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Essere donna nella Chiesa è uno svantaggio: parola di Ildegarda di Bingen

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Libreria Editrice Vaticana - pubblicato il 29/04/15
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Nelle “interviste impossibili” a santi e fondatori di ordini religiosi (Lev) la storia si colora di umanità e attualitàChi non vorrebbe avere, qualche volta, la possibilità di tornare indietro nel tempo per incontrare personaggi famosi della storia che ne hanno determinato gli eventi o l’hanno segnata con il proprio pensiero, così da “guardarli da vicino” e capire se le immagini che li ritraggono imperturbabili e del tutto consapevoli del proprio destino siano veritiere oppure se anche loro hanno faticato e dubitato come tutti noi? In attesa che venga inventata la macchina del tempo, alcuni autori si sono cimentati nelle “interviste impossibili”, un misto tra invenzione e informazione che permette di accostarsi con immediatezza ai grandi personaggi del passato. Dal 2009 Radio Vaticana, nella sezione “Pagine e Fogli”, dà “voce” a una nutrita galleria di personaggi – sovrani, inventori, pittori, musicisti, artisti – messi a colloquio con la curiosità dei contemporanei intervistatori. In occasione dell’Anno della vita consacrata, la Libreria Editrice Vaticana ha raccolto nel volume “Domande e provocazioni. Interviste impossibili a fondatori e pionieri della vita consacrata” – che sarà presentato il 29 aprile alle 17.30 a Radio Vaticana – venti di questi articolati colloqui con santi e fondatori di ordini religiosi: da Agostino a Francesco d’Assisi e Ignazio di Loyola, da Teresa d’Avila a Giovanna d’Arco e Edith Stein, tutti raccontano il modo originale in cui hanno scelto di dire “sì” a Dio. E se per noi sono oggi “campioni” nella fede, non è detto che i loro contemporanei li abbiamo immediatamente compresi e apprezzati. Specialmente nel caso si sia trattato di donne, come racconta la santa mistica medievale Ildegarda di Bingen, nell’intervista “concessa” a Lucetta Scaraffia (di cui pubblichiamo alcuni estratti), che Benedetto XVI ha dichiarato nel 2012 Dottore della Chiesa. E dire che i monaci del suo tempo non la lasciavano sedere con loro…

La tua vita è un continuo combattimento… uno si immagina una
vita tranquilla nel chiostro, immersa nella meditazione, nello studio.
Invece mi sembra di capire che non è così. Forse perché sei una
donna?
 
Non solo. Ma certo questo fatto, incontestabilmente, conta
molto nel complicarmi la vita. Pensa che quando ero nel monastero
di Duisenberg potevo partecipare una volta alla settimana
alla riunione dei monaci, ma a condizione di stare sempre in
piedi, e di parlare per ultima. Anche se ero la badessa del monastero
femminile gemellato al loro. E soprattutto anche se di fatto
costituivo la più grande attrattiva del monastero: per consultarmi,
per vedermi, arrivavano ogni giorno masse di pellegrini,
che poi lasciavano un’offerta al monastero. Quando me ne sono
andata, le loro entrate sono diminuite considerevolmente…
anche per questo non volevano lasciarmi andare a fondare un
nuovo monastero. Poi la mia fama attirava la vocazione di novizie
di grandi famiglie, che portavano al monastero doti considerevoli…
tanto è vero che l’abate ha cercato di non restituirmele,
quando sono venuta a Bingen, e siamo ancora in trattative per
questo… l’avarizia è il vizio dei monaci…
 
Ormai hai scritto talmente tanti libri che ti puoi fermare un po’…
A  cosa stai lavorando?
 
Penso sia venuto il momento di narrare la mia vita, che significa
narrare le meraviglie che il Signore ha fatto attraverso una
povera donna come me.
 
Adesso stai esagerando… non sei mai stata una povera donna.
Fin da giovanissima ti sei rivelata esperta in cosmologia e botanica,
conosci il corpo umano e il suo funzionamento, i testi sacri e scrivi
poesie e musica sacra. Nessuno degli intellettuali del tuo tempo
possiede una tale ampiezza di conoscenze. A queste poi bisogna
aggiungere le rivelazioni che ti vengono direttamente dalla Luce
splendente…
 
Dici questo perché sei una donna. Per i vescovi e gli abati, per
l’imperatore, io sono in primo luogo una donna, quindi un essere
situato in basso nella scala sociale. Se mi riconoscono una
autorità e un sapere è solo perché trasmetto la parola di Dio.
Non riconoscono il mio sapere umano, le conoscenze che ho
accumulato in anni di studi e di esperimenti, per esempio nell’arte
medica. Queste non sono cose da donna, e fanno finta non
esistano. Lo riconoscono invece i pellegrini, le torme di malati,
di sofferenti che vengono da me per avere sollievo alle loro
sofferenze, ma anche per avere una luce nella loro vita. E io non
mi posso negare a nessuno: se Dio mi ha dato il dono della
sapienza, è perché ne faccia un uso caritatevole per gli altri.
 
Lo so, passi tanto tempo a ricevere i pellegrini, penso sia molto
faticoso…
 
Certo, anche perché sento il loro animo, capisco cosa pensano
anche se non me lo dicono, e non sempre è piacevole. La lettura
delle anime è un dono pesante, certe volte vorrei che Dio me lo
risparmiasse… e qualche volta vorrei anche che mi risparmiasse
tutto il resto: le visioni, le voci della Luce splendente… sono
meravigliose, ma poi soffro tantissimo per il fatto di essere nuovamente lontana da Dio, ricacciata nel mondo.
 
Non ho mai pensato che tu ti opponessi alla voce, pensavo che tu
fossi semplicemente un tramite fra Dio e gli uomini…
 
Che immagine idealizzata che hai di me! Sono un essere umano
peccatore anche io! Ho resistito più di una volta, non ho saputo
accettare quello che la voce mi chiedeva, quello che la vita mi
imponeva… staccarmi dalle sicurezze, dagli affetti terreni…
 
Ma se tu dovessi sintetizzarmi in poche parole l’insegnamento della
Luce…
 
Sì, qualcosa posso dirti… La Luce mi fa comprendere l’intima e
profonda connessione fra ogni essere vivente. Una volta ho visto
nella Viva Luce come l’essere umano sia al cuore della costruzione
del mondo, una figura piena di amore che porta la ruota
del mondo nel suo petto, che diffonde il suo alito come una
corrente luminosa attraverso l’universo. Così Dio mi ha mostrato
come tutto il mondo sia legato, e come l’uomo non sia solo per se
stesso… Per questo abbiamo un’enorme responsabilità. Ogni
uomo deve decidere in continuazione se è con Dio o contro di
lui, e questo ha ripercussioni su tutto.


 
Riesci a far capire queste cose agli altri? Ai vescovi e agli abati?
Al Papa?
 
No, quasi mai. Devo sempre lottare contro la solitudine, contro
l’impazienza verso gli altri esseri umani che mi circondano e che
sono così tardi a capire, a vedere, a cogliere la realtà che li
circonda. Lo so che mi considerano dura, perché li rimprovero e
vedo i loro errori, e rompiscatole, una donna senza pace che non
lascia riposare nessuno per realizzare la volontà di Dio.
 
Certo che hai conosciuto direttamente molti uomini potenti… Cosa ne
pensi, in generale? Sono più lucidi e forti delle donne?
 
No, ma non si può dire, come sai bene. Bisogna sempre fare
mostra di essere donnette umili e bisognose, se no te la fanno
pagare. Quasi sempre gli uomini sono accecati dal potere e dall’accumulo dei beni… anche i monaci. E adesso poi cadono così
facilmente in preda agli eretici, anche i vescovi, questi catari
sono terribili, molto convincenti con la loro illusione di tornare
alla purezza delle origini cristiane…
 
Ho sentito che è per questo che parti, che vai così spesso in giro…
 
Sì, per predicare, per aprire i loro occhi alla verità dal momento
che i loro pastori non ne sono capaci. Predico in tedesco per il
popolo, e in latino per il clero: mi lasciano predicare nelle grandi
cattedrali delle città, perché la situazione è grave, non sanno più
cosa fare per bloccare il dilagare dell’eresia. Sono loro che
l’hanno lasciata dilagare, ma adesso non sanno più cosa fare e mi
chiamano. La gente crede in me perché pensa che sono ispirata
direttamente da Dio, così mi ascolta.
 
Ma tu avresti voluto essere un uomo?
 
Certo, avrei avuto una vita più facile, più onori e riconoscimenti,
meno sospetti e angherie. Ma io so che molte cose le ho capite
solo perché sono una donna, perché il mio corpo è stato sottoposto
ai ritmi della natura, perché so toccare senza paura i corpi
e so fare qualsiasi lavoro concreto. È proprio questo che mi ha
permesso di studiare in modo diverso, di capire meglio il corpo
umano e l’effetto delle piante medicinali. Per questo noi donne
sentiamo di più il ritmo dell’universo. Poi, se non fossi stata una
donna umile e disprezzata, la Luce Splendente non avrebbe
operato il suo misterioso rovesciamento, non avrebbe potuto
incidere così fortemente nell’animo dei maschi al potere, umiliati
dal fatto di essere giudicati da una donna. Da una donna che
capiva cosa facevano, che non si poteva ingannare. Non avrei
potuto essere esempio di luce e libertà per tutte le donne.
 
 
 
Il testo completo nel volume “Domande e provocazioni. Interviste impossibili a fondatori e pionieri della vita consacrata”. Libreria Editrice Vaticana, 2015

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