L’enciclica conciliare alla base del miglioramento dei rapporti tra ebraismo e cristianesimo
di Marco Di Bernardo
"Oggi, in Europa, è quanto mai importante dare rilievo alla dimensione spirituale e religiosa della vita umana. In una società sempre più segnata dal secolarismo e minacciata dall’ateismo, si corre il rischio di vivere come se Dio non esistesse." Con queste riflessioni, oggi, Papa Francesco si è rivolto alla Delegazione della Conference of European Rabbis dopo il saluto del Presidente, il Rabbino Pinchas Goldschmidt. Subito dopo, nelle prime frasi della sua allocuzione il Santo Padre ha voluto aggiungere: "Esprimo le mie sentite condoglianze per la scomparsa, ieri sera, del Rabbino Elio Toaff, già Rabbino Capo di Roma (che ha ricordato più tardi anche in una Lettera al Rabbino Capo di Roma). Sono vicino con la preghiera al Rabbino Capo Riccardo di Segni – che avrebbe dovuto essere qui con noi – e all’intera comunità ebraica di Roma, nel ricordo riconoscente di quest’uomo di pace e di dialogo, che accolse il Papa Giovanni Paolo II nella storica visita al Tempio Maggiore."
Il Papa con riferimento al "dialogo tra la Chiesa Cattolica e le Comunità ebraiche" ha ricordato il 50.mo della Dichiarazione conciliare
Nostra aetate (28 ottobre 2015), "che rappresenta tuttora il punto di riferimento di ogni nostro sforzo in questa direzione" e poi ha voluto sottolineare: "L’uomo è spesso tentato di mettersi al posto di Dio, di considerarsi il criterio di tutto, di pensare di poter controllare ogni cosa, di sentirsi autorizzato ad usare tutto ciò che lo circonda secondo il proprio arbitrio".
Infine, Papa Francesco ha osservato: "Preoccupano attualmente in Europa le tendenze antisemite e alcuni atti di odio e di violenza. Ogni cristiano non può che essere fermo nel deplorare ogni forma di antisemitismo, manifestando al popolo ebraico la propria solidarietà (cfr Nostra aetate, 4). È stato commemorato recentemente il 70° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, che ha visto il consumarsi della grande tragedia della Shoah. La memoria di quanto accaduto, nel cuore dell’Europa, serva da monito alla presente e alle future generazioni. Vanno altresì condannate dappertutto le manifestazioni di odio e di violenza contro i cristiani e contro i fedeli di altre religioni. Cari amici, vi ringrazio di cuore per questa visita, assai significativa."
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