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I 10 “comandamenti” della Chiesa per combattere la fame nel mondo

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 23/04/15
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Richiamo a speculatori ed esortazioni ai politici a lavorare per l’utilità socialeQuali sono i "10 comandamenti" della Chiesa Cattolica per combattere la fame nel mondo? Cosa predica concretamente la Chiesa? Il volume "Terra e cibo" a cura del Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace presenta le "regole" da seguire:  

1) Garantire i diritti umani
«Bisogna proteggere i fondamentali diritti di quanti lavorano la terra» (Benedetto XVI, messaggio per la Giornata dell'Alimentazione 2011), degli allevatori, dei pescatori, degli addetti alla trasformazione. E' inoltre importante riconoscere e tutelare quei diritti delle comunità indigene, concernenti in particolare la loro identità, il loro uso delle terre e delle zone di pesca. La Santa Sede ha insistito sull'importanza di integrare pienamente ogni comunità indigena tramite l'apporto specifico che essa può dare al processo di sviluppo del proprio Paese. 

2) Sostenere i produttori
Gli aiuti ai produttori di cibo e a coloro che intervengono nella loro trasformazione dovrebbero prima di tutto essere corrisposti a chi adotta tecniche responsabili ed efficaci. E' necessario rafforzare i piccoli produttori, oggi confinati nell'agricoltura di sussistenza, attraverso: riforme destinate ad accrescere il reddito, incoraggiare e inquadrare i processi di accesso alla proprietà delle terre e ai permessi di pesca; sostenere e sviluppare i mercati nelle zone rurali; proteggere i metodi di coltivazione propri di ogni regione (cfr. Benedetto XVI, messaggio per la Giornata dell'Alimentazione 2009). Cooperative e movimenti agricoli andrebbero incentivati perché determinano un maggiore potere di contrattazione davanti alle istituzioni competenti. 

3) Mettere le donne in condizione di svolgere il loro ruolo fondamentale
Spesso è la donna a garantire la sopravvivenza di intere popolazioni, procurando gli alimenti e preparandoli nel modo più sano, dirigendo l'attività cooperativa e custodendo preziose conoscenze e tecniche del mondo rurale. Non a caso Giovanni Paolo II, autore di Mulieris Dignitate, parla di "genio femminile". Pertanto va imperativamente riconosciuta in ogni luogo la parità dei diritti tra uomo e donna. Questo è essenziale affinché possano lavorare insieme al meglio.

4) Tutelare la biodiversità
Tutte le attività umane devono garantire il minimo impatto negativo sull'ambiente. Tale principio vale in particolare per la biodiversità, che i produttori di cibo sono chiamati a tutelare attraverso una continua ricerca della sostenibilità. La biodiversità va tutelata come fece Noè quando imbarcò tutte le specie sull'arca. 

5) Garantire l'accesso al credito
Sulla concessione del credito devono valere due principi. Il primo del "rendere possibile": sono necessari molteplici investimenti per migliorare anche se di poco, le attività agricole o ittiche di milioni di produttori. Investimenti anche modesti in stoccaggio, essiccazione, irrigazione possono portare ad aumenti considerevoli della produzione. Il secondo principio è nel "rendere possibile": chi gestisce un finanziamento, anche se di entità limitata, vede aumentare le proprie possibilità manageriali. 

6) Incoraggiare la ricerca
I Pontefici hanno più volte ribadito la loro fiducia nella scienza, incoraggiando gli addetti ai lavori. Innovazioni, scoperte e una migliore conoscenza della natura devono fornire «i modi perché tutti possano beneficiare dei frutti delle terra» (Papa Francesco, discorso ai partecipanti alla 38esima Conferenza della Fao, 20 giugno 2013). La ricerca è chiamata a dare importanti contributi sulla produzione di cibo anche nel settore zootecnico. L'animale ricopre un ruolo fondamentale nell'organizzazione del lavoro agricolo. 

7) Una migliore governance delle risorse e dello sviluppo
E' necessario, come aveva spiegato Giovanni XXIII nell'Enciclica Pacem in Terris, che una governance efficace si impegni a perseguire uno sviluppo sostenibile per l'ambiente e per l'uomo. Pertanto è necessario un miglior collegamento tra le entità che lavorano alle questioni della terra e del cibo e quelle che si occupano di economia, giustizia, diritti umani e sviluppo in genere. Una tale governance, di respiro internazionale, va creata e sostenuta dalla volontà dei singoli governi. 

8) Migliorare la comunicazione commerciale
E' fondamentale che gli imprenditori del settore alimentare, gli specialisti della comunicazione e del marketing, in primis i pubblicitari, pongano una particolare attenzione alle campagne di comunicazione. Bisogna evitare che i pubblicitari si impongano «giusti limiti per non trasformare il metodo commerciale in un attentato alla dignità umana e in un procedimento ingiusto verso la società» (Istruzione pastorale "Communio et progressio, 1971, Pontificia Commissione per le Comunicazioni Sociali).

9) Lottare contro gli effetti negativi della speculazione
Per contrastare gli effetti delle speculazione si punta a riorganizzare le borse di Commercio in cui si svolgono i negoziati; oppure escludere direttamente dai negoziati quelle imprese che non si occupano direttamente di prodotti agricoli e produzione di cibo; o ancora vincoli che inquadrino le attività degli speculatori, sopratutto per ciò che concerne la variazione dei prezzi.

10) Educare investitori, imprenditori, politici
Il Pontifico Consiglio per la Giustizia e la Pace esorta gli investitori a non impostare le loro azioni su criteri meramente economici, ma di "utilità sociale" (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n° 348). Gli imprenditori invece, devono essere guidati da "un'etica veramente umana" (Papa Francesco, Messaggio al Presidente del World Economic Forum, 17 gennaio 2014).  Infine i politici e i governanti si chiedano in ogni situazione se una determinata opzione sia equa, efficace e in ultima analisi la più adatta. 

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