Aumentano le condanne nel mondo ma diminuiscono le esecuzioni
Buone notizie sulla pena di morte: diminuiscono le esecuzioni, anche se aumentano le condanne. Amnesty International (AI) ha ha pubblicato il suo rapporto 2014 sulla pena di morte nel mondo e ha rivolto un appello soprattutto a causa dell’aumento delle condanne, anche se è diminuito il numero totale di morti.
L’Egitto e la Nigeria sono i Paesi in cui aumentano di più le condanne a morte, con il pretesto della lotta al terrorismo. La Cina è il Paese in cui si verificano più esecuzioni all’anno.
AI stima che nel 2014 si siano verificate 2.466 condanne a morte e 607 esecuzioni in 22 Paesi.
La Cina non offre statistiche, ma secondo AI solo in questo Paese ci sono “più esecuzioni che in tutti i Paesi del mondo riuniti”.
In Iran sono state riconosciute 289 esecuzioni su 454 non riconosciute dalle autorità. In Arabia Saudita nel 2014 sono state giustiziate 90 persone, in Iraq 61 e negli Stati Uniti 35.
Secondo Amnesty, c’è un aumento “allarmante” della pena di morte in Nigeria ed Egitto. Anne Denis, responsabile della Commissione per l’Abolizione della Pena di Morte di Amnesty International Francia, ha avvertito che in Nigeria si è passati dalle 141 condanne del 2013 alle 659 del 2014.
Mario Marazziti, presidente della Comunità di Sant’Egidio, una delle comunità cattoliche più impegnate nella lotta alla pena di morte, ha spiegato ad Aleteia che abolire la pena capitale è “la nuova porta della giustizia, una giustizia capace di rispettare la vita e consapevole della possibilità di commettere errori irreparabili”.
Marazziti ha aggiunto che “la Santa Sede ha rilanciato questa opzione necessaria perché nel mondo ci sia un autentico cambiamento di civiltà” e ha ricordato che da Giovanni Paolo II la Chiesa, in modo sempre più “chiaro a livello mondiale”, sostiene quello che oggi è l’“appello radicale di papa Francesco a costruire un mondo senza pena di morte”.
Papa Francesco ha chiesto in varie occasioni l’abolizione della pena capitale, definendola un “affronto alla vita”: “La pena di morte è un affronto alla sacralità della vita”, ha scritto in una lettera di questo mese di marzo al presidente della Commissione internazionale contro la pena di morte.
Quest’anno anche la Via Crucis al Colosseo si farà eco della pena di morte, ricordandola all’XI stazione.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]