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Papa Francesco è stato il suo confessore. Oggi è sulla via degli altari

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Esteban Pittaro - Aleteia - pubblicato il 08/04/15
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Di Martha Pereyra Iraola aveva scritto in una occasione: “Non vorrei morire senza vederla beata”L'arcivescovo di Buenos Aires, il cardinale Mario Poli, ha presieduto questo lunedì la chiusura della fase diocesana della causa di canonizzazione della serva di Dio Martha Pereyra Iraola. Hanno accompagnato il porporato religiose del Sacro Cuore di Gesù, familiari e persone coinvolte nella causa, così come il postulatore, Gonzalo Pereyra Iraola.

Il processo canonico di questa religiosa argentina sta molto a cuore di papa Francesco. Da giovane padre Bergoglio aveva conosciuto molto bene suor Martha, hanno confermato ad Aleteia dalla Postulazione della causa.

Quando Bergoglio era provinciale gesuita, hanno condiviso alcune missioni a La Rioja, e a Buenos Aires è stato suo confessore e la frequentava nella comunità di Almagro, nella quale suor Martha ha trascorso i suoi ultimi giorni. È stato Bergoglio a prendere l'iniziativa di avviare la causa di beatificazione nel 2004. “Non vorrei morire senza vederla beata”, ha scritto al postulatore nel 2012.

Martha Pereyra Iraola era nata il 26 agosto 1913 a Buenos Aires, sesta dei dieci figli di Martín Pereyra Iraola ed Esther Ayerza. A 9 anni aveva perso la madre. Aveva studiato nel collegio della Società del Sacro Cuore di Buenos Aires.

Nel 1933, due anni dopo aver terminato gli studi, aveva scoperto la vocazione religiosa ed era entrata nel noviziato del Sacro Cuore di Gesù. Da quel momento ha iniziato un lungo cammino di amore puro per Dio e di costante dedizione e servizio ai più bisognosi.

Ha iniziato a collaborare nelle scuole dopo i suoi primi voti. Nel 1942 ha emesso i voti perpetui e con quel passo ha acquisito maggiori responsabilità che l'hanno portata, contro la sua volontà, a non avere una vita molto “nascosta”.

Dopo il Concilio Vaticano II, e ispirandosi ad esso, Martha ha iniziato un nuovo lavoro di grande vicinanza ai più poveri e bisognosi. Dopo oltre 35 anni di servizio nelle scuole di Buenos Aires, si era offerta di accompagnare la sua famiglia religiosa nel lavoro in varie città come Reconquista, Famatina, Libertad e Villa Diamante.

Nel 1991 era tornata ad Almagro, Buenos Aires, per problemi di salute. Lì ha continuato ad essere un esempio per le consorelle. È morta il 25 agosto 1998, a 85 anni. Al suo funerale ha assistito il già vescovo Bergoglio, che in seguito ha avviato la causa di canonizzazione.

Introducendo la relazione scritta da fra' Contardo Miglioranza, colui che oggi è papa ha scritto: “Suor Martha è un raggio di luce che è passato per la vita di questa arcidiocesi predicando, con la sua sola vita, la mansuetudine del messaggio evangelico. Si trattava di una mansuetudine e di un'umiltà non passive, ma fortemente apostoliche, perché suor Martha aveva zelo apostolico. Amava il suo Signore e ardeva perché venisse conosciuto e amato. Molte volte ho parlato con lei, e dopo quelle conversazioni sono uscito rinnovato e desideroso di seguire più da vicino il Signore”.

“Le devo molto, perché il suo esempio mi ha rafforzato ad andare avanti al servizio del Signore”, ha scritto l'attuale papa Francesco parlando della serva di Dio Martha Pereyra Iraola.

Nella fotografia, a sinistra suor Martha Pereyra, a destra la postulatrice della causa, suor Alicia Hughes, e il cardinale Jorge Mario Bergoglio ad Almagro il 18 giugno 2004, giorno nel quale è stato firmato il decreto con il quale è iniziato il processo di canonizzazione di suor Martha.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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