Andranik Teymourian prende il posto del mitico Javad Nekounam. E’ il primo cristiano in 95 anni di nazionale iraniana di calcioAndranik Teymourian, iraniano di origine armena e di religione crisitana ortodossa, sarà il nuovo capitano della Nazionale di calcio dopo il ritiro del musulmano Javad Nekounam. Mai durante i 95 anni della Federazione calcistica dell'Iran, una repubblica islamica, un cristiano aveva portato la fascia di capitano. Il 32enne Teymourian ha iniziato la sua carriera nell'Ararat Tehran e ha giocato con la nazionale iraniana i Mondiali di calcio in Germania nel 2006 e in Brasile nel 2014
Teymourian, centrocampista difensivo 32enne che ha iniziato la sua carriera nell'Aboumoslem e che ha militato in Gran Bretagna con le maglie di Bolton Wanderers, Fulham e Barnsley, ha già partecipato con la nazionale iraniana i Mondiali di calcio in Germania, nel 2006, ed in Brasile nel 2014 (Corriere della Sera, 4 aprile).
Cristiano di origini armene, il 32enne centrocampista del Tractor Sazi ha partecipato a due Mondiali e a tre edizioni della Coppa d’Asia, collezionando 90 presenze e 8 reti con la maglia del Team Melli. Ha vinto anche il titolo di miglior giocatore iraniano del 2014.
In Iran, Ando è uno dei giocatori più amati dalla popolazione: durante ogni partita disputata allo stadio Azadi (uno dei più grandi del mondo) viene accolto e salutato con cori, standing ovation, applausi. E ad ogni suo gol si scatena l’inferno. E lui che fa? Risponde a modo suo, facendosi il segno della croce e alzando le braccia al cielo. In tutti questi anni nessuno gli ha mai impedito di andare in Chiesa la domenica, di professare la sua fede liberamente. Anzi, una volta si. Non Iran, non per mano dei pasdaran. Bensì in Germania e in occasione dei Mondiali del 2006. Mentre stava uscendo dall’hotel per andare a messa, fu bloccato dalla polizia tedesca per presunti motivi di sicurezza. Keine kirche! Niente chiesa gli dicono i poliziotti! E lui, contro la sua volontà, venne trattenuto nella hall dell’albergo in stato di fermo. Incredulo (L'intellettuale dissidente, 12 aprile)