange anti-Bergoglio? Il vicario del Papa per la diocesi di Roma è netto: «Sono addolorato lo stesso e molto, per il solo fatto che si scrivono queste cose che, a mio giudizio, sono false. Faccio soltanto due considerazioni. Il Papa è stato eletto da un Collegio cardinalizio che ha riposto in lui la massima fiducia, in un atto importante, qual è il Conclave, e lo ha fatto con spirito di fede e di responsabilità». 

"OBBEDIENZA E FILIALE RISPETTO"
In Papa Francesco, prosegue Vallini, «tutti abbiamo visto e vediamo il pastore scelto dal Signore e a lui abbiamo prestato e prestiamo obbedienza e filiale rispetto, nello spirito del giuramento di fedeltà al Papa, “usque ad effusionem sanguinis”, che ogni cardinale emette nel giorno in cui è aggregato al Collegio cardinalizio. Dunque, a queste letture giornalistiche mi rifiuto di dare credito». 

"FALSATA LA REALTA'"
Vallini contesta «la provenienza di queste notizie e di queste analisi», che «vengono sempre dagli stessi giornalisti e dalle stesse testate». «Chi è abituato a fare l’analista politico, ideologicamente orientato – sentenzia il cardinale – ha la deformazione professionale, forse anche in buona fede, di insinuare e interpretare i fatti nell’ottica della contrapposizione politica. Questo criterio ermeneutico, applicato alla Chiesa, falsa la realtà. Anche il normale e costruttivo confronto delle idee, voluto e incoraggiato dal Papa stesso, è letto – conclude – in chiave di potere, di resistenza, di sfida, di lotta». 

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