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Caro Giudice Kennedy: lettera aperta del figlio di un amorevole genitore gay

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Katy Faust - pubblicato il 07/05/15
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Per favore, concentratevi su chi mancaCaro Giudice Kennedy,

giugno è vicino, e con esso arriverà la sua decisione sulla questione politica più scottante del nostro tempo: il matrimonio.

Le scrivo perché sono una dei tanti figli di genitori gay che credono che dovremmo difendere il matrimonio. Credo che lei abbia avuto ragione quando, durante le deliberazioni sulla Proposizione 8, ha affermato che “la voce di quei figli [di genitori omosessuali] è importante”. Vorrei spiegare perché penso che ridefinire il matrimonio priverebbe questi bambini dei loro diritti più fondamentali.

È molto difficile parlare della questione, perché amo la mia mamma. Lo fa la maggior parte di noi figli di genitori gay. Amiamo anche i loro partner. Non sente molto parlare di noi perché per quanto riguarda i media è impossibile che noi possiamo sia amare il/i nostro/i genitore/i gay che opporci al matrimonio omosessuale. Molti sono dell'opinione che io non dovrei esistere. Ma esisto, e non sono l'unica.

Questo dibattito in fondo riguarda una cosa.

Riguarda i bambini.

La definizione di matrimonio non dovrebbe avere nulla a che fare con lo sminuire la sofferenza emotiva all'interno della comunità omosessuale. Se la Corte Suprema riuscisse a elaborare leggi per influire sui sentimenti, il razzismo sarebbe finito cinquant'anni fa. Né la questione riguarda principalmente il fioraio, il pasticcere o il fabbricante di candele, anche se l'impatto reale su questi privati cittadini è ben pubblicizzato. La Corte Suprema non ha interesse a coinvolgersi nel romanticismo o nelle relazioni interpersonali. Spero davvero che la sua decisione di giugno sia priva di considerazioni di questo tipo.

Il Governo dovrebbe promuovere il benessere dei bambini

I bambini sono il motivo per il quale il Governo ha un ruolo in questa discussione. Il Congresso è stato chiaro nel 1996 quando ha approvato il Defense of Marriage Act, affermando:

In fondo, la società civile ha un interesse a mantenere e a difendere l'istituzione del matrimonio eterosessuale perché ha un interesse profondo e duraturo a incoraggiare la procreazione responsabile e l'allevamento dei figli. In poche parole, il Governo è interessato al matrimonio perché è interessato ai figli.

Non c'è differenza tra il valore delle persone eterosessuali e quello di quelle omosessuali. Tutti meritiamo la stessa protezione e le stesse opportunità a livello accademico, di alloggio, di impiego e di assistenza medica, perché siamo tutti esseri umani creati a immagine di Dio.

Quando si parla di procreazione e di allevamento di bambini, tuttavia, le coppie omosessuali e quelle di sesso opposto sono del tutto diseguali e dovrebbero essere trattate in modo diverso per il bene dei bambini stessi.

Quando due adulti che non possono procreare vogliono allevare insieme dei bambini, da dove vengono questi piccoli? Ogni bambino è concepito da una madre e da un padre, per i quali quel bambino ha un diritto naturale. Quando un bambino viene posto in una famiglia omosessuale, gli mancherà almeno un rapporto genitoriale fondamentale e un'influenza di due generi decisiva. La natura dell'unione degli adulti garantisce questo fatto. Con l'adozione, il divorzio o la riproduzione mediante terzi, gli adulti in questo panorama soddisfano i desideri del proprio cuore, mentre il bambino si assume il costo più significativo: perde uno o più genitori biologici.

Creare una politica che privi intenzionalmente i bambini dei loro diritti fondamentali è qualcosa che non dovremmo promuovere o incentivare.

Le voci dei figli

Quando ha sottolineato quanto siano importanti le voci dei figli di genitori gay, probabilmente prevedeva una risposta diversa. Forse si aspettava che i figli di unioni omosessuali avrebbero avuto solo cose positive da dire su quanto la loro famiglia sia “esattamente come quella di chiunque altro”. Forse si aspettava che le dicessero che l'unica cicatrice nella loro vita altrimenti idilliaca era il fatto che le loro due mamme o i loro due papà non potessero essere sposati legalmente. Se i figli di queste unioni fossero tutti felici, sarebbe più facile per lei prendere la decisione che sarebbe tanto popolare. Mi identifico con l'istinto di quei figli ad essere protettivi nei confronti dei loro genitore gay. In effetti, l'ho fatto anch'io. Ricordo quante volte ho ripetuto il mio discorso: “Sono così felice che i miei genitori abbiano divorziato perché così ho conosciuto tutte voi donne fantastiche”. Mi godevo gli elogi. Le donne del circolo di mia madre andavano in estasi per la mia maturità. Lo dicevo in continuazione, e ogni volta la mia performance migliorava. Era quello che tutti gli adulti della mia vita volevano sentire. Avrei potuto fare l'annuncio del servizio pubblico sulla omogenitorialità.

Mi ripiego su me stessa ripensandoci oggi, perché era una bugia. Il divorzio dei miei genitori è stato l'evento più traumatico nei miei 38 anni di vita. Amavo la partner e le amiche di mia madre, ma avrei scambiato ciascuna di loro per avere la mia mamma e il mio papà che mi amavano sotto lo stesso tetto. Non dovrebbe sorprendere nessuno il mio desiderio di rimuovere la lente del politicamente corretto che tutti sembriamo avere sugli occhi.

I bambini vogliono che la loro madre e il loro padre li amino, e si amino. Non provo amarezza nei confronti dei miei genitori. Al contrario, sono grata per lo stretto rapporto che ho con loro e per il ruolo che hanno nella vita dei miei figli, ma amare i miei genitori e guardare criticamente all'impatto della rottura familiare non sono cose che si escludono a vicenda.

Ora che sono genitore, vedo chiaramente le splendide differenze che mio marito e io apportiamo alla nostra famiglia. Vedo la totalità e la ricchezza che ricevono i miei figli perché hanno entrambi i genitori che vivono con loro e li amano. Vedo quanto sia importante il ruolo del loro padre e quanto io sia insostituibile come madre. Abbiamo ruoli complementari nella loro vita, e nessuno di noi è dispensabile. Siamo entrambi fondamentali. È come se Madre Natura avesse reso questa storia della riproduzione perfetta.

Il genitore mancante

Non sto dicendo che essere attratti da persone dello stesso sesso renda incapaci di essere genitori. Mia madre è stata un genitore eccezionale, e molto di ciò che faccio bene come madre è un riflesso del modo in cui mi ha amata e mi ha allevata. La questione riguarda il genitore mancante.

Parlate con qualsiasi figlio di genitori omosessuali, soprattutto quelli abbastanza adulti per riflettere sulle loro esperienze. Se chiedete a un figlio allevato da una coppia lesbica se ama le sue due mamme, riceverete probabilmente un sonoro “Sì!” Chiedete del padre e vi troverete davanti a un silenzio doloroso, a una confessione di senso di mancanza che strazia lo stomaco o al riconoscimento che ha un padre che vorrebbe vedere più spesso. L'unica cosa che non sentirete è l'indifferenza.

Qual è la sua esperienza con i figli di genitori divorziati, o che sono il risultato di una riproduzione a tre o sono vittime dell'abbandono? Non si interessano del genitore mancante? Questi figli affermano di non aver mai trascorso una notte insonne chiedendosi perché i loro genitori se ne sono andati, com'erano o se amavano il proprio figlio? Ovviamente no. Siamo fatti per conoscere entrambi i nostri genitori, e per essere conosciuti da loro. Quando un genitore è assente, quell'assenza lascia una ferita aperta che dura tutta la vita.

Chi si oppone a questo fatto strombazzerà studi in cui i ricercatori hanno concluso che i figli di famiglie omosessuali dicono di passarsela “anche meglio!” di quelli di famiglie biologiche intatte. Lasciamo da parte i problemi metodologici insiti in questi studi e pensiamo solo un momento.

Se è del tutto accettato nella scienza sociale che i bambini soffrono molto quando vengono abbandonati dai propri genitori biologici, quando i loro genitori divorziano, quando un genitore muore o quando sono stati concepiti grazie a un donatore, come può essere possibile che passino miracolosamente all'“anche meglio!” quando vengono allevati in famiglie omosessuali? Ogni figlio cresciuto da “due mamme” o “due papà” è arrivato in una famiglia del genere attraverso uno di questi quattro metodi traumatici. Essere allevati sotto l'arcobaleno elimina miracolosamente tutti gli effetti negativi e il dolore che circondano la perdita e la privazione quotidiana di uno o entrambi i genitori? La spiegazione più probabile è che i ricercatori sentono la stessa pressione che sperimenta il resto di noi per provare che amano i loro amici gay.

I bambini hanno il diritto di essere amati dalla loro madre e dal loro padre

Come la maggior parte degli americani, sostengo che gli adulti debbano avere la libertà di vivere come vogliono. Mi oppongo inequivocabilmente al fatto di criminalizzare i rapporti gay, ma definire il matrimonio in modo corretto non criminalizza nulla, e l'interesse del Governo nei confronti dei matrimonio riguarda i bambini che solo le relazioni maschio-femmina possono produrre. Ridefinire il matrimonio ridefinisce la genitorialità. Ci porta ben oltre la nostra filosofia del “vivi e lascia vivere”, nella terra in cui la nostra società promuove una struttura familiare in cui i bambini dovranno sempre subire delle perdite. La nostra politica, stampata e sigillata dalla più potente delle organizzazioni governative, sarà che questi bambini saranno privati del diritto di essere conosciuti e amati dalla madre e/o dal padre in ognicaso. Nelle famiglie omosessuali, i desideri degli adulti battono i diritti del figlio.

Siamo davvero giunti a un punto in cui stiamo considerando di istituzionalizzare la privazione del diritto naturale di un bambino a una madre e a un padre per convalidare le emozioni degli adulti?

Giudice Kennedy, ammiro da tempo la sua coerenza nel decidere sul benessere dei bambini, e la imploro di mantenerla. Credo davvero che le sia affidata l'uguale protezione di tutti i cittadini, ed è suo dovere difendere questa protezione per i più vulnerabili tra di noi. I legami con i propri genitori naturali meritano di essere protetti. Non cada in preda alla falsa storia per cui i sentimenti degli adulti dovrebbero battere i diritti dei bambini. È sugli adulti che deve gravare l'onere di conformarsi alle necessità di bambini, non il contrario.

Tutto ciò non riguarda il fatto essere contro qualcuno. Riguarda quello che sostengo. Io sostengo i bambini! Voglio che tutti i bambini abbiano l'amore della propria madre e del proprio padre. Stare dalla parte dei bambini mi rende anche a favore dei giovani LGBT, che meritano tutti i benefici fisici, sociali ed emotivi di essere cresciuti dalla propria madre e dal proprio padre, ma temo che nel caso che le sta davanti siamo alla mercè di adulti che fanno la voce grossa, sono organizzati e ben finanziati e in questo Paese fanno paura quasi a tutti.

Sei figli adulti di genitori omosessuali vogliono opporsi alla furia della lobby gay e sottoporle degli amicus briefs da considerare in questo caso. La prego di leggerli. Siamo solo la punta dell'iceberg dei figli che attualmente vengono cresciuti in famiglie omosessuali. Quando diventeranno adulti, molti si chiederanno perché la separazione da un genitore che per loro è stata di una gravità fondamentale sia stata celebrata come un “trionfo dei diritti civili”, e si volgeranno a questa generazione per avere una risposta.

Cosa dovremo dire loro?

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Katy Faust opera presso i Consigli Accademici e Testimoniali dell'International Children’s Rights Institute e scrive su asktheBigot.com. Ha quattro figli, il più piccolo dei quali adottato in Cina. Questo articolo è stato pubblicato originariamente su The Public Discourse.

[Traduzione dall'inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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