invito al dialogo no a scontro di civiltà
di Salvatore Izzo
La posizione della Santa Sede e' sempre che occorre "far prevalere 'la forza morale del diritto' su quella 'materiale delle armi'". Lo ha affermato, citando le parole di "Benedetto XIV che ha fatto di tutto per scongiurare e poi per porre fine alla Prima Guerra Mondiale", il segretario di Stato, Pietro Parolin, nella "lectio magistralis" da lui tenuta a Padova, alla Facolta' teologica del Triveneto. Secondo Parolin, e' in questa chiave antibelligerante che va letta la richiesta di Papa Francesco alla Comunita' Internazionale, ugualmente citata oggi dal segretario di Stato, che sia "fermata l'avanzata delle forze del cosiddetto Califfato nel nord della Siria".
Nella "lectio", Parolin si e' chiesto "cosa abbia spinto tanti giovani europei a partire alla volta della Siria per unirsi a quanti combattono usurpando il nome di Dio". "La risposta a questo interrogativo – ha detto – potrebbe essere l'azione militare degli Stati e l'invio di truppe a combattere contro di loro. Ma ci vuole una risposta a lungo termine capace di colmare questo vuoto, questa solitudine percepita da molti giovani nei loro Paesi europei". E, secondo il segratrio di Stato, "la risposta a lungo termine sta nel prendersi cura di questi giovani che sono alla ricerca di un ideale e che vengono invece attratti dalla radicalita' della violenza, facendo capire loro che ci sono altri modi per vivere la vita che non sia il partecipare ad una guerra". In questo contesto, il cardinale ha sottolineato "il vuoto dell'anima che si percepisce in quella parte della gioventu' europea che sembra aver dimenticato quei valori propri della civilta' cristiana e che l'argomentazione teologica ha potuto sviluppare rendendoli parte della cultura dell'antico Continente".
Islam: Parolin, Papa invita a dialogo, no a scontro civilta'
L'invito, piu' volte ripetuto da Papa Francesco, al dialogo con l'Islam in un "clima di rispetto e fiducia reciproca" e' stato fatto proprio oggi dal segretario di Stato Pietro Parolin, in una "lectio magistralis" tenuta a Padova, alla Facolta' di Teologia del Triveneto. "Chiaramente – ha aggiunto il cardinale – oggi questo sforzo per la promozione dei diritti e dei doveri di tutte le religioni deve essere compiuto anche in situazioni molto critiche, in particolare nelle situazioni di conflitto in cui le cause vengono attribuite al fattore religioso anche se esso e' presente il piu' delle volte solo nominalmente". Secondo Parolin, "il dialogo interreligioso e' costruttore di pace e cioe' artefice di un'opera di grande respiro che potrebbe iniziare nella didattica e nello studio delle Facolta' di Teologia se esse saranno in grado di farne strumento non di contrapposizione, ma di ricerca della verita'".
Per Parolin, la scommessa e' quella di "edificare una mentalita' e quindi una societa' sul lungo periodo". "Questo – ha spiegato – e' cio' che fanno molti missionari in ogni continente, quando si costruiscono scuole e ospedali, quando redigono grammatiche o dizionari, quandopromuovono lo sviluppo economico e sociale a vantaggio delle persone e della loro dignita'". "Questo – ha rilevato il segretario di Stato – e' cio' che fa Papa Francesco attraverso i suoi ripetuti appelli alla pace e alla misericordia, sia a Roma, che durante i suoi viaggi in Italia o nel mondo". "Non e' questo che fa del Papa la quarta figura piu' influente del mondo nel 2014, secondo il Magazine Forbes?", si e' chiesto Parolin che ha pero' constato con amarezza il fatto che "questa straordinaria influenza mediatica di Papa Francesco non riesce a celare i problemi piu' profondi determinati dalle trasformazioni della nostra civilta' europea occidentale". Per Parolin, quello di sconfinare nell'utopia e' in ogni caso un rischio che la fede ci spinge a compiere: "Papa Francesco – ha spiegato – chiarisce l'uso del termine speranza quando ci spiega che non e' solo ottimismo o un atteggiamento psicologico certamente positivo, ma limitato a delle circostanze particolari". Affermando che la speranza e' Cristo, ha concluso Parolin invitando gli studenti a ristudiare l'enciclica 'Spe Salvi' di Benedetto XVI, la Chiesa offre "un messaggio positivo per rispondere alla chiusura dell'uomo affinche' egli accetti di lasciarsi sorprendere invece di voler controllare e dominare tutto".
M.O.: Parolin, il Papa soffre per i muri che dividono le persone
L'immagine di Papa che prega a Betlemme con la fronte appoggiata sul muro che separa israeliani e palestinesi, e' stata evocata oggi nella lectio magistralis tenuta dal segretario di Stato Pietro Parolin a Padova, alla Facolta' teologica del Triveneto".
Papa Francesco – ha sottolineato il cardinale Parolin – soffre a vedere i muri che sono stati eretti tra le comunita' in Medio Oriente dove i conflitti in atto rendono reale il pericolo della frammentazione di tutta la Regione e la fine di Stati costituiti sull'esperienza multi religiosi per far spazio a tante comunita' religiose che escludono gli altri credenti". Nella sua "lectio", il segretario di Stato ha tenuto a chiarire che "e' per questo motivo che la Santa Sede lavora per garantire una costante comunicazione e collaborazione tra le diverse comunita', denunciando le violenze che sono ormai accadimento quotidiano nella regione". "I muri – ha sottolineato Parolin – sembrano quasi voler affermare che il dialogo e' impossibile, che le differenze di credo sono incompatibili, dimenticando che una condizione di pace e il rispetto della vita sono elementi fondamentali per garantire una convivenza rispettosa della dignita' di ogni persona, della sicurezza dei diversi popoli e dello statuto di ogni religione".
Eutanasia: Parolin, si chiama 'Ubris' il veleno che la spinge
La "Ubris", parola greca traslitterata cosi' nella lingua latina per indicare la tracotanza violenta di chi vuole equipararsi a Dio, e' stata evocata dal segretario di Stato, Pietro Parolin, nel capitolo dedicato al tema dell'eutanasia nella "lectio magistralis" tenuta a Padova, alla Facolta' teologica del Triveneto. Il cardinale ha usato questa parola per spiegare "la volonta', e la determinazione in alcuni casi, di diversi Paesi europei di dare all'eutanasia lo status di diritto umano".
Secondo Parolin, "su questa volonta' della ragione umana di intervenire in uno dei processi fondamentali della vita, il rispetto dei tempi della vita e della morte" occorre "interrogarsi non solo con i principi e le argomentazioni della morale". "Che cosa e' – si e' chiesto Parolin – questa pretesa della ragione a voler controllare il flusso del tempo? Da dove nasce questa ubris cosi' potente da fondarsi su se stessa e di disporre di un potere illimitato che giunge a rifiutare ogni apertura nei confronti di chi pone delle obiezioni?". "Di fronte a questo vuoto esistenziale, di fronte a questa grande ubris, manchiamo forse – ha osservato il cardinale parlando a professori e studenti di teologia – anche della piu' piccola speranza che vada oltre la ragione per aprirci alla relazione, alla solidarieta', all'amore invece di rinchiuderci nella morte".
(AGI)