Il presule era accusato di aver coperto un prede pedofilo operante nella sua diocesiPapa Francesco ha accettato oggi la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Kansas City-Saint Joseph (Stati Uniti) presentata dal vescovo mons. Robert W. Finn.
Il caso
Finn è così il primo vescovo americano condannato per l'omessa segnalazione di un sacerdote sospettato di abusi sessuali su minori alle autorità governative, in particolare per le immagini pedopornografiche trovate nel computer di un sacerdote. La rimozione arriva dopo un'inchiesta aperta anche dal Vaticano (Ansa, 21 aprile)
Il presule infatti era stato condannato negli Stati Uniti per reati legati alla pedofilia e in particolare nel 2012 era stato riconosciuto colpevole di aver protetto padre Shawn Ratigan, trovato in possesso di materiale pedopornografico che lui stesso si era procurato, scattando foto a bambini della sua parrocchia. Sul fatto anche il Vaticano ha aperto un'inchiesta e oggi è arrivata la decisione definitiva del Papa (Repubblica, 21 aprile).
I precedenti
Nei mesi scorsi il Papa aveva dato il via libero all'arresto di monsignor Jozef Wesolowski, accusato di pedofilia nel periodo in cui era nunzio della Repubblica Domenicana, e aveva rimosso monsignor Rogelio Ricardo Livieres Plano vescovo di Ciudad de l'Este dal 2004, in Paraguay, accusato di malversazione e copertura di abusi sessuali di preti della sua diocesi: "La gravosa decisione della Santa Sede – si legge nel Bollettino ufficiale – ponderata da serie ragioni pastorali, è ispirata al bene maggiore dell'unità della Chiesa".
La diocesi sudamericana in questione era da anni tristemente famosa per le polemiche legate alla presenza di un prelato argentino, Carlos Urrutigoity, accusato nel 2002 di abusi sessuali, quando operava negli Stati Uniti. Il sacerdote era stato poi trasferito precedentemente in Canada e da nove anni operava in Paraguay, dove era diventato vicario generale della diocesi. Il suo alto ruolo aveva causato parecchie polemiche e liti pubbliche tra i vescovi del Paese. Una ispezione voluta da Papa Francesco ha poi portato alla rimozione del prelato (La Repubblica, 25 settembre 2014).